LA NOTTE
Inconsciamente
colui che io ero stato si trovava avviato verso la torre barbara, la mitica
custode dei sogni dell’adolescenza. Saliva al silenzio delle straducole
antichissime lungo le mura di chiese e di conventi: non si udiva il rumore dei
suoi passi. Una piazzetta deserta, casupole schiacciate, finestre mute: a lato
in un balenìo enorme la torre, otticuspide rossa impenetrabile arida. Una
fontana del cinquecento taceva inaridita, la lapide spezzata nel mezzo del suo
commento latino. Si svolgeva una strada acciottolata e deserta verso la città.
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