Sibilla Aleramo Dino Campana Agosto 1916 |
È uno splendido tardo pomeriggio
estivo, di quelli che piacevano
a Henry James. Grazie al cielo, il ponentino ha diradato e alleggerito
l’afa delle ore precedenti, e Zoé sta aspettando seduta su un masso di
marmo antico,ssorta nei suoi pensieri, ma con quel suo inconfondibile
sorriso ironico.Improvvisamente, l’ombra di Gordon, appena arrivato
accanto,la avvolge e la sovrasta per intero: -Un penny per i tuoi pensieri!
- le dice - Insomma eccomi!.. sorry, mi sono addormentato sul giornale...
questo è per te. ..Anche per…-Salve!Ben alzato, allora!.. Stavo pensando...
mi sembrava di sentire voci del lontano passato venire da quelle rovine
laggiù … e invece,poi, è sgusciato fuori un finto gladiatore!... Ohhh!
Cos’è? Grazie!... Dino Campana[1] !
a Henry James. Grazie al cielo, il ponentino ha diradato e alleggerito
l’afa delle ore precedenti, e Zoé sta aspettando seduta su un masso di
marmo antico,ssorta nei suoi pensieri, ma con quel suo inconfondibile
sorriso ironico.Improvvisamente, l’ombra di Gordon, appena arrivato
accanto,la avvolge e la sovrasta per intero: -Un penny per i tuoi pensieri!
- le dice - Insomma eccomi!.. sorry, mi sono addormentato sul giornale...
questo è per te. ..Anche per…-Salve!Ben alzato, allora!.. Stavo pensando...
mi sembrava di sentire voci del lontano passato venire da quelle rovine
laggiù … e invece,poi, è sgusciato fuori un finto gladiatore!... Ohhh!
Cos’è? Grazie!... Dino Campana[1] !
Attraversano il Foro, salgono verso
Palazzo dei Conservatori,e
intanto parlano dell’amore di Dino Campana e Sibilla Aleramo[11]
Gordon le ha donato,infatti, un libro con la raccolta delle opere
del poeta e con il carteggio completo di questi con la scrittrice.
intanto parlano dell’amore di Dino Campana e Sibilla Aleramo[11]
Gordon le ha donato,infatti, un libro con la raccolta delle opere
del poeta e con il carteggio completo di questi con la scrittrice.
A metà strada si fermano un po’ e
Gordon approfitta per
cercare nel libro una poesia di Cloche[2]. - Senti questa. Non
è forse bella come “Donna Genovese”,[3] ma lo stile è il suo,
ed è dedicata proprio a lei,la donna di cui rimarrà “sempre
orribilmente innamorato”[4]:
cercare nel libro una poesia di Cloche[2]. - Senti questa. Non
è forse bella come “Donna Genovese”,[3] ma lo stile è il suo,
ed è dedicata proprio a lei,la donna di cui rimarrà “sempre
orribilmente innamorato”[4]:
Sono sfiorite le rose
petali caduti
Perché io non potevo
dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle
rose
Erano le sue rose
erano le mie rose
Questo viaggio
chiamavamo amore
Col nostro sangue e
colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un
momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite
sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano
le nostre rose
Le mie rose le sue
rose
P.S. E così
dimenticammo le rose.
(per Sibilla Aleramo)
È vero, Gordon ha ragione. Anche in
questi versi,lo stile è quello
del poeta italiano del periodo più in sintonia con i movimenti poetici
europei. Un poeta che, testardamente impegnato nella “stilizzazione
del caos”[6], dovrebbe essere particolarmente caro a Zoé per le sue
immagini visionarie, le sue ossessive tensioni espressionistiche, che
inanellano una logica a balzi, con ritorni a spirale, a cui la sintassi,
continuamente rotta da ellissi, imprime un andamento verbale assimilabile
a quello musicale della fuga. Un “orfico cantare”[7] l’eterno viaggio con
l’ inquietudine e il furore di chi aspira invano a superare il disagio di civiltà.
del poeta italiano del periodo più in sintonia con i movimenti poetici
europei. Un poeta che, testardamente impegnato nella “stilizzazione
del caos”[6], dovrebbe essere particolarmente caro a Zoé per le sue
immagini visionarie, le sue ossessive tensioni espressionistiche, che
inanellano una logica a balzi, con ritorni a spirale, a cui la sintassi,
continuamente rotta da ellissi, imprime un andamento verbale assimilabile
a quello musicale della fuga. Un “orfico cantare”[7] l’eterno viaggio con
l’ inquietudine e il furore di chi aspira invano a superare il disagio di civiltà.
