venerdì 4 giugno 2021

143 Federico Garcìa Lorca.Il Mare

 

143. Lorca, Garcìa Federico     

Federico Garcìa  nasce a Fuente Vaqueros,

Granada, Andalusia, Spagna nel 1898. Muore,

 fucilato dai Falangisti e gettato in una fossa comune,

 senza nome, il 16 agosto 1936  nei pressi di

 Fuente Grande de Alfacar, vicino a Granada

 

a.Il mare

è il Lucifero dell’azzurro.
Il cielo caduto
per voler essere la luce.
Povero mare condannato
a eterno movimento
dopo aver conosciuto
la calma del firmamento!

Ma nella tua amarezza
ti redense l’amore.
Partoristi Venere pura
e la tua profondità
restò vergine, senza dolore.
Le tue tristezze sono belle,
mare di spasimi gloriosi.
Ma oggi invece di stelle
hai verdi polipi.

Sopporta la tua sofferenza,
formidabile Satana.
Cristo camminò sopra di te
e lo fece anche Pan.
La stella Venere è
l’armonia del mondo.
Taccia l’Ecclesiaste!

Venere è il profondo
dell’anima…
…E l’uomo miserabile
è un angelo caduto.
La terra è il probabile
Paradiso perduto.

 

La poesia spesso descrive luoghi, situazioni, immagini.

Il poeta esprime in modo insolito gli aspetti dei luoghi

in cui viviamo, toccando le corde segrete del nostro

animo, attivando l’immaginazione fino a portare nella

sfera del  sogno situazioni che appartengono alla realtà.

 Egli possiede occhi capaci di guardare la natura con

meraviglia e trasfigurarla..

Il mare, grande fonte d’ispirazione,sembra quasi

racchiudere il senso della vita ,intriso ad un tempo

di amore e sofferenza.

Insomma è uno dei luoghi naturali più cantato e

celebrato da poeti di ogni tempo e spazio.

 


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