i.Yang Lian
Nasce
a Berna nel 1955 e ritorna in Cina con la famiglia nello stesso anno.Mal
sopporta un primo lungo periodo di lavoro in campagna, come la gran parte dei
giovani cinesi negli anni
settanta ,cui fa
seguito una lunga serie di lunghi viaggi nelle
regioni periferiche dela Cina,che gli forniscono paradossali occasioni di ricerca poetica.Al di là dell’apparenza “eroica”
regioni periferiche dela Cina,che gli forniscono paradossali occasioni di ricerca poetica.Al di là dell’apparenza “eroica”
della sua poesia giovanile,la
“temporalità” della Cina è
sospesa, è tutt’altro che retorica.Al contrario è sospesa al
campo di rovine Yuanmingyuan,vicino al quale il poeta è cresciuto,a cui egli chiede di essere testimoni della sua
“nascita poetica”,pur costituendo esse a loro volta “ultime
volontà” divenute“la maledizione”di quella stessa nascita
Esse tuttavia ,attraversate dalla poesia,si rimettono
stranamente in movimento:quel che delimita il pensiero si
apre sull’indefinitamente lontano,grazie alla strana luce
che da quelle rovine promana.
sospesa, è tutt’altro che retorica.Al contrario è sospesa al
campo di rovine Yuanmingyuan,vicino al quale il poeta è cresciuto,a cui egli chiede di essere testimoni della sua
“nascita poetica”,pur costituendo esse a loro volta “ultime
volontà” divenute“la maledizione”di quella stessa nascita
Esse tuttavia ,attraversate dalla poesia,si rimettono
stranamente in movimento:quel che delimita il pensiero si
apre sull’indefinitamente lontano,grazie alla strana luce
che da quelle rovine promana.
E’
uno degli elementi fondanti del gruppo che orbita
intorno alla rivista JINTIAN(Oggi).Sulla polemica intorno
alla poesia cinese menglong, ha affermato che possiede un
severo“senso dell’esistenza”e che ,rispetto alla lingua, essa
sente profondamente l’oppressionedi storia e cultura di cui
essa stessa è permeata.Noi non possiamo far altro che
cercare individualmente di ricreare una tradizione.”
intorno alla rivista JINTIAN(Oggi).Sulla polemica intorno
alla poesia cinese menglong, ha affermato che possiede un
severo“senso dell’esistenza”e che ,rispetto alla lingua, essa
sente profondamente l’oppressionedi storia e cultura di cui
essa stessa è permeata.Noi non possiamo far altro che
cercare individualmente di ricreare una tradizione.”
[Le virgolette intendono
specificare le parole del poeta
contenute nelle risposte al citato questionario
proposto
ai poeti della raccolta edita da Einaudi dai curatori
Claudia Pozzana e
Alessandro Russo]
Da
“CONFESSIONE”
Alle rovine delloYuanmingyuan
I.Nascita
II.Lingua
III.Anima
[....]
IV. Omaggio alla poesia.
Il vecchio secolo scopre la
fronte
e scuote le spalle ferite
la neve copre le rovine - bianca e inquieta
come schiuma d’onde ,si
muove in una selva oscura
una voce sperduta ci giunge
da quegli anni
non ci sono strade
attraverso questa terra che
la morte ha reso misteriosa
Il vecchio secolo ingannando
i suoi figli
lascia ovunque scritte irriconoscibili
la neve sulla pietra
corregge la sporcizia decorata
io stringo nelle mani la mia
poesia
chiamami! Nell’istante
anonimo
la barca del vento portando la storia è passata in fretta
dietro di me – come un’ombra
mi segue una fine.
Dunque,ho capito:
un gemito non è un
rifiuto,le dita della fanciulla e
il modesto mirto sono
immersi nei cespugli viola
sguardi come meteoriti si tuffano
nell’oceano immenso
ho capito che ogni anima
infine sorgerà di nuovo
portando il profumo fresco e
umido del mare
portando l’eterno sorriso e
la voce che non si piega
salendo verso il
puro mondo azzurro
e io declamerò il mio poema
Crederò che ogni ghiacciolo
è il sole
queste rovine,essendoci io,
diffondono una strana luce
tra questi campi pietrosi ho
ascoltato un camto
mi nutre un seno pieno di
gemme
avrò nuova dignità e sacro
amore
sui campi candidi denuderò
un cuore
sul cielo candido denuderò
un cuore
e sfiderò il vecchio secolo
perché sono poeta
Sono poeta
se voglio che la rosa
sbocci,la rosa sboccerà
la libertà tornerà ,portando
la sua piccola conchiglia
in cui risuona l’eco di una
tempesta
l’aurora tornerà,la chiave
dell’alba
ruoterà nella giungla,i
frutti
maturi lanceranno fiamme
anch’io tornerò,a scavare di
nuovo
il destino doloroso
a coltivare questa terra
nascosta dalla neve.
Maggio 1980 – gennaio 1981
Traduzione di Alessandro
Russo
In “NUOVI POETI CINESI”
a cura di Claudia e Alessandro Russo.Einaudi Editire,1996.
Mi scuso con i miei amici lettori di postare solo oggi questo componimento che doveva essere a conclusione della serie dedicata alla poesia cinese contemporanea.Purtroppo il
mio infedele PC.doveva averlo ingoiato in qualche suo
recesso misterioso ed io ho dovuto ricostruire tutta la
documentazione, contravvenendo così alla scansione
più logica e naturale.
E' un poeta che apprezzo molto per l'equilibrio che sa
raggiungere nell' intreccio che sa creare tra la dimensione
storica e quella lirica e che inoltre mi aiuta a capire le
ragioni che determinano l'atmosfera quasi mai gioiosa
che promana dai versi dei poeti cinesi contemporanei.
...e sì, la luce gelida sulle rovine, la disillusione di un
secolo difficile, ma quella meravigliosa affermazione di onnipotenza -
se voglio che la rosa sbocci, la rosa sboccerà - è, credo,
quello che ci ripetiamo tutte le mattine sfidando venti
ostinati e contrari. Dunque lo aggiungerò al mio breviario laico .
se voglio che la rosa sbocci, la rosa sboccerà - è, credo,
quello che ci ripetiamo tutte le mattine sfidando venti
ostinati e contrari. Dunque lo aggiungerò al mio breviario laico .
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