lunedì 23 marzo 2020

Salvatore Quasimodo.12.Uomo del mio tempo.





Salvatore Quasimodo
Modica,(20 agosto1901) –
Napoli (14 giugno1968)
E’ stato un poeta e traduttore italiano,
esponente di rilievo dell’ermetismo
Ha contribuito alla traduzione di vari
componimenti dell’età classica ,
soprattutto liriche greche,ma anche
di opere teatrali di Molière e di
William Shakespeare.
E’ stato vincitore del premio Nobel
per la letteratura nel 1959.

XII.Uomo del mio tempo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

dalla raccolta Giorno dopo giorno, 1947

Il legame fra vento e morte, o silenzio, diventa evidentissimo, dovuto
non più a una condizione interiore, ma alla situazione storica,
perché la mutata temperie e la guerra caricano il vento  di valenze lugubri:
Questo silenzio fermo nelle strade, / questo vento indolente che ora scivola /
basso tra le foglie morte o risale / ai colori delle insegne straniere …
e s’ode il vento con rombo di crollo /
 se scuote le lamiere che qui in alto /
dividono le logge, e la malinconia /
 sale dei cani che urlano dagli orti /
ai colpi di moschetto delle ronde /
 per le vie deserte.[…] 


. Anche la metrica si adegua: l’endecasillabo ‘e s’ode il vento con rombo di crollo’ ha una cadenza solenne per la sua accentazione sulla quarta e settima sillaba, per l’insistenza sulla stessa vocale tonica ‘o’ accompagnata a parole di valore quasi onomatopeico come ‘rombo di crollo’

Ride la gazza, nera sugli aranci,
in Nuove Poesie e successivamente in Ed è subito sera e in  Curva minore, in
 Òboe sommerso.

Il fenomeno compare anche altrove in questa silloge, come si vede dai versi di
Che vuoi pastore d’aria?:
‘in Nuove Poesie’,

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