mercoledì 16 settembre 2015

68.Ancora Tagore.

.L’uccello libero grida: «Mio caro, cantami
le canzoni della foresta».
L’uccello in gabbia dice: «Siedi vicino a me,
ti insegnerò il linguaggio dei sapienti».
L’uccello dei boschi dice: «No, no! Le canzoni
non possono essere insegnate».
L’uccello in gabbia risponde: «Ahimé, non conosco
i canti della foresta».
Il loro cuore è intenso e appassionato,
ma non possono mai volare insieme.
Attraverso le sbarre della gabbia si guardano
e invano desiderano conoscersi.
Scuotono ansiosamente le ali e cantano:
«Vieni più vicino, amore mio!»
L’uccello libero grida: «È impossibile!
Temo le porte chiuse della gabbia».
L’uccello in gabbia mormora: «Ahimé! Le mie ali
sono impotenti e morte».
- da Il Giardiniere -

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