domenica 6 gennaio 2013

Rabindranath Tagore.-2-





Rabindranath Tagore e i suoi canti  






                     


                   








 
 Ravi Shankar e il suo sitar




                                                                                                    
                                                            

             







        Ravi Shankar e il suo sitar

                                      

 Gli strumenti tradizionali della musica classica indiana:sitar,tabla....
   
Ravi Shankar & C.         

   
Pubblico romano a un concerto di Ravi Shankar




 Incontro con Robindra,IL SOLE
                         ”...come lui andrà per il mondo e il mondo ne sarà illuminato”.
Alla sua nascita fu  il padre a esclamare  solennemente:”Si chiamerà Robindra, il Sole .Come lui,andrà per il mondo e il mondo ne sarà illuminato.”
***
« Per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell'ovest». (Motivazione del Premio Nobel)


INCONTRO CON TAGORE




      “....È tempo di un nuovo intervallo per Zoé, prima di volgersi a Oriente e, per propiziarsi l'ultima tappa del suo favoloso viaggio, si prepara un buon tè caldo, profumato alle spezie, da sorseggiare mentre gusta qualche bel frutto maturo che ha prima adocchiato in un cesto in cucina.
       Davanti al terzo occhio della sua immaginazione si profila un nuovo lungo percorso, un tripudio di immagini e sull'eco della  musica che le accompagna si lascia trasportare nell’universo magico di Rabindranath Tagore[1].
       Ecco l'India dei mille e mille villaggi di cui parlava Gandhi-gi[2].
‘ Riconosco il suono del sitār[3] che accompagna i canti del poeta, ma anche lo sciacquio che fanno le mani della ragazza, seduta indolente sulla sponda del fiume. Indugia, quasi ad aspettare qualcuno che tarda ad arrivare. Le onde ammiccano con sorrisi d'intesa e sussurri. Anche le nuvole vagabonde sembrano indugiare sorridenti e complici laggiù all'orizzonte. Non più la natura in cui l'uomo europeo si rispecchia e proietta la sua interiorità, ma una natura in cui l'uomo è parte allo stesso titolo delle altre creature, sullo stesso identico piano.

Perché siedi là facendo tintinnare i braccialetti[4]

così solo per gioco?
Riempi la tua brocca. E' ora che torni a casa.

Perché muovi l'acqua con le mani
e ogni tanto guardi nella via se qualcuno arriva
così solo per gioco?
Riempi la brocca e vieni a casa.
Le ore del mattino passano, l'acqua scura scorre.
Le onde ridono e sussurrano tra loro, così, solo per gioco.

Le nuvole vagabonde si sono raccolte
all'estremo orizzonte, sopra la collina
indugiano, ti guardano in viso, sorridono,

così, solo per gioco
riempi la tua brocca e vieni a casa.

     
   Al tintinnare di quei braccialetti risponde il suono dei campanelli luccicanti alle caviglie; sopraggiunge sovrapponendosi e riecheggia nel sangue del poeta con la forza del ricordo: quando il sāri[5] di lei ondeggiava nel suo respiro e poteva carezzarle i capelli ondulati. Ora può farlo nel sogno perché lei abita ancora i rami che vibrano danzando al ritmo della sua melodia e i suoi occhi dal cielo azzurro gli sorridono. Non è mai andata via.

Quest'autunno è mio, fu cullato dal mio cuore

i campanelli luccicanti alle caviglie
mi tintinnavano nel sangue e il suo sari di velo
ondeggiava nel mio respiro.
Io riconosco il contatto dei suoi capelli ondulati
in tutti i miei sogni.
Intorno c'è sempre lei, anche nei tremuli rami
che danzano al mio ritmo e i suoi occhi,
che dal cielo azzurro sorridono, presero luce da me. [6]

      
  Ora  il flauto  riposa, a terra, nella casa del poeta. Lo scorcio che si apre nella notte di plenilunio non ha per leitmotif che i colori ed i profumi. Palpiti d'emozione per il familiare profumo di hennà sospeso nell'aria, per i tanti fiori intrecciati, per il velo di un inebriante color zafferano di lei che offrirà la ghirlanda di gelsomini, commuovendo il poeta che le stringe le mani, gli occhi negli occhi.
Quanto indiani sono questi innamorati, quanto indiano questo paesaggio notturno costruito, più che con tocchi di ombre vellutate e timbri scuri, con pennellate di colore luminoso come quello dei fiori e del velo. Quanto indiana la semplicità con cui gli innamorati sono capaci di vivere il loro amore’-  sospira Zoé con gli occhi pieni di immagini lontane.