Gordon è bravo a vendere il prodotto e continua a
stuzzicare
amichevolmente Zoé: -Well,visto che sei un’esperta di amore in poesia,
che ne dici? Ecco un poeta ingenuamente stupito della fragilità
e della brevità dell’amore-rosa, di cui ormai rimangono solo
petali-ricordi a terra. Come in una quête’[8] del Santo Graal,
l’amore unisce gli amanti nelle tristezze e nelle sofferenze, nella
passione che consuma e nei momenti di smarrimento. Essi si amano
fino al momento in cui i desideri dell’uno sono gli stessi dell’altro.
Fino al momento in cui … se ne dimenticheranno!
amichevolmente Zoé: -Well,visto che sei un’esperta di amore in poesia,
che ne dici? Ecco un poeta ingenuamente stupito della fragilità
e della brevità dell’amore-rosa, di cui ormai rimangono solo
petali-ricordi a terra. Come in una quête’[8] del Santo Graal,
l’amore unisce gli amanti nelle tristezze e nelle sofferenze, nella
passione che consuma e nei momenti di smarrimento. Essi si amano
fino al momento in cui i desideri dell’uno sono gli stessi dell’altro.
Fino al momento in cui … se ne dimenticheranno!
- Gordon! Rovini la poesia, così!
- Beh, allora sarò più serio!! Sono quattordici
versi in un sonetto
a tema amoroso, ma in verso e metrica libera: dunque, non è un sonetto.
a tema amoroso, ma in verso e metrica libera: dunque, non è un sonetto.
-E allora? Cosa vuoi dimostrare?
-Voglio dire che tutto sembra qualcosa e
qualcos’altro allo stesso
tempo. Anche in una poesia così semplice, così come nell’amore.
La rosa è simbolo d’amore, mistico e profano, ma qui le rose sono fragili,
dunque non sono un simbolo da poeta visionario, ma sembrano
un’immagine molto concreta del desiderio d’amore. Ma, quale amore?
tempo. Anche in una poesia così semplice, così come nell’amore.
La rosa è simbolo d’amore, mistico e profano, ma qui le rose sono fragili,
dunque non sono un simbolo da poeta visionario, ma sembrano
un’immagine molto concreta del desiderio d’amore. Ma, quale amore?
E, inoltre, la parola rose viene ripetuta undici volte.
-Cioè?
-Beh,
l’undici è un numero inquietante: è
considerato la dozzina
del diavolo come un dodici imperfetto; è il numero dell’eccesso,
del conflitto e del martirio .. e qui si parla di rovi …
del diavolo come un dodici imperfetto; è il numero dell’eccesso,
del conflitto e del martirio .. e qui si parla di rovi …
- Mais, c’est dingue!
Gordon e la Cabala!
- … L’undici è dopo il dieci che è il numero della
pienezza e
completezza, quindi è considerato il numero dell’esagerazione,
della sopraffazione e del peccato. Dunque, temo che si parli,
attraverso la grazia delle rose, di un amore perverso e doloroso,
di una passione...
completezza, quindi è considerato il numero dell’esagerazione,
della sopraffazione e del peccato. Dunque, temo che si parli,
attraverso la grazia delle rose, di un amore perverso e doloroso,
di una passione...
Zoé è felice , lo provoca, ma è solo un
gioco. - Allora,
adesso tocca a te ascoltare: questa dell’Aleramo[9] me la ricordo
a memoria. E ho paura che siano le stesse rose di cui parlava
Campana! Ascolta:
adesso tocca a te ascoltare: questa dell’Aleramo[9] me la ricordo
a memoria. E ho paura che siano le stesse rose di cui parlava
Campana! Ascolta:
LX.Rose calpestava nel suo delirio
E il corpo bianco che amava.
