Sebastiano Vassalli, La notte della cometa - Il romanzo di Dino Campana - .
Un’indagine puntigliosa, una accurata ricostruzione storica,senza
tuttavia nulla sottrarre alla suggestione narrativa. Suggestione inoltre che Dino Campana deve aver esercitato sull’autore.Basta,per esserne convinti,ripercorrere l’excipit del romanzo di Sebastiano Vassalli:
" Io cercavo un
personaggio con certi particolari connotati. Il caso me
l’ha fatto trovare nella realtà storica e da lì l’ho tirato fuori. Con accanimento, con scrupolo, con spirito di verità. […] Ma se anche Dino non fosse esistito,io ugualmente avrei scritto questa storia e avrei inventato quest’uomo meraviglioso e "mostruoso", ne sono assolutamente certo. L’avrei inventato così” [pag. 239] La dichiarazione appassionata di una vicinanza che è stata molto fertile.
Vassalli (che di Campana ha curato anche
l’edizione delle Opere – Canti
e altri versi e scritti sparsi, TEA 1989),si sottopone ad anni di lavoro meticoloso e pieno di fervore:prima scova,raccoglie e analizza tutto il conoscibile su questo grande poeta, quest’uomo spaventoso e affascinante, poi interpreta,racconta e romanza - poco e ci avverte sempre, esplicitamente quando lo fa - .
Una sorta di tragedia greca: Dino ne è il protagonista,
la sua “pazzia”
l’antagonista, i concittadini di Marradi un vero e proprio coro persecutorio di cui gli intellettuali del tempo (i vari Papini, Prezzolini, Soffici, Marinetti, Carrà & C.) sono le spine più aguzze e molto fastidiose anche per noi lettori, oggi .La famiglia (La madre,incredibilmente inaccettabile il padre,sempre acquiescente , gli zii,ottusamente collaborativi), i notabili cittadini e le Autorità sono invece un vero Olimpo onnipotente, attraversato da mutevoli alleanze tra divinità che si accaniscono sulla vita dell’assolutamente incompreso poeta, con diversi gradi di perfidia o di transitorie e brevissime benevolenze. Quello che ho più apprezzato in quest’opera è il metodo che Vassalli ha scelto per il suo percorso: brevi, secchi capitoli, che riportano documenti, testimonianze, stralci di lettere, poesie, prose dello stesso poeta.Uno sguardo cioè tutto esterno, senza incursione alcuna nell’intimo dello scrittore,senza induzioni su sentimenti, emozioni che lo sguardo di un “altro” ipotetico contemporaneo– se qualcuno fosse stato presente – non avrebbe potuto cogliere .Ci restituisce così un uomo, la sua mente, il suo corpo martoriato, la sua parabola di poeta, la sua lotta con la società in cui visse, con la chiusura delle avanguardie intellettuali che cercò di forzare. Tutto questo ci è restituito con un ‘ attenzione che non si concede mai di immaginare un “back- stage”. Come in una tragedia greca, il dramma è sempre presente sulla scena, nei gesti e nelle parole degli attori e del coro. E chi è stato dunque Campana?
Lui sosteneva:
“Essere un grande artista non significa nulla: essere un puro artista,
ecco ciò che importa”. Conclude così Vassalli afferma di lui: Il grande poeta – dice Dino – è un uomo che vive tutt’intorno nel suo presente e lì finisce: come Papini o D’Annunzio. Non ha contemporanei sparpagliati in tutte le epoche, non ha dialogo con chi è già passato e con chi ancora deve nascere. La sua ombra non è ‘ombra di eternità’. È un uomo, in fondo, normale; uno che diventa grande poeta come un altro diventa Direttore della Cassa di Risparmio, con un poco di applicazione, un poco di talento, un poco di circostanze favorevoli. […] Ma nel pensiero di Dino c’è un futuro in cui l’umanità avrà finalmente capito che la poesia può giovarle soltanto a una condizione: d’essere fuori del tempo e dei suoi traffici. Un ponte sull’infinito, un messaggio lasciato a chi non c’è da chi
non torna più
indietro …
Sebastiano
Vassalli - LA NOTTE DELLA COMETA.
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