Salvatore Quasimodo
Modica,(20 agosto1901) –
Napoli (14 giugno1968)
E’ stato un poeta e traduttore italiano,
esponente di rilievo dell’ermetismo
Ha contribuito alla traduzione di vari
componimenti dell’età classica ,
soprattutto liriche greche,ma anche
di opere teatrali di Molière e di
William Shakespeare.
E’ stato vincitore del premio Nobel
per la letteratura nel 1959.
XII.Uomo del mio tempo
Sei ancora
quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
dalla raccolta Giorno dopo giorno, 1947
Il legame fra vento e morte, o silenzio, diventa evidentissimo, dovuto
non più a una condizione interiore, ma alla situazione
storica,
perché la mutata temperie e la guerra caricano il vento
di valenze lugubri:
‘Questo silenzio
fermo nelle strade, / questo vento
indolente che ora scivola /
basso tra le
foglie morte o risale / ai colori delle insegne straniere …
e s’ode il vento con rombo di crollo /
se scuote le lamiere che qui in alto /
se scuote le lamiere che qui in alto /
dividono le
logge, e la malinconia /
sale dei cani che urlano dagli orti /
sale dei cani che urlano dagli orti /
ai colpi di
moschetto delle ronde /
per le vie deserte.[…]
. Anche la metrica si adegua: l’endecasillabo ‘e s’ode il vento con rombo di crollo’ ha una cadenza solenne per la sua accentazione sulla quarta e settima sillaba, per l’insistenza sulla stessa vocale tonica ‘o’ accompagnata a parole di valore quasi onomatopeico come ‘rombo di crollo’
per le vie deserte.[…]
. Anche la metrica si adegua: l’endecasillabo ‘e s’ode il vento con rombo di crollo’ ha una cadenza solenne per la sua accentazione sulla quarta e settima sillaba, per l’insistenza sulla stessa vocale tonica ‘o’ accompagnata a parole di valore quasi onomatopeico come ‘rombo di crollo’
“ Ride la gazza, nera sugli aranci,
in Nuove Poesie e
successivamente in Ed è subito sera e
in Curva minore, in
Òboe sommerso.
Il fenomeno compare anche altrove in questa silloge, come si vede dai versi di
Che vuoi pastore d’aria?:
‘in Nuove
Poesie’,
Nessun commento:
Posta un commento