Ad ogni lividura più mi prostravo,
oh singhiozzo, invano, oh creatura!
Rose calpestava, s’abbatteva il pugno,
e folle lo sputo su la fronte che adorava.
Feroce il suo male più di tutto il mio martirio.
Ma, or che son fuggita, ch’io muoia del suo male.’[10]
-Che ne dici?
-Eppure c’è una chiusa di rimpianto! Ma,comunque,
hai ragione:
è stata una storia di amore, passione, botte e abbandoni- ammette Gordon.
è stata una storia di amore, passione, botte e abbandoni- ammette Gordon.
Quando arrivano in cima a Piazza del
Campidoglio,per un po’
smettono di parlare. Si sentono improvvisamente presi dalla
bellezza del luogo e dall’atmosfera sospesa del tardo pomeriggio.
Poi,si affacciano sui Fori ormai vuoti di turisti e tornati ad essere,
al calare della sera, regno assoluto di gatti sornioni.
smettono di parlare. Si sentono improvvisamente presi dalla
bellezza del luogo e dall’atmosfera sospesa del tardo pomeriggio.
Poi,si affacciano sui Fori ormai vuoti di turisti e tornati ad essere,
al calare della sera, regno assoluto di gatti sornioni.
-Dunque, vuoi parlare di Campana. Non sei
venuto per farmi
i complimenti per la presentazione di ieri sera … - E, nel dirlo, Zoé
appoggia distrattamente la mano su quella di Gordon. Zoé arrossisce
nel far questo, ma se gli chiedessero perché non saprebbe rispondere.
-Mi ha fatto piacere vederti lì ieri sera...- gli dice.
i complimenti per la presentazione di ieri sera … - E, nel dirlo, Zoé
appoggia distrattamente la mano su quella di Gordon. Zoé arrossisce
nel far questo, ma se gli chiedessero perché non saprebbe rispondere.
-Mi ha fatto piacere vederti lì ieri sera...- gli dice.
-Anche a me. Sei stata fantastica, sei riuscita a sistemare logicamente
tutto quel fluire di immagini e parole e a farcele gustare e capire …
Ma, sai cosa disse Campana all’Aleramo, lui che fino ad allora
aveva avuto solo la compagnia di donne di malaffare? Disse:
“Non mi parli del suo impegno sociale, non mi racconti del socialismo.
Mi interessa lei. La passione e niente altro, tutto il resto è fuori, tutto
il resto viene dopo, non importa quando.
tutto quel fluire di immagini e parole e a farcele gustare e capire …
Ma, sai cosa disse Campana all’Aleramo, lui che fino ad allora
aveva avuto solo la compagnia di donne di malaffare? Disse:
“Non mi parli del suo impegno sociale, non mi racconti del socialismo.
Mi interessa lei. La passione e niente altro, tutto il resto è fuori, tutto
il resto viene dopo, non importa quando.
Zoé lo guarda interrogativa, poi un po’
imbarazzato Gordon
aggiunge: - Dai, continuiamo a camminare fino a … e andiamo a mangiare …
aggiunge: - Dai, continuiamo a camminare fino a … e andiamo a mangiare …
(dall'e.book di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli
"326 poesie dal mondo per una storia d'amore"ONYX ed.)
"326 poesie dal mondo per una storia d'amore"ONYX ed.)
[1] Dino Campana nasce a
Marradi,Firenze, nel 1885 e muore a Scandicci nel 1932.
[3] Poesia di Dino Campana pubblicata
postuma.
[4] Cfr .Lettera a Carrà,1917.
[5] Testo del 1917,da:Dino Campana –
Carmelo Bene,”Canti Orfici”. A cura di Aldo Nove. Bompiani: 1999
[6] Pier Vincenzo Mengaldo:”Poeti
italiani del ‘900”.Oscar Mondadori.2003.
[7] Edoardo Sanguineti:”Poesia
italiana del Novecento”.Einaudi Editore.2007.