Le mani stringono le mani, gli occhi indugiano negli occhi

così comincia la storia dei nostri cuori:
E' un plenilunio di marzo: il dolce profumo
dell'hennà[7] è nell'aria; il mio flauto
giace per terra dimenticato, la tua ghirlanda di fiori
non è terminata.
Quest'amore semplice tra me e te è semplice come un canto.

Il tuo velo color zafferano inebria i miei occhi
la ghirlanda di gelsomini che intrecci per me
mi commuove come una lode.
E' un gioco di dare e di trattenere, di rivelazioni
e di misteri, di sorrisi e di piccole timidezze,
di dolci, inutili lotte.
Quest'amore fra me e te è semplice
come un canto.

Nessun mistero al di là del presente, nessuna ricerca
per l'impossibile, nessun'ombra dietro l'incanto
nessuna indagine nelle profondità occulte.
Quest'amore fra me e te è semplice come un canto.

Non cerchiamo con parole vane di interrompere
l'eterno silenzio, non alziamo le mani supplici
per cose impensabili
ci basta ciò che diamo e quello che riceviamo.

Un abbraccio schiacciato, la gioia
per spremere il vino del dolore.
Quest'amore tra me e te è semplice come un canto.[8]

      Era l'ultima tappa di un viaggio inebriante che l’ ha immersa in scorci stupendi di paesaggi del mondo, filtrati dalla sensibilità sapiente e diversa dei grandi poeti  Anche le sue tensioni si sono placate, ha potuto recuperare serenità e fiducia.....
                                                                             [...]
   ....    Tra un giro fra i canali  in battello e una riposante sosta al caffè dell’Ordrupgaard Museum, sono riusciti ad assistere anche a un reading sui poeti nordici europei e si sono ancora una volta accalorati in una discussione accanita sui testi danesi, svedesi e norvegesi in un confronto un po' casuale, un po' assurdo.
        Eccoli finalmente tranquilli davanti al caminetto; Gordon è  in poltrona accanto a lei: le fiamme crepitano e con le scintille un buon odore di resina si diffonde nell'ambiente. Zoé ha il suo PC sulle ginocchia; vorrebbe proporre alcuni confronti tra i testi che hanno ascoltato al reading e quelli che recentemente ha rivisitato durante il suo viaggio immaginario intorno al mondo. Chissà se riusciranno a parlarne con più razionalità e a riflettere in modo più sensato senza ripicche né bisogno di rivalsa, come finora è successo tra loro?
     -Sai, il topos dell'attesa – interviene Zoé - così tradizionale nella lirica d'amore, mi è sembrato particolarmente  rivelatore delle sensibilità individuali dei poeti, indotte anche, in parte, dalle culture regionali.
     -Si, certo … - concorda  Gordon - L’attesa come incantesimo, l’angoscia dell’attesa. Cosa ti verso da bere, mentre sgranocchiamo  qualche pistacchio?
       Ma Zoé continua imperterrita:- … Sai che l’altro giorno, quando sono rimasta sola a casa, mi sono fatta compagnia con i miei poeti preferiti e oggi, confrontandoli poi con i poeti nordici che abbiamo appena ascoltato, ho provato  ancora più forte questa sensazione. Penso all'uso fantasioso del tempo dell'attesa in Prévert, in cui tutto intorno è solare, a rendere quel sentimento pieno di fiducia e di gioia. Nel Darwish di "Lezione di Kamasutra", invece,  il poeta si erge a saggio sapiente che individua nel tempo dell'attesa la molla  per impreziosire il desiderio e renderlo più ricco e profondo[9]. Oppure all'atteggiamento un po' svagato, fatalista e sognatore dell'adolescente di Tagore, mentre indugia sulla riva del fiume baloccandosi    con l'acqua e i suoi braccialetti, sotto lo sguardo curioso, un po' divertito e protettivo delle onde e delle nuvole. Ti ricordi, vero, i testi  che ti ho fatto vedere ieri al caffè?
        -Sì, e per una volta siamo d'accordo: in Prévert, ritrovo tutta la vivacità culturale del tuo paese come in Darwish il sovrano distacco che guarda all'assoluto e la sapienza erotica che già i Provenzali condividevano con la cultura del Sud del Mediterraneo. Per Tagore, però -  continua Gordon porgendole del vino bianco leggero - penso che  il discorso  sia più complesso.  La tradizione culturale del suo paese, a cui fa riferimento, presta alla sua tavolozza i colori della serenità con cui l'Uomo sa rapportarsi alla vita, l’hai già vista in questo testo fresco e anche un po' sornione, quando fa gettare alla ragazza quei suoi sguardi in giro, senza parere...Ma in altri testi,  Tagore sa mostrarci punti di vista molto diversi a rappresentare la complessità dell'esistere. Dalla malinconia alla sofferenza, dalla serenità pacata all'esplosione gioiosa. Guarda, ho qui nell' étagère tutte le sue raccolte. Mi fa piacere rivedere insieme a te qualche poesia che amo in modo speciale. Vuoi?
        -Ecco, da "Passando all'altra riva" scelgo … "Non lasciarmi, non andartene."[10]
Una citazione particolarmente rappresentativa della voce del poeta che rende visibile con la ricchezza delle immagini la capacità dell'Uomo di vivere il finito (“ il limite del mare inquieto”) continuando a cercare l'infinito (“perdermi in eterno”) di immergersi nel " mare del mutamento"  guardando alla "costanza del cielo"; e tra l'alba e la notte, al centro di tutto, l'amore per la sua donna, l'isola ombrosa baciata dal sole.

