martedì 2 febbraio 2016

Dino Campana.2.Vassalli su Campana

                


                Sebastiano Vassalli, La notte della cometa - Il romanzo di Dino Campana - .

                     Un’indagine puntigliosa, una  accurata ricostruzione storica,senza
              tuttavia nulla sottrarre alla suggestione narrativa. Suggestione inoltre 
             che Dino Campana deve aver esercitato sull’autore.Basta,per esserne
             convinti,ripercorrere l’excipit del romanzo di Sebastiano Vassalli:
                     " Io cercavo un personaggio con certi particolari connotati. Il caso me 
          l’ha fatto trovare nella realtà storica e da lì l’ho tirato fuori. Con accanimento, 
          con scrupolo, con spirito di verità. […] Ma se anche Dino non fosse esistito,io
          ugualmente avrei scritto questa storia e avrei inventato quest’uomo meraviglioso
          e "mostruoso", ne sono assolutamente certo. L’avrei inventato così”
           [pag. 239]
            La dichiarazione appassionata di una vicinanza che è stata molto fertile.
            Vassalli (che di Campana ha curato anche l’edizione delle Opere – Canti
             e altri versi e scritti sparsi, TEA 1989),si sottopone ad anni di lavoro 
            meticoloso e pieno di fervore:prima  scova,raccoglie e analizza tutto il 
            conoscibile su questo grande poeta, quest’uomo spaventoso e affascinante,
            poi interpreta,racconta e  romanza -  poco e ci avverte sempre, esplicitamente
            quando lo fa - .
            Una sorta di  tragedia greca: Dino ne è il protagonista, la sua “pazzia”
            l’antagonista, i concittadini di Marradi un vero e proprio coro persecutorio 
            di cui gli intellettuali del tempo (i vari Papini, Prezzolini, Soffici, Marinetti,
            Carrà  & C.) sono le spine più aguzze e molto fastidiose anche per noi lettori,
            oggi .La famiglia (La madre,incredibilmente inaccettabile il padre,sempre 
            acquiescente , gli zii,ottusamente collaborativi), i notabili cittadini e le Autorità
            sono invece un vero Olimpo onnipotente, attraversato da mutevoli alleanze tra 
            divinità che si accaniscono sulla vita dell’assolutamente incompreso poeta,
            con diversi gradi di perfidia o di transitorie e brevissime  benevolenze. Quello
            che ho più apprezzato in  quest’opera  è il metodo  che  Vassalli ha scelto per il
             suo percorso: brevi, secchi capitoli, che riportano documenti, testimonianze, 
             stralci di lettere, poesie, prose dello stesso poeta.Uno sguardo cioè tutto esterno, 
             senza incursione alcuna  nell’intimo dello scrittore,senza  induzioni su sentimenti,
             emozioni che lo sguardo di un “altro” ipotetico  contemporaneo– se qualcuno fosse 
             stato presente – non avrebbe potuto cogliere .Ci restituisce così  un uomo, la sua
             mente, il suo corpo martoriato, la sua parabola di poeta, la sua lotta con la società 
             in cui visse, con la chiusura delle avanguardie intellettuali che cercò di forzare.
            Tutto questo ci è restituito con un ‘ attenzione che non si concede mai di immaginare 
             un “back- stage”. Come in una tragedia greca, il dramma è sempre presente sulla
             scena, nei gesti e nelle parole degli attori e del coro.
             E chi è stato dunque Campana?
             Lui  sosteneva: “Essere un grande artista non significa nulla: essere un puro artista,
             ecco ciò       che importa”. Conclude così Vassalli afferma di lui:
            Il grande poeta – dice Dino – è un uomo che vive tutt’intorno nel suo presente e

            lì finisce: come Papini o D’Annunzio. Non ha contemporanei sparpagliati in tutte
            le epoche, non ha dialogo con chi è già passato e con chi ancora deve nascere.
            La sua ombra non è ‘ombra di eternità’. È un uomo, in fondo, normale; uno che 
            diventa grande poeta come un altro diventa Direttore della Cassa di Risparmio,
            con un poco di applicazione, un poco di talento, un poco di circostanze favorevoli.
              […]
            Ma nel pensiero di Dino c’è un futuro in cui l’umanità avrà finalmente capito che
            la poesia può giovarle soltanto a una condizione: d’essere fuori del tempo e dei 
            suoi traffici. Un ponte sull’infinito, un messaggio lasciato a chi non c’è da chi
            non torna più indietro
      Sebastiano Vassalli - LA NOTTE DELLA COMETA.
Il romanzo di Dino Campana–1984-Einaudi Tascabili
                                                                     *°*°*°*°*


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