giovedì 26 marzo 2020

Salvatore Quasimodo.15.Città straniera.





Salvatore Quasimodo
Modica,(20 agosto1901) –
Napoli (14 giugno1968)
E’ stato un poeta e traduttore italiano,
esponente di rilievo dell’ermetismo
Ha contribuito alla traduzione di vari
componimenti dell’età classica ,
soprattutto liriche greche,ma anche
di opere teatrali di Molière e di
William Shakespeare.
E’ stato vincitore del premio Nobel
per la letteratura nel 1959.

XV. Città straniera

Un'altra ora che cade:
aperta a stella una buccia di banana
vive sul fiume. Il rombo
d'un frantoio che macina pietrame
sulla cala, presso barconi inerti,
la sabbia gialla che trabocca;
e al flutto arido la pena
a cui mi fingo leggero
ogni giorno non mio.
Morti scendono da alti carrozzoni
di sangue nella nebbia,
le lampade toccano il selciato.
Fra lunghi viali
nere foglie ammucchiate
in un presagio di vento
.

dal volume complessivo:”Ed è subito sera”

Il realismo delle immagini sembra qui annunciare le poesie di viaggio che, circa trent'anni dopo, saranno parte essenziale di Dare e avere (1966), ultima raccolta quasimodiana.In questo senso i volumi degli anni Trenta ci fanno conoscere una voce poetica di evidente originalità, ma anche una fase di maturazione letteraria ed umana, dalla quale discenderanno i futuri sviluppi .
Ancora più esemplare di un rapporto molto importante tra le raccolte degli
anni Trenta e la produzione  del dopoguerra è la lirica Città straniera, dove il linguaggio, soprattutto nella prima strofa, richiama la concretezza che avranno
i testi degli anni successivi: se le immagini dei morti e del vento esprimono
una tendenza onirica già riscontrata altrove, la stella della prima strofa ricorda
le «stelle sporche a galla nei canali» di Dalla natura deforme, poesia compresa nella Terra impareggiabile.



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