Non lasciarmi, non andartene

perché scende la notte.

La strada è deserta e buia,
si perde tortuosa. La terra stanca
è tranquilla, come un cieco senza bastone.

Sembra che io abbia aspettato nel tempo
questo momento con te
così accendo la lampada
dopo averti donato fiori.
Con il mio amore ho raggiunto stasera
il limite del mare senza spiaggia,
per nuotarci dentro e perderci in eterno.

Il nostro destino viaggia su un mare
mai attraversato, dove le onde
si susseguono in un gioco incessante
di rimpiattino.

E' l'inquieto mare del mutamento,
perde e perde ancora gli armenti
e batte le mani contro il cielo costante.

Al centro di questo mare travolgente,
tra l'alba e la notte, Amore,
tu sei l'isola verdeggiante dove il sole
bacia l'ombra vaporosa dove gli uccelli
sono amanti che cantano il silenzio.

      Ma, come vedrai, i contrasti di cui si serve possono colorarsi di angoscia , come in  "Se vuoi riempire la tua brocca..."[11].
      Qui si affronta con tono dolente il contrasto classico Eros/Thanatos. Ma, ascolta con quale esaltante sequenza di immagini! In particolare, io adoro quella delle onde che si sollevano a baciare l’ amata sul collo e a mormorarle alle orecchie. Non la trovi straordinaria? Io credo che non potevano  nascere che in Oriente versi così belli.


Se vuoi riempire la tua brocca, vieni, vieni al mio lago.

L'acqua bagnerà i tuoi piedi e ti mormorerà
il tuo segreto.
La traccia della pioggia vicina è già sulla sabbia,
le nuvole sono basse sulla linea azzurra
degli alberi come i folti capelli sopra i tuoi occhi.
Conosco bene il ritmo dei tuoi passi:
batte il mio cuore.
Vieni, vieni al mio lago, se devi riempire la tua brocca.

