sabato 8 giugno 2013

Poesia delle Indiane d'America.(21)




















Joy Harjo. 21.      

New Orleans


Questo è il Sud. Cerco testimonianze
di altri Creek,tracce di voci,
scure ossa color tabacco che arrivino vagando
per Conti Street,Royale,o Decatur.
Vicino al Mercato Francese vedo un  cavallo azzurro
raggelato nella prigionia della pietra in mezzo
a una piazza. Portato dagli Spagnoli
in un viaggio senza fine sull’oceano diventò pazzo
furioso. Lo imprigionarono nella roccia
azzurra,dissero
non parlare.
So che non fu solo un  cavallo
                                       a diventare pazzo. 
Vicino c’è un negozio con avori e coltelli.
Ci sono rocce rosse. L’uomo dietro 
al banco non sa di essere dentro
pietre magiche. Dovrebbero scoprirlo prima 
che lo distruggano. Queste cose
hanno memoria,
                           sapete.
Io ho memoria.
                        Nuota nel profondo del sangue,
un delta nella pelle. Nuota al largo dell’Oklahoma,   
nel profondo del Mississippi. Conduce i miei
piedi a questi luoghi:il Quartiere Francese,
stanze che sanno di chiuso,il sole dietro le nuvole dense e
umide,e sento barche che si trascinano su
e giù lungo il fiume.

Il mio spirito viene qui per bere,
il mio spirito viene qui per bere.
Sangue è la corrente sotterranea.
Ci sono voci sepolte nel fango
del Mississippi. Ci sono antenati e futuri bambini
sepolti sotto le correnti mosse da
barche da diporto che vanno avanti e indietro.
Qui ci sono storie fatte di memoria.

Ricordo De Soto.E’ sepolto da qualche parte  in
questo fiume,le sue ossa colate a picco come il tesoro
d’oro che si mise a cercare attraversando mezzo mondo,
venne per cercare  città d’oro,strade lucenti
d’oro battuto per danzarvi con dame di seta.

Avrebbe  dovuto starsene a casa.

                                     (I Creek sapevano di lui miglia
                                    e miglia prima che arrivasse in città.
                                    sognavano spade d’argento
                                    e croci).
E sapevano che era uno di quelli che agognava
qualcosa che il suo cuore non poteva
contenere.
                                 (E De Soto pensava fosse l’oro),
I Creek vivevano in  città di terra,
                                                        non d’oro,
                             intessevano bambini,non oro.
questo non era ciò   che De Soto voleva vedere.
I Creek lo sapevano,e lo annegarono nel
          Mississippi
                       così non avrebbe  dovuto annegarsi lui stesso.

Forse il suo corpo è ciò che io cerco
come prova. Per sapere in un’altra maniera
che la mia memoria è viva.
Ma lui  deve essere scappato, in qualche modo,
perché ho visto  New Orleans,
i palazzi di merletti e seta,
tram su sentieri d’argento battuto,
tombe che spuntano dalla terra soffice di pioggia,
negozi che vendono bambole e con tate nere
con in braccio bambini bianchi.

e so di aver visto De Soto,
                                                                       Bere un drink in Bourbon Street,
                                                                         pazzo furioso
                                                                         e  danzare con una donna d’oro
                                                                         d’oro come il fondo del fiume.   





1 commento:

  1. In data 6 e 7 giugno 2013,in questo blog la serie di dediche ai miei amici lettori di molti paesi si è arrricchita di numerose poesie.Spero siano interessanti anche per i miei amici lettori di paesi diversi.

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