21.RUSSIA.
a.Boris
Leonidovič Pasternak
«L'arte è nell'erba e bisogna avere
l'umiltà di chinarsi a raccoglierla»
(Boris Pasternak) |
La data di nascita è il 29 gennaio 1890 secondo il calendario giuliano in vigore all'epoca in Russia, il 10 febbraio 1890 secondo il calendario gregoriano. Nato da agiata famiglia ebraica laica assimilata, trascorse l'infanzia in un ambiente intellettuale ed artistico. Suo padre Leonid era artista e professore alla Scuola moscovita di pittura, sua madre, Rosa Kaufmann, era pianista. In "Autobiografia e nuovi versi", Pasternak fornisce una descrizione memorabile e commovente della Mosca della sua infanzia:
«Alla fine del
secolo Mosca conservava ancora la sua vecchia fisionomia di angolo remoto,
tanto pittoresco da sembrare favoloso, con le caratteristiche leggendarie di
una terza Roma e di una capitale dell'epoca eroica, nella magnificenza delle
sue stupende, innumerevoli chiese.»
|
Tra le personalità della cultura – musicisti, artisti e
scrittori – Pasternak ebbe modo di incontrare a casa dei genitori anche Lev
Tolstoj, per il quale suo padre Leonid illustrò i libri.
Pasternak sognava di diventare pianista e compositore e
si dedicava al piano, alla teoria di musica e la composizione. Compiuti gli
studi al liceo tedesco di Mosca nel 1908, però, si iscrisse alla Facoltà di filosofia all'università di quella città. Durante il semestre all'università di Marburgo,
la Philipps-Universität, nell'estate del 1912 e dopo i viaggi in Svizzera e in
Italia,maturò la sua decisione di dedicarsi alla poesia.
Nel 1914 pubblicò la sua prima raccolta di poesie nel
libro Il gemello delle nuvole (Близнец в тучах), seguito da Oltre le
barriere (Поверх барьеров, 1917), che gli portò un riconoscimento ampio
negli ambienti letterari. Dal 1914 fu membro del gruppo di poeti futuristi Centrifuga
(Центрифуга).
Nel1922 Pasternak sposò Evgenija Vladimirovna Lourie da
cui ebbe un figlio. Divorziarono nel 1931. Seguì un secondo matrimonio nel 1934
con Zinaida Nikolaevna Neuhaus; la famiglia si trasferì nel sobborgo moscovita
di Peredelkino nel 1936.
«Vivere significa
sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione,
lanciarsi e cercare di arrivarci.»
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(Boris Pasternak, Il
dottor Živago)
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Dopo la II guerra mondiale Pasternak mise mano al suo primo
e unico romanzo,Il dottor Živago
(Доктор Живаго). Il romanzo venne rifiutato dall'Unione degli Scrittori che ai
tempi del regime bolscevico-stalinista non poteva permettere la pubblicazione
di un libro che,fortemente autobiografico,raccontava i lati più oscuri della Rivoluzione
d’Ottobre. La stesura dell'opera, che fu bandita dal governo, fu causa per
l'autore di persecuzioni intellettuali da parte del regime e dei servizi
segreti che lo costrinsero negli ultimi anni della sua vita alla povertà e all'isolamento.
Tuttavia il manoscritto riuscì a superare i confini sovietici e l’opera, nel 1957,
venne pubblicato per la prima volta in Italia, tra molte difficoltà, dall’Editore
Feltrinelli in una edizione diventata
poi storica.Il romanzo si diffonderà in occidente e in breve tradotto in più
lingue, diventerà il simbolo della testimonianza della realtà sovietica.
Nel 1958, Il dottor Živago determinerà a Pasternak
l'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura.. Proprio l'assegnazione del
premio scatenò una vicenda singolare che vide il coinvolgimento dei servizi
segreti occidentali.
