giovedì 15 maggio 2014

I grandi poeti russi del '900.V.Majakovskij.7



ALL’AMATO SE STESSO DEDICA QUESTE RIGHE L’AUTORE

Quattro.
Pesanti come un colpo.
“A Cesare quel che è di Cesare ,a Dio quel che è di Dio”.
ma uno
come me
dove potrà ficcarsi?
Dove mi si è approntata una tana?
Se io fossi
piccolo
come il Grande Oceano,
mi alzerei sulla punta dei piedi delle onde,
con l’alta marea  carezzando la luna.
Dove trovare un’amata
uguale a me?
Angusto sarebbe il cielo per contenerla!
Oh,s’io fossi povero!
Come un miliardario!
Che cos’è il denaro per l’anima?
Un ladro insaziabile si annida in essa.
All’orda sfrenata dei miei desideri
non basta l’oro di tutte le Californie.
S’io fossi balbuziente
come Dante
o Petrarca !
Accendere l’anima per una sola!
Ordinarle coi versi di struggersi in cenere!
E le parole
e il loro amore
sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente,
senza lasciar traccia,ci passerebbero sotto
le amanti di tutti i secoli.
Oh! s’io fossi
silenzioso
come il tuono,
gemerei,
stringendo con un brivido il decrepito èremo della terra.
Se urlerò a squarciagola
con la mia voce immensa,
le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
gettandosi a capofitto dalla malinconia.
Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
se fossi
appannato
come il sole!
Che bisogno ho io
di abbeverare col mio splendore
il grembo dimagrito della terra!
Passerò ,
trascinando il mio enorme amore.
In quale notte
 delirante,
malaticcia,
da quale golia fui concepito,
così grande
e così inutile?

1916.

1 commento:

  1. Da domani inizia la pubblicazione quotidiana di una ricca serie di liriche di Anna Achmatova che rappresenti il lungo arco temporale della sua produzione,integrata da una documentazione di immagini pittoriche e fotografiche.

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