*b.Sandro Penna.
Sandro Penna nasce a Perugia
nel 1906, da una famiglia borghese.
Compie studi irregolari, diplomandosi infine in ragioneria. Nel 1929 si stabilisce
a Roma dove, ad eccezione di un breve periodo a Milano, trascorre tutta la sua
esistenza.
Pubblica la sua prima raccolta, Poesie, nel 1939, grazie anche all’interessamento da parte di Umberto
Pubblica la sua prima raccolta, Poesie, nel 1939, grazie anche all’interessamento da parte di Umberto
Saba a cui aveva inviato in
visione alcuni suoi componimenti.
Poeta solitario e anticonformista rimane estraneo a scuole, correnti ed ambienti letterari ufficiali.
La sua è una poesia di emozioni, sensazioni e immagini. Egli ricorre ad uno stile tradizionale, ad una musicalità “facile”, e rifiuta ogni genere di sperimentalismo e di avanguardia.. Vicino per la limpida prosaicità all’ermetismo egli conservò la più totale indipendenza da ogni forma di catalogazione. Si
Poeta solitario e anticonformista rimane estraneo a scuole, correnti ed ambienti letterari ufficiali.
La sua è una poesia di emozioni, sensazioni e immagini. Egli ricorre ad uno stile tradizionale, ad una musicalità “facile”, e rifiuta ogni genere di sperimentalismo e di avanguardia.. Vicino per la limpida prosaicità all’ermetismo egli conservò la più totale indipendenza da ogni forma di catalogazione. Si
esprime al meglio
in componimenti brevi e intensi, vere e proprie folgorazioni poetiche.E’ insomma
un esempio di libertà e di indipendenza che si percepiscono sincere e proprie
nel lavoro poetico.Ha
vissuto a Milano
per qualche tempo,come commesso di libreria.Si stabilisce infine a Roma ,dove
vive
di scelte e rare
pubblicazioni e dei suoi rari impieghi
oscillanti.
Muore a Roma nel 1977 nell’ombra e in povertà.
Muore a Roma nel 1977 nell’ombra e in povertà.
I. Mi nasconda la notte e il dolce
vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico amico fiume lento.
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.
La luna si nasconde e poi riappare
– lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare. [8]
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico amico fiume lento.
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.
La luna si nasconde e poi riappare
– lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare. [8]
Contemporaneamente
allo slancio vitalistico del poeta fanciullo, coesiste in Penna una pulsione
di segno opposto,
che confligge con l’immagine di poeta ingenuo e perennemente innamorato:
In liriche come
questa possiamo conoscere tutto il conflitto intorno a cui ruota la poetica di
Sandro
Penna; uomo in
tensione tra lo sterminato amore per il mondo e una dimensione quasi lunare,
notturna e
solitaria. Ma il male di vivere di Penna è sempre circoscritto e mai centrale,
è come
mitigato dallo
slancio di un amore, una continua perdita che definisce e informa la sua
poesia.
II. AUTUNNO
Il vento ti ha
lasciata un’ eco chiara,
Nei sensi, delle cose che hai vedute
-confuse- il giorno. All’ apparir del sonno
Difenderti non sai : un crisantemo,
Un lago tremulo e una esigua fila
D’ alberi gialloverdi sotto il sole.
Nei sensi, delle cose che hai vedute
-confuse- il giorno. All’ apparir del sonno
Difenderti non sai : un crisantemo,
Un lago tremulo e una esigua fila
D’ alberi gialloverdi sotto il sole.
Il suo paesaggio poetico è spesso
caratterizzato da una natura luminosa, inondata dal sole; compito del poeta è
quello di arginare e tradurre un amore straripante per il mondo in versi
concisi, inventando una lingua semplice, ai limiti del banale (o
"borghese", come disse Garboli ):
Amavo ogni cosa nel mondo. E non
avevo
che il mio bianco taccuino sotto il sole.
che il mio bianco taccuino sotto il sole.
La poesia è per Penna uno slancio costante
e infinito, una tensione continua volta a ripetere le evocazioni di un io
innamorato del mondo, i sentimenti di una gioia primordiale nei confronti di
una natura percepita, nella sua complessità, "con tutti i sensi
accesi", come dirà in un suo verso. Ma l’amore, topos dell’intera poetica
penniana, si condensa spesso nelle forme nevrotiche di una frustrazione
invincibile, in una disparità insolvibile tra desiderio e oggetto del
desiderio.
III.Al pari di un profilo conosciuto,
o meglio sconosciuto, senza pari
Fra gli altri animali, unica terra
La tua forma casuale quanto amai.
Nel chiuso lago, solo, senza vento
La mia nave trascorre, ad ora ad ora.
Fremono i fiori sotto i ponti. Sento
La mia tristezza accendersi ancora.
o meglio sconosciuto, senza pari
Fra gli altri animali, unica terra
La tua forma casuale quanto amai.
Nel chiuso lago, solo, senza vento
La mia nave trascorre, ad ora ad ora.
Fremono i fiori sotto i ponti. Sento
La mia tristezza accendersi ancora.
Sandro Penna, in Poesia italiana del
Novecento, Skira editore - Berenice, Milano
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