mercoledì 5 giugno 2013

Poesia delle Indiane d'America.(17)


                                                                               
Elizabeth Cook-Lynn



















Elizabeth Cook-Lynn.[1]17.

  
       Il senso di movimento incessante che fa vivere la poesia delle Indiane d’America coinvolge molti luoghi del grande paese,ora spettacolari,ora naturali o urbani,ma anche quelli di un’America indiana nascosta,ma ostinatamente presente “.Il tema del viaggio –scrive Elizabeth Cook-Lynn – permea la poesia americana nativa...viaggio della vita che continua,viaggio delle aspettative umane.” Il viaggio fisico è insieme itinerario spirituale e psicologico,esplorazione  di una geografia dimenticata che prelude all’esplorazione del sé e delle proprie radici. Spesso questa ricerca prende l’avvio dalla ricostruzione di una mitologia apparentemente smarrita sotto il paesaggio tecnologico imposto dalla civiltà dei bianchi. In questo procedere ,come lei stessa sostiene,“nel passato che è sempre passato come è sempre presente”la funzione guida è così affidata al linguaggio e alla tradizione orale. Ma “lo spirito vive...quando siamo appesi per le unghie,remoti e nascosti /all’orlo delle parole”.Entrando nel suono e nello spirito delle parole,entriamo nel mondo della storia orale e dei canti,quel mondo che alimenta esistenza e identità.
Ed il ritorno a casa,casa di un rifugio culturale e di un rinnovamento è per  Elizabeth Cook-Lynn  il
 familiare  spazio aperto della sua prateria che pullula di tutti i suoi numerosi abitanti, allo stesso titolo ,piccoli e grandi,umani e animali.

                                                                                                    
Totem
I nudi fatti.

Lo spirito vive
quando in un moto canta il tuo nome
quando nonno e coyote si fanno caldo
l’un l’altro,e la lucertola s’irrugiada
di terra,guizzante e difficile da uccidere,
quando l’allodola vola dritta e alta alle nuvole
e senti la  poiana che geme ricoperta di cielo e terra,
quando la farfalla parla ancora alle donne,
quando le formiche lottano e muoiono per trasportare pietruzze,
come piccoli semi splendenti,da monticelli di terra ai         sonagli[2],                                          
quando siamo appesi per le unghie,remoti e nascosti,                             
all’orlo delle parole.


La fine arriva veloce
quando il grillo ci dice tutto quello
che sa






[1] Crow Creek Sioux,1930,professore emerito in Natives Studies e in Inglese presso la Eastern WashingtonUniversity dello Stato di Washington,ha fondato l’autorevole rivista Wicazo Sa Review.E’ autrice di poesia ,di racconti e di un romanzo.
[2] Presso gli Indiani Lakota Sioux vige la credenza che le pietruzze più adatte per essere messe dentro le zucche vuote da usare come sonagli nelle varie cerimonie,siano proprio quelle su cui si posano le formiche nella loro incessante e laboriosa ricerca di cibo.



*La riserva indiana Crow Creek è situata sulla riva orientale del fiume Missouri, nel Sud Dakota centrale.
Crow-Creek reservation











1 commento:

  1. Sempre in data 31/5/2013,in questo stesso blog,
    ho inserito altre dediche ai miei amici lettori tedeschi,britannici e statunitensi con post sui poeti Paul Celan, e.e.cummings, Hart Crane e, al 18/5/2013,con Dylan Thomas.
    Spero che siano interessanti come per me.

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