Se vuoi startene oziosa e sedere indolente,
lasciando che la tua brocca galleggi sull'acqua,
vieni al mio lago.
Il declivio erboso e verdeggiante, i fiori di campo
sono innumerevoli.
I pensieri voleranno via dai tuoi occhi neri
come gli uccelli dal loro nido.
Il velo, ti cadrà ai piedi,
vieni, oh vieni al mio lago, se vuoi sedere indolente.

Se vuoi interrompere il tuo gioco e tuffarti
nell'acqua, vieni, vieni al mio lago.
Lascia il tuo mantello azzurro sulla riva.
L'acqua azzurra, nascondendoti, ti coprirà.
Le onde si alzeranno in punta di piedi
per baciarti il collo e mormorare alle tue orecchie.
Vieni, vieni al mio lago, se vuoi tuffarti
nell'acqua.

Se vuoi essere folle e cercare la morte in acqua,
vieni, vieni al mio lago.
E' freddo e profondo
E' scuro come un sonno senza sogni.
Nei suoi abissi sono uguali le notti ed i giorni
e i canti sono silenzio.
Vieni, vieni al mio lago, se vuoi darti
in braccio alla morte.
  
     Insomma,  l'amour fou  del  cupio dissolvi  può trasformarsi  nella passione stretta dalla morsa del desiderio o può portare all'estasi, fino ad una sorta di coscienza metafisica. In Tagore , ritrovi tutta la gamma dei registri. Ha scritto talmente tanto e una personalità affascinante e complessa  come la sua  va scoperta senza fretta, leggendo e rileggendo i suoi versi. Allora si può anche  provare la sensazione che il poeta possa regalarci la clé de l'Absolu[12].
Ora ti leggo un vero canto dell'ebbrezza dei sensi.

Corro come un cervo muschiato[13]

Corro come un cervo muschiato che, pazzo,
del suo stesso profumo, si lancia nell'ombra della foresta.
E' una notte di maggio e il vento
è la brezza del sud.
Smarrisco la strada e cammino, cerco ciò che
non posso ottenere, ottengo quel che non cerco.

Dal mio cuore esce e palpita
l'immagine del mio desiderio.
La folgorante visione corre via fuggendo.
Provo a stringerla forte, ma mi sfugge
e mi fa smarrire la strada.
Cerco ciò che non posso ottenere,
ottengo quel che non cerco.

     Però, vedi?,  se  ti leggo  “Amore, metti da parte la tua lira”[14], ti accorgi che la prospettiva è completamente mutata:

Amore, metti da parte la tua lira,

lascia alle tue braccia la libertà di stringermi.

Che il mio cuore al tocco delle tue dita
raggiunga l'eterno limite dei sentimenti!

non inclinare il capo, non voltarlo,
ma dammi il tuo bacio come un profumo
a lungo tenuto in un calice!

Non attutire questo momento con parole vane,
ma lascia che un'onda silenziosa
ci trascini verso gioie senza limiti.

        Dalla fisicità aggressiva si approda a una sorta di fisicità vaporosa, che fluisce serena, gioiosa; fino alla coscienza dell'eternità che la poesia sa conferire anche alle piccole cose e che attenua il rimpianto. Ascolta, come esempio,  “Mentre saliva sulla carrozza “[15]     .

Mentre saliva sulla carrozza, essa ha volto la testa
           
               e mi ha lanciato un rapido sguardo d'addio.
questo era il suo ultimo dono. Ma dove metterlo in salvo
              dal tempo che tutto calpesta?
Dovrà la sera spazzar via questo barlume d'angoscia come
              l'ultimo tremolio di fuoco dopo il tramonto?
Dovrà esser lavato via dalla pioggia come il polline
              custodito dai fiori col cuore infranto?
Si lasciano la gloria regale, le dovizie dei ricchi alla morte.
              ma non potranno le lacrime tener viva la memoria
di uno sguardo lanciato in un momento appassionato?

Lasciamelo conservare,  ha detto la mia canzone,
"Io non tocco mai la gloria regale né le dovizie dei ricchi,
ma queste piccole cose son mie per sempre."

