Dietro l’identità del
marinaio Shabine, ecco come si
presenta Derek Walcott:
Adios, Carenage
[…]
Io sono solamente un
negro rosso che ama il mare,
ho avuto una buona
istruzione coloniale,
ho in me
dell’olandese, del negro e dell’inglese,
sono nessuno, o sono
una nazione.
Ma Marìa Concepciòn era
in ogni mio pensiero
Mentre guardavo il
mare che saliva e scendeva
E il fianco sinistro
dei canotti, golette e yacht
Veniva ridipinto dalle
pennellate del sole
Che in ogni riflesso
scriveva il suo nome;
sapevo, quando la sera
dai capelli scuri indossava
la sua seta splendente
nel tramonto e, ripiegando il mare,
s’infilava sotto il
lenzuolo con il suo riso stellato,
che non ci sarebbe
stata pace, non oblio.
-Ma, allora, quanto c’è di inglese in Walcott?
Dereck Walcott è “una sorta di punto d'incontro di diverse culture, lingue, luoghi e tempi”. Lui stesso ha affermato:-[… ]Io scrivo sì in lingua inglese, ma la melodia di quell'inglese, la sua accentazione, è caraibica. [….] trasfigurata e piegata in una melodia personale[,…] questa che alcuni chiamavano, e altri si ostinano ancora a chiamare, corruzione della lingua, è in realtà la sua forma viva e vitale[[….] “ continuano le sue parole: “Noi, nella mia piccola isola, abbiamo quattro lingue e dunque quattro melodie quattro differenti melodie: francese e francese creolo, inglese e inglese creolo, quattro lingue diverse e quattro diversi vocabolari. Lo stesso si può dire di Trinidad, dove vengono utilizzati l’hindi e l’hindi di Trinidad, l’arabo e l’arabo di Trinidad, il francese e il francese di Trinidad[…] Insomma, sei o sette melodie, che costituiscono una ricchezza alla quale attingere ed è una ricchezza molto superiore a qualsiasi ricchezza che si potrebbe trovare in una qualsivoglia città europea. Se mi svegliassi a Londra, l’unica fonte alle quale attingere sarebbe l’inglese. Questa varietà di melodie e di vocaboli è la ragione per la quale nei Caraibi si è avuta una letteratura insieme molto giovane, ma estremamente ricca e vitale[...]
-Come sappiamo, le Antille, luoghi di passaggio sulla rotta dei commercianti di schiavi, sono state dominate da diversi paesi europei; da ciò l'estrema frantumazione linguistica che ha impedito il nascere di una lingua unitaria[5]. Ma,è proprio in questo multiculturalismo e nel plurilinguismo che si trova l’essenza della creatività e l’elemento identitario dei Caraibi. La marginalità culturale e linguistica divenne ,insomma, una fonte di energia creativa senza precedenti e lo stesso Impero colonizzatore, incredibilmente!, , offrì la prima cassa di risonanza alla nuova produzione letteraria delle Antille.
Walcott, infatti, raggiunge
una certa popolarità grazie al programma radiofonico della BBC Caribbean
Voices.[6]Un programma di grande successo che permise a
lui, come a molti altri scrittori emergenti, caraibici[7] di essere conosciuti in patria e in Inghilterra. E, ben presto, ci si accorse che quella lingua corrotta, nata per necessità
di esprimere una realtà diversa, era diventata una lingua letteraria, creativa
e innovativa e che materiale pre-occidentale, tradizione europea e nuovi testi, creati in altre isole dell’arcipelago[8], si
erano fusi con accenti e ritmi originali. Paradossalmente,
i migliori scrittori in lingua inglese del periodo furono per la maggior
parte neri e originari delle
ex-colonie e molti tra quegli artisti, autori in bilico tra più culture, sentirono,
poi, la necessità di espatriare per
realizzarsi nel loro lavoro e per ricucire la loro identità frammentata.
