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Era intanto
calato il tramonto ed avvolgeva del suo oro il luogo commosso dai ricordi e
pareva consacrarlo. La voce della Ruffiana si era fatta man mano più dolce, e
la sua testa di sacerdotessa orientale compiaceva a pose languenti. La magia
della sera, languida amica del criminale, era galeotta delle nostre anime
oscure e i suoi fastigi sembravano promettere un regno misterioso. E la
sacerdotessa dei piaceri sterili, l’ancella ingenua ed avida e il poeta si
guardavano, anime infeconde inconsciamente cercanti il problema della loro
vita. Ma la sera scendeva messaggio d’oro dei brividi freschi della notte.
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