… Fino a raggiungere una sorta di coscienza metafisica, come in:

Dimmi se tutto questo é vero, amore mio![16]

Dimmi se tutto questo è vero, amore mio!
      Dimmi se questo è vero.
Quando i miei occhi lampeggiano, le oscure nuvole,
nel tuo petto, danno risposte tempestose.
E' vero che le mie labbra sono dolci come l'inizio del primo amore?
Che i ricordi di svaniti mesi di maggio indugiano nelle mie membra?
Che la terra, come un'arpa, vibra di canzoni al tocco dei miei piedi?
E' poi vero che al mio apparire  la rugiada cade dagli occhi della notte
e la luce del giorno è felice quando avvolge con gioia il mio corpo?
E' vero, è proprio vero che il tuo amore  vagò solitario
attraverso epoche e mondi in cerca di me?
E che quando finalmente mi hai trovato
il tuo vecchio desiderio trovò una pace perfetta
nel mio parlare gentile, nei miei occhi, nelle mie labbra e nei miei capelli?
E' vero dunque, che il mistero dell'infinito
è scritto nella mia piccola fronte?
dimmi, amore mio, se tutto questo è vero.

Il cerchio si conclude, tornando alla dimensione iniziale. ‘
     
 Gordon guarda Zoé di sottecchi per controllare l'effetto della  sua lettura su di lei, contro ogni sua abitudine, stranamente silenziosa. Non è mai intervenuta, non ha interrotto neppure una volta, come se fosse  sotto un incantesimo. Gordon non riesce a trattenersi e la scuote ansioso, cercando di conoscere la sua reazione.
      -Ma, allora, che ne dici?
       Zoé volge gli occhi, finora languidamente pensosi, dritti in quelli dell’amico: - Oh, Gordon! Sono senza parole! Credevo di conoscere Tagore e di amarlo, ma non immaginavo che tu potessi farmelo amare ancora di più! Sono ammirata … Hai saputo fare una scelta straordinaria, mi sento come immersa in una nuova dimensione. Ho come la sensazione che tu mi abbia aperto davvero le porte dell' assoluto. L'aria sembra rarefatta, mi manca il respiro, come se fossi in cima all' Himalaya. Grazie, amico mio, mi hai fatto scoprire la reale statura di Tagore con questa dovizia di esempi!
      -“That’s my pleasure!  - risponde Gordon soddisfatto -Ok!Sono contento di avere offerto qualcosa di nuovo per te!” E aggiunge fiero di sé:” Ma non è finita! Approfitto del tuo stupore. Lasciami concludere con leggerezza. Vedi,  una cosa che mi ha sempre colpito è il fascino dei piedi che sembra calamitare l'attenzione di Tagore... E qui Gordon si lascia  sfuggire un’occhiata al povero piede di Zoé a riposo.
        -Senti questi canti: il bellissimo  

Si lo so, non e' che il mio amore...[17]

Si lo so, non è che il mio amore
questa luce d'oro che danza sulle foglie,
queste pigre nuvole che navigano in cielo'
questo vento che passa accarezzando
la mia fronte con la sua freschezza.

La luce del mattino mi ha inondato la vista:
è questo il tuo messaggio al mio cuore.
Chini il viso, i tuoi occhi fissano i miei
il mio cuore tocca i tuoi piedi.

Fino all'etereo e, ancora una volta, quasi metafisico

Nuova ospite![18]                                      !

Sei nuova, sei eterna!
Per tanto tempo dov'eri nascosta?
Quanti oggetti ho portato con amore
per preparare la casa!
Dimmi, chi ti ha invitato?
Nascosta nel profumo del cuore
quante speranze e amore
ho trattenuto, chiudendo nel cuore pianti,
lacrime e risa.

Senza parlare sei arrivata come una
vera regina, di nascosto,
hai posato i piedi dentro l'anima.’