[8]‘ Ricerca:’(termine di particolare
uso letterario.)
[9] Sibilla Aleramo:pseudonimo di
Rina Faccio,nasce ad Alessandria nel 1876 e muore a Roma nel 1960.
[10] LX (Sorrento,8 Dicembre
1916),frammento di foglio(Archivio Aleramo)da Sibilla Aleramo,Dino
Campana,Bruna Conti,”Un viaggio chiamato amore:lettere 1916-1918”,Feltrinelli
Editore,2000.
[11]Durante la prima guerra mondiale Dino incontrò Sibilla Aleramo che con lui iniziò una relazione complessa e tormentata.
Ella lo amò per il suo talento, per la verità che le ispirava, incapace, alla fine, di contenere tanto dolore. L’amore nei poeti
è linfa vitale, per la natura, per la donna, per il cosmo, per lui è stata fame divorante.Campana fu riconosciuto poeta dopo l’internamento definitivo in manicomio e sopratutto dopo la morte. Dalla sua follia di poeta emergono visioni notturne,
di un giorno che precipita rapidamente nella malinconia della sera, nel tremore notturno, nel buio dello spirito. La purezza
deriva a Campana da un’infantile, mancata mediazione con la realtà che lo circonda. Il solo strumento è la parola, incompresa, rigettata, nascosta (il manoscritto smarrito, i suoi versi ricomparsiin una soffitta nel 1971) che rimane incontaminata proprio
perché non usata, non sfruttata. Perla di un’ostrica che il fato ha voluto isolare, rinchiudere. La poesia non tollera reclusioni,
il canto è liberazione dagli affanni, è desiderio, è sogno, ricordanza, avvenire che fluisce eallora la parola costretta al silenzio
di Dino Campana, si sprigiona e s’innalza come urlo, come lama, come luna elettrica, come pura energia poetica.La poesia
si svolge in un "eterno presente", incapace di storicizzare la vita interiore, il Poeta, dal primo all’ultimo verso, rivela un’eguale grandezza e tensione. Le esperienze non riescono a collocarsi, a integrarsi sopra un fondale certo e sicuro, sono vissute separatamente, come lampi di luce, schegge di dolore. I frammenti della poetica sono intessuti, tenuti insieme dal sublime
linguaggio, quasi forza primigenia che li contiene, con armonia.
[11]Durante la prima guerra mondiale Dino incontrò Sibilla Aleramo che con lui iniziò una relazione complessa e tormentata.
Ella lo amò per il suo talento, per la verità che le ispirava, incapace, alla fine, di contenere tanto dolore. L’amore nei poeti
è linfa vitale, per la natura, per la donna, per il cosmo, per lui è stata fame divorante.Campana fu riconosciuto poeta dopo l’internamento definitivo in manicomio e sopratutto dopo la morte. Dalla sua follia di poeta emergono visioni notturne,
di un giorno che precipita rapidamente nella malinconia della sera, nel tremore notturno, nel buio dello spirito. La purezza
deriva a Campana da un’infantile, mancata mediazione con la realtà che lo circonda. Il solo strumento è la parola, incompresa, rigettata, nascosta (il manoscritto smarrito, i suoi versi ricomparsiin una soffitta nel 1971) che rimane incontaminata proprio
perché non usata, non sfruttata. Perla di un’ostrica che il fato ha voluto isolare, rinchiudere. La poesia non tollera reclusioni,
il canto è liberazione dagli affanni, è desiderio, è sogno, ricordanza, avvenire che fluisce eallora la parola costretta al silenzio
di Dino Campana, si sprigiona e s’innalza come urlo, come lama, come luna elettrica, come pura energia poetica.La poesia
si svolge in un "eterno presente", incapace di storicizzare la vita interiore, il Poeta, dal primo all’ultimo verso, rivela un’eguale grandezza e tensione. Le esperienze non riescono a collocarsi, a integrarsi sopra un fondale certo e sicuro, sono vissute separatamente, come lampi di luce, schegge di dolore. I frammenti della poetica sono intessuti, tenuti insieme dal sublime
linguaggio, quasi forza primigenia che li contiene, con armonia.
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