martedì 19 novembre 2019

14.INDIA .a.Mahadevi Varma..I.[Mentre la luna lavava la notte nera,




14.INDIA

a.Mahadevi Varma

Nasce a Moradabad (sito dell’Uttar Pradesh,nord dell’India)nel 1907
e muore nel 1987. Con Jay Śaṅkar Prasād, Sumitrānandan Pant e
Sūryakant Tripāṭhī “Nirāla”partecipa al movimento chayavad. Il
termine deriva dall’unione di due vocaboli: chāyā, “ombra, parvenza”
e vād, suffisso corrispondente all’italiano “-ismo” che in hindī può
indicare anche “teoria, discussione o movimento”. Nell’accezione
più positiva, venne tradotto come Movimento delle Ombre,
intendendo le ombre come parvenze di significato trapelate dai
simbolismi tipici. Nell’accezione  più negativa, invece, il movimento
venne additato come crepuscolare Essi apportarono una rivoluzione
nella sensibilità e nella concezione della letteratura, con riverberi
ancora ravvisabili nella poesia hindī attuale. Lo stile è tipico per la
pluralità di significati, ogni immagine è tratta dall’ambiente naturale,
la natura è una risorsa di visione, fonte di meraviglia, di nuove
sensazioni.Qui possiamo confrontarci con uno dei numerosi esempi
in cui Mahadevi Varma riveste del suo  misticismo le vicende dei suoi
personaggi.
         
I.[Mentre la luna lavava la notte nera]

Mentre la luna lavava la notte nera,
sciogliendo quei capelli d’ebano nel proprio chiarore,
sussurrava al bocciolo la primavera:
“Dimmi il prezzo del tuo nettare!”
             Il  vento pazzo scuoteva nella polvere
             la rugiada delle ghirlande:
             per insegnare la musica della vita
             Tu sei venuto su questa sponda.
Stendeva la rete dei sogni
quel margine della tua compassione,
il sorriso di quelle labbra
mi ha immerso in un dolce dolore;
               io dimenticavo le melodie apprese,
               le mie mani scivolavano spesso dallo strumento;
               Tu provavi allora,Amore mio,
               tenerezza per le mie dimenticanze.
Da allora quanti secoli sono passati,
quante piccole luci abbandonate alla corrente,
ma non ho potuto apprendere
la Tua incantevole melodia.
           Sfinita,non posso più cantare,
           le dita son stanche,scordato lo strumento :
           nel flauto del mondo oggi
           raccogli questa voce indistinta!

da Poesia moderna indiana,ed.Guanda.
Testi a cura di Maria Gabriella Bruni.



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