Dorothy Livesay*
153.A Sechelt
Il mare è la nostra
stagione; né notte né giorno,
né autunno né
primavera, ma questa incostanza
che pure è continente:
questo completo
movimento organico,
oceano della nostra mente
illimitato come la
portata del pensiero, eppure chiuso
fra strette spiagge,
promontori
che l'accettano in
silenzio, l'orecchio alla terra
forma una conchiglia
concava sulla sabbia
per udire il brusio
del mare mentre ingrana la marcia
spumeggiando le sue
poesie sulle nostre mani nervate
gridando contro la
povera pavidità.
Oh vieni a letto
avvolgendomi, lasciati
andare a queste
braccia, a questo sonno, amata e orgogliosa!
Non avrai bisogno di
lenzuola né di sudario.
E ora che cammino sola
sulla ghiaia
sono costretta a
gridare, come il bianco gabbiano
che leggero come neve
sull'onda fluttuante
cavalca e si lamenta.
Sebbene lui
banchetti in eterno
sul petto blu del mare
ed io sia ancorata a
riva, incollata alla sabbia calda.
Calpestando
conchiglie, facendo scappare i granchi
e bruciata dal sole -
pure entrambi,
uccello e umano,
percorriamo il mondo da soli
invocando un'amante
che possa condividere il canto.
e tuttavia accettare
il rifiuto; ridere o rimanere muto;
invocando, e tuttavia
riluttante a rinunciare
per l'altro, ai caldi
silenzi della terra
o al loquace sollievo
del mare.
con cui condividere gioie o silenzi …’
* Dorothy Livesay nasce a Winnipeg, Manitoba, Canada, nel 1909 e muore a Victoria, Canada, nel 1996.
** Sechelt: Sechelt ( parola che indica paese tra due acque.)
vi erano stati inviati dal Divino Spirito per formare il mondo
***Dorothy Livesay , “ A Sechelt”, da Two seasons,1968, in Collected poems 1972,
in Parole sull’acqua, a cura di Caterina Ricciardi e Liana Nissim, Empirìa ed., 1996 .
Nessun commento:
Posta un commento