L'ordinatore del caos per superare il disagio di civiltà
Dino Campana è poeta visionario, allucinato pazzo,orfico, vagabondo,mediterraneo. Così è stato definito spesso dai critici letterari,
anche se nessuna di queste definizioni, perché limitano in un ambito troppo
angusto la materia dell’arte, è in grado di illuminare chiaramente la
vita e la poesia di questo autore vissuto a cavallo fra i due secoli. Campana non si
lascia comprendere a pieno né classificare. La sua poesia è moderna, ma tuttavia
piena di richiami a D’ Annunzio, a Leopardi e ai classici. La sua lingua
poetica sconvolge l’ordine sintattico in vari modi, anche mescolando lingue
diverse, producendo valanghe di versi la cui coerenza sintattica si ottiene
solo sacrificando ogni plausibile significato. Ma Campana è attentissimo
conoscitore delle regole che sconvolge, il culto che nutre per la perfezione
filologica è testimoniato dalla tragicità con cui visse la perdita del suo
manoscritto,
Il più lungo giorno, che dovette ricostruire a memoria per formare la
sua opera, i
Canti Orfici.
La sua controversa collocazione critica e i giudizi non certo unanimi hanno
contribuito a formare attorno a questa figura un alone di mistero, per cui,
quando si parla del caso Campana, si tende sempre a dare credito all’immagine
del poeta maledetto. La follia però per questo poeta, non è un presupposto
della sua poesia , ma semmai un punto d’approdo, è la libertà sterminata,
distruttiva e disgregatrice di ogni coerenza, figlia del tempo in cui Nietzsche
aveva decretato la morte del dio.
Campana affermava di voler “ nel paesaggio collocare dei
ricordi” e sul paesaggio, fondamentale nella sua poesia, aleggia un alone di misteriosa
lontananza.Nei suoi scritti sentiamo il fascino delle ore crepuscolari, della
luna sui campi, del canto che si perde nelle strade solitarie, della finestra
illuminata nel buio della notte mediterranea.
Il colore, la musica,il viaggio l’arte materica sono palpabilmente presenti in
Campana che li trasfigura in un simbolismo onirico, ma vero. Nella sua poesia i
valori classici e una grande modernità si compenetrano, in una forma e in una
purezza irripetibili.
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