domenica 7 febbraio 2016

Dino Campana.8.NOTTURNI.La CHIMERA



 Il paesaggio nella poesia di Campana.

Campana affermava di voler “ nel paesaggio collocare dei ricordi” e sul paesaggio, fondamentale nella sua poesia, aleggia un alone di misteriosa lontananza .Nei suoi scritti sentiamo il fascino delle ore crepuscolari, della luna sui campi, del canto che si perde nelle strade solitarie, della finestra illuminata nel buio della notte mediterranea.
Il colore, la musica,il viaggio l’arte materica sono palpabilmente presenti in Campana che li trasfigura in un simbolismo onirico, ma vero. Nella sua poesia i valori classici e una grande modernità si compenetrano, in una forma e in una purezza irripetibili.

NOTTURNI
 
La chimera
Non so se tra rocce il tuo pallido
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina o Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose,
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'immobilità dei firmamenti
E i gonfi rivi che vanno piangenti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.




Nessun commento:

Posta un commento