martedì 26 novembre 2019

17.ITALIA.f.Eugenio Montale.IV.Maestrale






f.Eugenio Montale è stato un poeta e scrittore italiano, premio Nobel
per la  letteratura nel 1975. Montale ha scritto relativamente poco: 
quattro raccolte di  brevi liriche, un "quaderno" di traduzioni di poesia
e vari libri di traduzioni in prosa, due volumi di critica letteraria e uno
di prose di fantasia.Aciò si aggiungono gli articoli della collaborazione
al Corriere della Sera.Il quadro è perfettamente coerente con l'esperienza
del mondo così come si costituisce nel suo animo negli anni di formazione,
 che sono poi quelli in cui vedono la luce le liriche della raccolta Ossi di 
seppia.
                                                       *****

Il terzo , al contrario, è molto più calmo rispetto agli altri due, accarezza il
mare e lo scompiglia un po’, infatti il testo si apre con “S’è rifatta la calma /
nell’aria”.
Nel testo qui di seguito citato, infatti, il poeta descrive l'arrivo del Maestrale,
 il quale, provenendo da nord-ovest, porta il bel tempo, la calma, il mare
rasserenato: «Una carezza disfiora / la linea del mare e la scompiglia / un
 attimo, soffio lieve che vi s'infrange e ancora / il cammino ripiglia». L'agave
 rifiorisce e  sugli steli vede comparire i suoi primi germogli. La poesia si
 chiude  con un movimento di elevazione, dove l'inquietudine esistenziale
 del poeta si riflette nel desiderio di autotrascendimento del cosmo: «Sotto
 l'azzurro fitto / del cielo qualche uccello di mare se ne va; / né sosta mai;
perché tutte le immagini  portano scritto: "più in là"».

IV.Maestrale

S'è rifatta la calma
nell'aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli*, qualche palma
a pena svetta.

Una carezza disfiora**
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s'infrange e ancora
il cammino ripiglia.

Lameggia*** nella chiaria****
la vasta distesa, s'increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia
vita turbata.

O mio tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto coi germogli fioriti
sulle tue mani, guarda:
sotto l'azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
" più in là "!


*broli,scogli
** disfiora,sfiora 
***lameggiare,mandare bagliorii come di  lame
****chiaria,chiarore

Queste non sono le uniche poesie in cui Montale parla del vento: nella
maggior parte delle poesie in cui si parla di miracolo, il vento  è presente
Infatti,il motivodel cuore,già metonimico della poesia nascente,viene  
svolto da Montale anche in un’altra poesia coeva ancora più debussyana
 di Minstrels,Corno inglese.
Poesia giovanile del poeta,dove si esprime il desiderio di trovare un accordo
del cuore con il mondo della natura.Però il cuore è uno strumento incapace
di accordo Un accordo che tuttavia la scelta della scrittura poetica intesse sia
con la musica di Debussy nonché con la pittura degli impressionisti.Una
scrittura da cui scaturiscono impressioni immediate  di colori e di immagini 
immediate e una musicalità spontanea impressa dal ritmo e dalle  ricercate
sonorità  del verso.


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