giovedì 6 dicembre 2018

Lo specchio in Jean Charles Vegliante. 15



EUROPA 


Francia



15.LO SPECCHIO IN JEAN CHARLES VEGLIANTE


 In questo poeta contemporaneo di origine italiana lo specchio non rappresenta che lo scenario

 ingannevole che  aiuta ad essere forti per sopportare la verità secondo cui dietro non c'è che il
 nulla.

 Jean Charles Vegliante


Nato a Roma nel 1947, Jean-Charles Vegliante vive a Parigi ed è un poeta francese alla cui produzione in proprio ha costantemente abbinato nel corso della vita una vasta e qualificatissima opera di traduzione di poeti italiani: da Dante ai poeti del Novecento e contemporanei, passando per Leopardi, Belli, Pascoli, D’Annunzio, Ungaretti, Montale, Sereni, Calogero, Pasolini, Fortini, Amelia Rosselli e altri.
Oltre che valido traduttore e intraprendente corifeo della letteratura italiana in Francia, Vegliante è autore di notevoli saggi di critica, teoria letteraria e anche, specificatamente, di teoria della traduzione, con testi (tra cui l’ormai classico D’écrire la traduction”) sul ritmo, la scrittura bilingue, la forma poetica, i fenomeni della “translatio”, le scritture in versi connesse con l’emigrazione. Si è occupato inoltre di narratori come Morselli, Primo Levi e Camilleri. Professore emerito all’Università Sorbonne Nouvelle-Paris 3, Jean-Charles Vegliante ha fondato e dirige tuttora il Centre Interdisciplinaire de Recherche sur la Culture des Échanges (CIRCE) 
 Dalla recensione  della premiazione quale vincitore del premio Betocchi  - novembre 2018-


 
Sui prati saccheggiati,

dal ghiaccio e dal vento di questo inverno,


rasi , come passati al compressore,

dominano cisterne stipate

di disperazione .Via ,come puoi pretendere

che in noi persista  un’eterna primavera?

Tutto delude la tua speranza di natura,

di grande fermento che t’han fatto ridere

saltare su con la voce

stridula d’un altro, dove la morte non arriva

niente più bellezza per chi rimane

chiuso in sé e nelle tristi meraviglie

del tempo infantile .Niente più che il lampo

d’un passato senza memoria, enigma o madonna,

bardato di perfezione che concede e nasconde

appena un nome d’acqua chiara, adorabile.

Era dunque questo, ti rendi conto, il povero

scenario, lo specchio che aiuta a sopportare

l’inganno a cui loro si fortificano  …

Dietro non c’è niente né donna né terra,

Niente da aspettare, da tenere, da vivere.


da”Nel lutto della luce” ed. Einaudi

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