martedì 15 giugno 2021

154.Cennavir Kanavi.,Oceano d'occidente.



154..Cennavir Kanavi (1928)
Autore canarese .Funzionario dell’università del  Karnatak a Dharvar, ha al suo attivo parecchi volumi di poesie.


Oceano d’occidente.

I.

Quest’oceano
quel cielo
a bocca aperta si contemplano  per ingoiar l’infinito.
Quanti giorni e quante notti
sul dorso delle onde
avanzano per annegar la deserta  terra del dolore.
Tutte le stagioni insieme han tuonato
dalla bocca dei fiumi.
Le montagne son rimaste indietro,
ignote come un mistero.
Sale e scende quaggiù  l’impero del verde.
Guarda! L’oceano,specchio infinito,
riflette lo splendore del cielo.
Abbiamo i due termini del confronto,
altri pretesti non servono.

II.

Guarda là!
Si  è alzata l’isola,fermandosi per respirare.
Dorme profondamente l’azzurro.
Libere spiegando le vele,
le barche hanno cavalcato le onde
e, fendendo la corrente ,sono salite fino all’orizzonte.
La ferita sull’acqua
scompare in un attimo.
Oggi che profondo silenzio
in questa riva d’occidente!
Una baia
o una nave che oscilla.
Il suo cuore  accoglie mille onde di speranza di vari paesi.
E quei  cavalloni  spumosi
scrivono sulla porta il loro diario.

III.

E’ la festa delle barche, giunte dopo aver  cavalcato flutti  e flutti:
il grido di gioia del  pescatore,
il pesce che salta,
il pesce che danza.
Guarda, quel pesce  che faceva le beffe è finito anche lui nella rete!
Il gabbiano con un pesce nel  becco è volato via.
Invano guizza il prigioniero nella rete
I ragazzi dei pescatori gli son sopra;
posson prendere solo quei doni che l’oceano vuole offrire.

IV.

Pare che proprio ieri ci sia stata una guerra
per distruggere la dinastia d’Adamo.
Pare che il cielo sia venuto a runare
la pace del mondo intero.
come se non bastassero poi la terra ed il cielo,
anche nell’oceano  è caduta una scintilla .
Dobbiamo protegger noi stessi.
Una galleria solca l’acqua nascosta .
Emozione nelle navi.
Intorno parecchi cannoni.
Lassù dal cielo la civiltà
ha fatto cadere una pioggia di bombe.
Pare che il cielo si squarci.
Un’esplosione ha violato anche la riva del  mare.
La mia lingua ha provato
le munizioni della guerra.
Non basta ancora tutto questo?

V.

Quest’oceano
quel  cielo
stanno a bocca aperta  per ingoiar l’infinito.
per cancellare l’età  della geografia:
non sono per annegarsi l’un l’altro?



 Da “POESIA MODERNA INDIANA” ,Guanda ed.
Testi e note a cura di Maria Gabriella Bruni



Nei  poeti  indiani difficilmente troviamo il termine “mare”. Tutti i cittadini del subcontinente infatti non sono circondati  che dall’oceano., che con i suoi remoti orizzonti sollecita evidentemente il loro familiare misticismo.
Ed ecco l’oceano divenire lo specchio del cielo capace di riflettere la sua infinitezza. Per meglio sottolineare la straordinaria suggestione di tanta meraviglia le strofe  a contrasto sul quotidiano dei pescatori ,dei pesci degli uccelli, tutti intenti a prendere i doni che l’oceano vuole offrire. Poi, 
inatteso ,il salto drammatico della vita sulla terra :i suoi abitanti han fatto scoppiare la guerra ,
con tutte le sue atrocità. E quell’oceano e quel cielo che stavano a bocca aperta per ingoiar
l’infinito guardano attoniti l’orrendo spettacolo .Che valga annegarsi  reciprocamente per 
cancellare con la geografia  una visione tanto insensatamente crudele?









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154. La bella sera.

E' la fine del giorno.

Dal cielo nuvoloso sta scendendo,

bella come una ninfa, la sera.

Pian piano.

Nel drappo del buio non c'è alcun senso di mobilità;

serie son le sue dolci labbra;

lì non c'è alcun gioco di sorrisi;

una ridente stella soltanto

su quei neri capelli ricciuti

sembra l'abbishek* della regina del suo cuore.

E' come un rampicante disteso,

è tenera come il petalo d' un fiore ,

ha poggiato il braccio sulle spalle della sua amica solitudine,

come un'ombra cammina per le strade del cielo.

In mano non ha alcuna vina*che suoni,

non c'è alcun colloquio d'amore,

i nupur* non fanno alcun tintinnio, 

c'è solo un'unica quasi inespressa parola:

zitto, zitto, zitto...

Echeggia dovunque -

nel cielo, nel mondo,

negli argentei petali della ninfea di quel lago addormentato,

nel seno turgido della nadi*,orgogliosa della sua bellezza,

nella paziente, seria vetta valorosa dell'Himalaya,

nel mare  della distruzione universale dai flutti ruggenti di tuono,

nella terra, nell'acqua, nell'aria, nei raggi del sole-

c'è solo un'unica quasi inespressa parola:

zitto, zitto, zitto...

Echeggia dovunque .

Che c'è d'altro? Niente.

Scorre quella nadi di vino

ed alle anime stanche ,con affetto,

ne offre una coppa,

le addormenta nel suo grembo,

e dona loro tanti sogni senza memoria .


Quella scompare nel silenzio di mezzanotte,

cresce l'amor del poeta,

dalla bocca bella, addolorata per la separazione,

esce allora spontaneo un canto.    


I componimenti dei poeti del subcontinente indiano proposti in questo blog  provengono dalla 
"POESIA MODERNA INDIANA,testi e note di Maria Gabriella Bruni,

della collana LA FENICE-dell'ed. GUANDA di Parma..


**Suryakant Tripathi " Nirala":(1896-19629 Nacque nel Bengala e mori ad Allahabad.

**Il suo nome d'arte "Nirala " <fuori dal comune, raro>,è, forse,la più vera definizione della sua personalità ,Fu infatti un ribelle contro ogni tradizione letteraria, religiosa, politica.   Estremamente sensibile  alle condizioni degli indiani oppressi durante il dominio inglese, levò la sua voce autorevole a protestare contro la soggezione imposta al sui popolo. Il suo misticismo più vero è quello della maturità e si solleva  a vertici di trasparente purezza. In comune con Tagore ebbe la sorprendente meravigliosa capacità di comporre versi che facilmente possono essere cantati. Fondatore di una scuola poetica-la scuola dell'ombra-liberò la poesia hindi da ogni impaccio di formule e di metri; le sue poesie in versi sciolti ottennero grande e durevole successo. Scrittore eccezionalmente fecondo ,ha pubblicato moltissimi volumi  di canti  e inoltre  poemi epici ,romanzi, racconti e saggi. La rivista "Matuala " da lui fondata a una delle più apprezzata pubblicazioni di studi storici.


*abbishek rito durante il quale l'abluzione  delle sacre immagini è accompagnata da canti e preghiere.

*nupur :piccoli braccialetti tintinnanti che le danzatrici son solite portare alle caviglie.

*nadi : fiume(in hindi è femminile).

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