Infatti il regolamento dell'Accademia Svedese, ente
designato a scegliere il vincitore del Premio Nobel per la letteratura, prevede
che per ottenere il riconoscimento, l'opera in questione debba essere stata
pubblicata nella
lingua materna dell'autore, requisito di cui Il dottor
Živago difettava. Pertanto, a pochi giorni dal momento in cui
l'assegnazione avrebbe dovuto essere resa nota, un gruppo di agenti della Cia e
dell'intelligence britannica riuscì ad intercettare la presenza di un
manoscritto in lingua russa a bordo di un aereo in volo verso Mala. Obbligarono
così l'aereo a deviare, per entrare in possesso momentaneamente del manoscritto
che, fotografato pagina per pagina, fu precipitosamente pubblicato su carta con
intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe.
Questo lo stratagemma per consegnare il capolavoro perseguitato alla verità e
al merito del Premio Nobel.
Dapprima Pasternak inviò un telegramma a Stoccolma per
esprimere la sua gratitudine attraverso parole di sorpresa e incredulità. Alcuni
giorni più tardi, in seguito a pressanti minacce e avvertimenti da parte del
KGB a proposoto della sua definitiva espulsione dalla Russia e la confisca
delle sue già limitatissime proprietà, lo scrittore con rammarico comunica
all'organizzazione del prestigioso premio la sua rinuncia per motivi di
ostilità del suo Paese. Pasternak
rifiuta così la fama, il denaro del premio e il
riconoscimento che avrebbe trovato all'estero per non vedersi negata
la possibilità di rientrare nell'URSS. Da allora
trascorrerà il resto dei suoi giorni senza aver ritirato il premio e tuttavia
perseguitato. Morirà due anni più tardi in povertà (non aiutato da chi in
Italia e in altre nazioni si arricchiva con la vendita del suo romanzo) a Peredelkino,
nei dintorni moscoviti, nel 1960.
Da questo capolavoro sarà tratto il il film omonimo di
successo (1965) con Omar Sharif,Julie Christie,Geraldine Chaplin,Alec
Guinness,Rod Steiger.Il romanzo fu pubblicato legalmente in Russia solo nel 1988,
nel periodo di riforma dell'Unione sovietica promosso da Gorbačëv, e sarà nel 1989
che il figlio dell'autore Evgenij si recherà in Svezia per ritirare il premio inutilmente
conferito al padre 31 anni prima. Evgenij, che ha dedicato la vita alla memoria
del padre, pubblicando edizioni critiche della sua opera e scrivendo una
biografia particolarmente analitica. Evgenij Borisovič Pasternak è morto a
Mosca il 31 luglio 2012, all'età di 88 anni.
I.Il vento
Io sono già morto e tu vivi
ancora.
E il vento,
con gemiti e pianto,
fa oscillare il bosco e la dacia.
E non per proprio conto ogni pino,
ma tutti insieme gli alberi
nella loro distesa sconfinata,
come armature di velieri
sulla superficie d’una baia.
E non per tracotanza
o per vano furore,
ma per trovare nell’angoscia le parole
d’un canto di culla per te.
1953-Traduzione
di Angelo Maria Ripellino
da:il dottor
zivago,feltrinelli,1957
II.il vento
Io son finito, tu sei viva.
E il vento, con lamento e pianto,
scuote il bosco e la dacia.
Non ogni pino a sé,
ma tutti insieme gli alberi
con tutta la sconfinata lontananza,
quali scafi di velieri
sullo specchio di una baia.
E non per arditezza questo
o furia vana,
ma nell’angoscia per trovare parole
a te per una ninna-nanna.
1953 (Traduzione di Mario Socrate)
БОРИС ПАСТЕРНАК
ВЕТЕР
Я кончился, а ты жива.
И ветер, жалуясь и плача,
Раскачивает лес и дачу.
Не каждую сосну отдельно,
А полностью все дерева
Со всею далью беспредельной,
Как парусников кузова
На глади бухты корабельной.
И это не из удальства
Или из ярости бесцельной,
А чтоб в тоске найти слова
Тебе для песни колыбельной. (1953)
И ветер, жалуясь и плача,
Раскачивает лес и дачу.
Не каждую сосну отдельно,
А полностью все дерева
Со всею далью беспредельной,
Как парусников кузова
На глади бухты корабельной.
И это не из удальства
Или из ярости бесцельной,
А чтоб в тоске найти слова
Тебе для песни колыбельной. (1953)
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