       Ed ecco  un altro esempio  con effetto estatico,nient’affatto ossessivo:


 Vedendo i tuoi piedi[1]                      
  
Vedendo i tuoi piedi nudi e fragili
 penso che i fiori siano le orme
 dei passi dell'estate.

 I tuoi tracciano leggermente sulla sabbia
 la storia delle loro avventure,
 una storia che, passando, la brezza cancella.
 Vieni, fai scivolare sul mio cuore
 questi teneri piedi!

 Lascia un'impronta duratura sulla via
 del paese dei miei sogni.



     -Oh Gordon, sei  fantastico!- sorride Zoé.
     - …. Un climax entusiasmante per eleganza e levità impalpabile, cara Dottoressa Laforêt! Sono piedi lirici che ci portano lontano dai pur simpatici piedi filosofi di Prévert, non ti pare?
      -Se è vero! - esclama Zoé – Ma, intanto, i miei non mi portano da nessuna parte. Dunque, vieni qui. Lasciati embrasser [19]. Tu, tu … hai saputo toccare le corde della mia commozione ad una profondità che da tempo non era stata visitata. Un'esperienza che non dimenticherò per un pezzo. Grazie, Gordie.
    Un po' stordito dalla reazione molto appassionata e inaspettata di Zoé,  Gordon  si schermisce:
   -Veramente non è tutto merito mio. E' la dimensione d'Oriente che incanta … - Poi, abbandonando per un po’ la  sua naturale riservatezza, facendosi rinvigorire dal successo ottenuto,  aggiunge: -Fammi, allora,  concludere con un confronto con l'area di lingua hindi[20]… Mi sembra inevitabile. Sai che Tagore, invece, scriveva in bengali e, naturalmente, in inglese.”....
©Maria Gabriella Bruni




                                                                 
         
   





[1] Rabindranath Tagore nasce a Calcutta nel 1861 e muore nel 1941 a Santiniketan nella scuola da lui fondata. Gli è stato conferito nel 1913 il Nobel per la Letteratura.
[2] Il suffisso –gi si attribuisce in hindi in segno di rispetto ai nomi delle persone.
[3] Strumento a corde tradizionale della musica indiana
[4] Di Rabindranath Tagore da "Il giardiniere" - Carabba ed.   1915.
[5] Abito tradizionale delle donne indiane di religione indù. Se di religione islamica alla tunica si sostituisce una lunga camicia sopra i pantaloni
 [6] R. Tagore, da “Il Dono dell’amante”, Carabba ed.1915.
 [7] Erba profumata in uso in tutto l’Oriente e in Africa. Ridotta in polvere, ha effetti curativi della pelle con impacchi. In alcune aree geografiche è usata anche per decorare la pelle con il suo effetto di tintura.
[8] R. Tagore - da Il Giardiniere, op.cit.
 [9] come nella Fin'amor dei trovatori provenzali 
[10] R. Tagore, da:”Passando all’altra riva”, Carabba editore.1915.
[11] R. Tagore, da: ”Il Giardiniere”, op.cit.
[12] “la chiave dell’Assoluto”,; già Baudelaire ci aveva fatto scoprire che “le Beau est promesse de Bonheur” (“il Bello è promessa di Felicità”)
[13] R. Tagore, da “Il Giardiniere”, op.cit.
[14] R. Tagore, da :”Offerta di canti”, Carabba editore.1915.
[15] R. Tagore, da:  "Il Fuggitivo", in “Poesia moderna indiana”, Guanda editore Parma, a cura di M.G.Bruni.1966.
[16] R. Tagore, da "Il Giardiniere", op.cit.
[17] R.Tagore, da "L'offerta di canti", Carabba ed.1915
[18][18] Tagore.Da   "Luna crescente"      - Carabba ed. -1915
[19] Baciare in modo più che amichevole. 
[20] L' Hindi è la lingua dalla storia culturale più ricca tra le numerose  lingue importanti del sub-continente indiano. Deriva dal Sanscrito che, per prestigio, in quell'area culturale è paragonabile al Latino in Europa.

1 commento:

  1. About images and biography you can watch "Incontro con Tagore"
    inthis same blog.

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