giovedì 20 dicembre 2018

Lo specchio in Bruno Barilli.28


EUROPA


Italia

Lo specchio in Bruno Barilli
Barilli si serve degli specchi per l'uso più abitualmente metaforico che ne vien fatto
e mostrare così quanto sia vana  la  sua trambustosa vita.

BRUNO BARILLI


[…]L’arte tipografica è al servizio della letteratura viva, ossia della voce o del discorso o della rappresentazione,o recitazione: la distensione anche panoramica – con la luce e la respirazione e il suono e il ritmo – di quel che non ha altro di sé stesso da mostrare che la propria evidenza ed esistenza , non ha riflessioni o concetti da legare con lo spago, o da confezionare. Quando non c’è pensiero da irreggimentare  ma invece c’è creazione non intellettuale, ma naturale, bisogna spiegarlo distribuirlo, questo fenomeno , naturalmente e possibilmente  con tutto il pulsare rorido e nativo.


                                                                                          (Dalle Carte inedite)



Dal “TACCUINO”


Da sette mesi – solo, travolto – gettato qua e là fra le braccia

di me stesso – in questo trambustoso viaggio – spruzzi di cognac –

e bottiglie rotte da farti strabiliare – in continuo, -  di una casa,

abitazione beccheggiante da poppa a prua, gira intorno a sé come

un gran deretano – vascello – sopra un gorgo- sette mesi senza

requie. Piena di gabinetti (lieux d’aisance) dove rotolano (da un

angolo all’altro)i pitali. Sì che non riesco a tenermi in piedi, - o

aggrapparmi o arrampicarmi sugli specchi come un gallo spaurito,

fin che l’inferno non l’inghiotte, - cerco scampo.





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