Vasilij Filippov*
"La parola chiave è 'vista' : Filippov è un poeta-vista. Proprio la percezione visiva domina nella sua poesia. Egli dà fiducia proprio a questo organo: grazie ad esso può non solo osservare, ma anche costruire le più audaci associazioni, dissolvendo il proprio 'io' nel flusso dell'inconscio."
-Paolo Galvagni-
"Dall'appartamento all'undicesimo
piano
Si vede la cupola di Isacco – cresce nell'anima.
Si vede la cupola di Isacco – cresce nell'anima.
La città-miraggio
Si dispone giù.
Au!
Si dispone giù.
Au!
La promessa di vita eterna è
all'orizzonte,
Dove sono le cupole e le nuove costruzioni.
Dove sono le cupole e le nuove costruzioni.
Là, all'orizzonte, nasce qualcosa
E mi assale il singhiozzo.
E mi assale il singhiozzo.
Intristirsi insieme alla cattedrale
Smol'nyj
Per una rapida resurrezione,
Mangiare i pomodori.
Per una rapida resurrezione,
Mangiare i pomodori.
La vita eterna giungerà da dietro
l'orizzonte
Come l'angelo del fronte di nubi.
Come l'angelo del fronte di nubi.
Bevo il tè sul balcone,
Sono sepolto
Sono sepolto
Nel corpo,
Nella fanciulla.
Nella fanciulla.
Un passo e volerai giù come una moneta
da cinque
copechi,
Si distende sull'asfalto un iris insanguinato.
copechi,
Si distende sull'asfalto un iris insanguinato.
Tremo, sono sospeso sull'abisso.
Qualcuno sussurra: "Riprenditi"."
Qualcuno sussurra: "Riprenditi"."
*Vasilij Filippov nasce nel 1955 a Losinka, sugli Urali. Partecipa attivamente agli incontri guidati da David Dar. Scrive poesie, racconti surrealisti, articoli filosofici e teologici. Nel 1979 viene rinchiuso in manicomio; scappa, per poi finire nel carcere psichiatrico. I suoi versi sono apparsi in numerose riviste. Ha pubblicato quattro raccolte poetiche. Nel 2001 vince il premio Andrej Belyi.
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