lunedì 4 novembre 2019

8.CINA.i.Yamg Lian.I.Omaggio alla poesia.





 

i.Yang Lian

Nasce a Berna nel 1955 e ritorna in Cina con la famiglia nello stesso anno.Mal sopporta un primo lungo periodo di lavoro in campagna, come la gran parte dei giovani cinesi negli anni 
settanta ,cui fa seguito una lunga serie di lunghi viaggi nelle 
regioni periferiche dela Cina,che gli forniscono paradossali occasioni di ricerca poetica.Al di là dell’apparenza “eroica”
della sua poesia giovanile,la “temporalità” della Cina è
sospesa, è tutt’altro che retorica.Al contrario è sospesa al 
campo di rovine Yuanmingyuan,vicino al quale il poeta è cresciuto,a cui egli chiede  di essere testimoni della sua 
“nascita poetica”,pur costituendo esse a loro volta  “ultime
volontà” divenute“la maledizione”di quella stessa nascita
Esse tuttavia ,attraversate dalla poesia,si rimettono 
stranamente in movimento:quel che delimita il pensiero si 
apre sull’indefinitamente lontano,grazie  alla strana luce 
che da quelle rovine promana.

E’ uno degli elementi fondanti del gruppo che orbita 
intorno alla rivista JINTIAN(Oggi).Sulla polemica intorno 
alla poesia cinese menglong, ha affermato che possiede un 
severo“senso dell’esistenza”e che ,rispetto alla lingua, essa 
sente profondamente l’oppressionedi storia e cultura di cui 
essa stessa è permeata.Noi non possiamo far altro che 
cercare individualmente di ricreare una tradizione.”

 [Le virgolette intendono specificare le parole del poeta
contenute nelle risposte al citato questionario proposto 
ai poeti della raccolta edita da Einaudi dai curatori 
Claudia Pozzana e Alessandro Russo]



Da “CONFESSIONE”

Alle rovine delloYuanmingyuan

 I.Nascita
II.Lingua
III.Anima


[....]

IV. Omaggio alla poesia.



Il vecchio secolo scopre la fronte

e scuote le spalle ferite

la neve copre le rovine  - bianca e inquieta

come schiuma d’onde ,si muove in una selva oscura

una voce sperduta ci giunge da quegli anni

non ci sono strade

attraverso questa terra che la morte ha reso misteriosa



Il vecchio secolo ingannando i suoi figli

lascia ovunque scritte irriconoscibili

la neve sulla pietra corregge la sporcizia decorata

io stringo nelle mani la mia poesia

chiamami! Nell’istante anonimo

la barca del vento  portando la storia è passata in fretta

dietro di me – come un’ombra

mi segue una fine.



Dunque,ho capito:

un gemito non è un rifiuto,le dita della fanciulla e

il modesto mirto sono immersi nei cespugli viola

sguardi come meteoriti si tuffano nell’oceano immenso

ho capito che ogni anima infine sorgerà di nuovo

portando il profumo fresco e umido del mare

portando l’eterno sorriso e la voce che non si piega

salendo  verso il puro mondo azzurro

e io declamerò il mio poema



Crederò che ogni ghiacciolo è il sole

queste rovine,essendoci io, diffondono una strana luce

tra questi campi pietrosi ho ascoltato un camto

mi nutre un seno pieno di gemme

avrò nuova dignità e sacro amore

sui campi candidi denuderò

    un cuore

sul cielo candido denuderò

   un cuore

e sfiderò il vecchio secolo

perché sono poeta



Sono poeta

se voglio che la rosa sbocci,la rosa sboccerà

la libertà tornerà ,portando la sua piccola conchiglia

in cui risuona l’eco di una tempesta

l’aurora tornerà,la chiave dell’alba

ruoterà nella giungla,i frutti

    maturi lanceranno fiamme

anch’io tornerò,a scavare di nuovo

    il destino doloroso

a coltivare questa terra nascosta dalla neve.



Maggio 1980 – gennaio 1981


Traduzione di Alessandro Russo


In “NUOVI POETI CINESI” 
a cura di Claudia e Alessandro Russo.Einaudi Editire,1996.


Mi scuso con i miei amici lettori di postare solo oggi questo componimento che doveva essere a conclusione della serie dedicata alla poesia cinese contemporanea.Purtroppo il 
mio infedele PC.doveva averlo ingoiato in qualche suo
recesso misterioso ed io ho dovuto ricostruire tutta la
documentazione, contravvenendo così alla scansione 
più  logica e naturale.
E' un poeta che apprezzo molto per l'equilibrio che sa
raggiungere nell' intreccio che sa creare tra la dimensione
storica e quella lirica e che inoltre mi aiuta a capire le
ragioni che determinano l'atmosfera quasi mai gioiosa 
che promana dai versi dei poeti cinesi contemporanei.
...e sì, la luce gelida sulle rovine, la disillusione di un secolo difficile, ma quella meravigliosa affermazione di onnipotenza -
 se voglio che la rosa sbocci, la rosa sboccerà - è, credo, 
quello che ci ripetiamo tutte le mattine sfidando venti 
ostinati e contrari. Dunque lo aggiungerò al mio breviario laico .

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