venerdì 9 maggio 2014

I grandi poeti russi del '900.V.Majakovskij.1


VLADIMIR MAJAKOVSKIJ




























VLADIMIR  VLADIMÌROVIČ   MAJAKOVSKIJ. Nasce in Georgia nel 18 La madre affitta le camere e Volodja con le sorelle decora scatole,cornici,uova di legno,mentre continua gli studi. Poi  il suo ingresso nel partito bolscevico illegale gli procura tre arresti. All’istituto di Pittura,Scultura e Architettura di Mosca conosce David Burljùk che lo esorta alla poesia. Aderisce al cubo-futurismo,e coi futuristi compie una tournée nella Russia meridionale. Chiamato alle armi viene assegnato come disegnatore alla scuola automobilistica di Pietrogrado. Saluta con entusiasmo la Rivoluzione. Lavora quindi alla Agenzia Telegrafica Russa. Compie lunghi e numerosi  viaggi all’estero(Berlino,Parigi,USA e naturalmente Unione Sovietica dove recita instancabile le sue poesie).Si toglie la vita nel 1930.
Le sue prime liriche si ispirano ai quadri cubisti ,hanno l’odore della tinta fresca. Usa le parole come colori,alla ricerca di festose corrispondenze con la pittura delle avanguardie. Una chiara trascrizione verbale del sentimento pittorico di quegli anni si trova,ad esempio, nella lirica “Ma voi potreste?”,dove il verso”gli zigomi sghembi dell’oceano”richiama subito alla mente le immagini cubiste. Per  dare più vivo risalto a questo cubismo poetico Majakovskij di avvale di molti trucchi,ora spezzando la parola in segmenti,ora accentuando il rilievo plastico delle metafore. E quell’io,che nei suoi testi occupa tutto l’ universo,somiglia ai caratteri tipografici che i cubisti erano soliti inserire nelle loro tele. Fin dall’inizio lo affascinarono con le loro lettere cubitali le insegne delle strade di mosca;egli pervenne alla poesia attraverso l’araldica ingenua e smagliante di cartelli che raffiguravano aringhe e altro pesce affumicato.
Majakovskij fissa nei versi i suoi gesti effettivi e si leva gigantesco tra masse di parole e folla di metafore,esaltando se stesso secondo gli stilemi del linguaggio pubblicitario,molto lontani dai modi dei decadenti. Assume la posa del cinico e del tracotante;adopera immagini-schiaffi di sapore triviale,immagini gonfie che scoppiano come cartocci di polvere,provocatorie come la blusa di flanella gialla a strisce nere ch’egli era solito portare per  urticare i borghesi.
Eroe dei suoi versi,il poeta si muove in un ambiente insolito per la poesia. Dalle tenebre del sottosuolo,dall’inferno di bettole,di case pubbliche ,di asili notturni irrompono turbe esasperate ,ansiose di giustizia sociale. Da un lato egli ostenta  l’orgoglio altezzoso del ribelle,dall’altro invece rivela un senso di smarrimento,un bisogno di affetto. La trama sonora delle poesie è squarciata da intenerimenti improvvisi,da appelli di soccorso,da richiami alle sorelle,alla madre,all’amata Lilja Brik(a sua volta sorella della Elsa adorata da Aragon). Si ha l’impressione talvolta che egli ricorra all’iperbole per nasconderci la propria tenerezza .E mentre urla la sua statura gigantesca con tutta la sua energia,è timido,solo e sperduto come Charlot.

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