Walcott però,ancora
oggi, non crede, che l'abbandono dell'isola possa essere una scelta
definitiva, e tutta la sua produzione,
come la sua vita, si è snodata in un intreccio di fughe e ritorni a significare
lo stretto rapporto con il luogo in cui è nato e cresciuto. Alla creazione di
una patria immaginaria[,ha preferito un continuo ritorno che diventa,
per lui, pratica di riappropriazione della sua terra, per secoli dominata da un
potere straniero.
-Descrivere il luogo nelle letterature post-coloniali è un modo di ri-appropriarsi di terre che altri – in forza di un potere a loro riconosciuto- hanno descritto in altre lingue. Ora, la capacità descrittiva di Walcott, per dirla con Brodskij, è ” veramente epica “; nasce da un percorso creativo che giunge alla poesia dopo aver attraversato il mondo della pittura, a lungo praticata dall’autore, che dipinge ancora oggi splendidi acquarelli. Walcott sente di essere davvero il primo a scrivere della sua isola e di avere per questo un ruolo adamitico[10], ovvero di essere, come scrittore, chiamato a nominare le cose, finora raccontate in un’altra lingua da chi, turista o colonizzatore, le ha percepite come una serie di cartoline senza passato, una continua sorpresa dell’occhio nell’estate senza fine dei Tropici. Tutto ciò possiamo trovarlo già in una delle sue prime poesie:
[+] Derek Walcott,” La goletta Flight”, in Mappa del Nuovo Mondo, vv 51-63, op.cit. Traduzione di Roberto Mussapi.
[++] Cfr. Mahmud Darwish, in Oltre l'ultimo cielo, Epoché, pp. 170,2007.
[3] Cfr intervista con Derek Walcott, su www.lellovoce.it
: “Questo può dirsi anche del francese. Anche se per molto tempo la
poesia antillana francofona è stata considerata più una corruzione della lingua
«madre», che un suo arricchimento. …”
[4] Ibidem.
[5] Nei luoghi affidati
all'amministrazione britannica, all'inglese ufficiale della burocrazia si è
presto affiancato l'inglese parlato dalle originarie popolazioni amerinde
(Creole English) e il cosiddetto nation language, che deriva dalla
fusione dell'inglese con le lingue africane, patrimonio dei numerosi schiavi
deportati ai Caraibi come forza lavoro. Le lingue intrecciate e sovrapposte
hanno prodotto lingue creole a lungo oggetto di proibizioni da parte del
sistema coloniale britannico e delle istituzioni, perché veicolo di cultura
bassa troppo vicina alle radici africane.
[6]
Programma che durò dal 1946 al 1958, sotto la direzione di Henri Swanzy.
[7]I lavori di alcuni di questi nuovi scrittori erano
già circolati in forma manoscritta o comparsi in qualche giornale locale di minima tiratura Tra loro la stessa Louise Bennet della
Giamaica, George Lamming, Edward
Kamau Brathwaite delle Barbados; Wilson
Harris della Guyana; Andrew
Salkey, nato a Panama e cresciuto in Giamaica; V.S. Naipaul di Trinidad. Tutti loro collaborarono, poi, regolarmente alla trasmissione, da cui ricavarono anche
sostegno finanziario.
[8] Di lingua inglese, francese,
spagnola o olandese
[9] Cfr. Salman Rushdie, nel saggio Patrie Immaginate: ’ Forse
gli altri scrittori nella mia stessa situazione, esuli o emigrati o espatriati,
sono perseguitatidallo stesso senso di perdita, da un forte desiderio di
riappropriazione, di guardare indietro [...], creeremo delle fiction al posto
delle vere città o paesi , fiction invisibili, patrie immaginarie[...]’(RUSHDIE,
1991: 14).
[10] D. Walcott, dal discorso di
accettazione del Nobel, già citato: ‘ questo processo di ri-nominare, di
trovare nuove metafore, è lo stesso processo
che il poeta deve affrontare ogni mattina del suo giorno di lavoro,
costruendosi nuovi strumenti/ utensili come Crusoe. ‘
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