venerdì 7 giugno 2013

Poesia delle Indiane d'America.(19)

















   Joy Harjo.19.   

           Il robusto potere creativo,aggregante e risanatore della parola scritta che parla dell’oralità lo si avverte anche negli esiti formali della poesia .Essa infatti conserva spesso la struttura di antichi canti,del cui andamento magico, incantatorio Joy Harjo fa un uso sapiente ,ad esempio ,nella poesia che segue.



Lei aveva dei cavalli.



Aveva cavalli che erano corpi di sabbia.
Aveva cavalli che erano mappe disegnate di sangue.
Aveva cavalli che erano pelli d’acqua dell’oceano.
Aveva cavalli che erano l’aria azzurra del cielo.
Aveva cavalli che erano mantello e denti.
Aveva cavalli che erano argilla e si spezzavano.
Aveva cavalli che erano roccia rossa scheggiata.

Lei aveva  dei cavalli.                           foto con cavalli

Aveva cavalli con lunghi seni appuntiti.
Aveva cavalli con salde cosce brune.
Aveva cavalli che ridevano troppo.
Aveva cavalli che tiravano sassi nei vetri delle serre.
Aveva cavalli che leccavano lame di rasoi.

Lei aveva dei cavalli.

Aveva cavalli che danzavano tra le braccia delle loro madri.
Aveva cavalli che pensavano di essere il sole e i loro
corpi brillavano e bruciavano come stelle.
Aveva cavalli che di notte ballavano il valzer sulla luna.
aveva cavalli che erano fin troppo timidi,e se ne stavano quieti
in box da loro creati.

Lei aveva dei cavalli.

Aveva cavalli a cui piacevano i canti della Stop Dance dei Creek.
Aveva cavalli che piangevano nella birra.
Aveva cavalli che sputavano alle checche che li rendevano
paurosi di se stessi.
Aveva cavalli che dicevano di non avere paura.
Aveva cavalli che mentivano.
Aveva cavalli che dicevano la verità,e a cui era stata strappata la lingua.

Lei aveva dei cavalli.

Aveva cavalli che chiamavano se stessi” cavallo”.
Aveva cavalli che chiamavano se stessi” spirito”,e tenevano
segrete le loro voci e per sé.
Aveva cavalli che non avevano nome.
Aveva cavalli che avevano libri di nomi.

Lei aveva dei cavalli.

Aveva cavalli che sussurravano nel buio,timorosi di parlare.
Aveva cavalli che gridavano dalla paure del silenzio,che
portavano coltelli per proteggersi dai fantasmi.
Aveva cavalli che aspettavano la distruzione.
Aveva cavalli che aspettavano la resurrezione.

Lei aveva dei cavalli.

Aveva cavalli che si inginocchiavano davanti a ogni salvatore.
Aveva cavalli che pensavano che l’alto prezzo li avesse salvati.
Aveva cavalli che cercavano di salvarla,che di notte andavano
nel suo ,letto e pregavano mentre la violentavano.

Lei aveva dei cavalli.

Aveva dei cavalli che amava.
Aveva dei cavalli che odiava.

E questi erano gli stessi cavalli.


                                                             (continua)









1 commento:

  1. Per la dedica ai miei amici lettori del Regno Unito
    ho scelto un testo di Dylan Thomas che io amo molto;
    per i miei amici lettori spagnoli
    segnalo soprattutto il post intitolato "Il secolo d'argento"
    con i grandissimi del '900;
    per i miei amici francesi le indicazioni sono numerose e diffuse:
    ecco i posts:"Il largo abbraccio";
    "P.Eluard,il mistico dell'amore luminoso";
    J.Prévert,F.Caroutch,M. Delpastre nei"Punti di vista sul corpo";
    e,nel blog gabysouk, il lungo post composito dal titolo
    "Viaggio sull'onda dell'immaginazione".
    A tutti auguro felice lettura!!!

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