domenica 9 dicembre 2018

Lo specchio in Ardengo Soffici.18



EUROPA

Italia.

In Italia riannodiamo il filo della ricerca a iniziare dai poeti del primo '900,
inserendo squarci di loro considerazioni sul personale modo di intendere
il "fare poesia".Noi in particolare cercheremo di individuare il diverso modo
di utilizzare  lo"specchio".

18.LO SPECCHIO in ARDENGO SOFFICI


Basta lo specchio del barbiere che riflette semplicemente un raggio del sole
a rendere più leggera la vita.


Ardengo Soffici 

“[…]Poter fare che la parola non sia un membro di un discorso condotto, sviluppato verso un fine ,chiaro alla ragione e lo giustifica, ed è a sua volta  cattivata passo a passo, ma un segno autonomo, folgorante,irradiante, propagantesi  in mille onde suggestive, slargantesi
tutte le sue possibilità evocative, senza intermediari, fino al seguente che gli si associa   e lo giustifica,   ed  è a sua volta  giustificato ed illuminato da esso per l’espressione finale di un momento di vita!


   Posar le parole come il pittore i colori e vedere il mondo spiegarsi nel suo splendore.[…]

                                                                               
                                                                                                             (da Giornale di bordo)

MATTINA.

La luce non è che un mazzolino di fiori più sottili;

Un ronzio di mosche d’oro e verdi il cielo.

Senza questo pardessus parigino si potrebbe ballare;

A tutti i piani c’è la musica come in paradiso.

Una signora vestita del tricolor dell’Italia nelle cromolitografie patriottiche

Evade verso l’oriente:

Jamais je ne voudrais être un chien!

Piuttosto piangere di tenerezza

Sul miracolo della gente che risuscita ogni giorno

In questo enimma universale, che piglia per un almanacco

E passa;

E passa con la tranquillità dei giovenchi.

Ah! noi moriremo per aver troppo adorato le cose da nulla.

L’aria d’anilina mi bagna come una camicia tuffata nel turchinetto.

Vedo tutto:

Il baccalà che sperimenta il Nirvana fiorito di pomodori nelle zangole azzurre;

l’ ombre delle grondaie abbassate sugli occhi glauchi delle persiane;

Le ombre degli uomini che si sprofondano

Nella terra trasparente.

E a un tratto capisco questo assioma: ogni nuova civiltà nasce dal riso dei bambini.

Il timpano del sole batte sullo specchio del parrucchiere

Per farmi sorridere;

Ma non si può seguire in silenzio la freschezza delle ore.

(I miei capelli sono sinistri!)



                                                              (Marsia e Apollo)





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