Rabindranath Tagore e i suoi canti
Ravi Shankar e il suo sitar
Ravi Shankar e il suo sitar
Gli strumenti tradizionali della musica classica indiana:sitar,tabla.... |
Ravi Shankar & C.
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”...come lui andrà per il
mondo e il mondo ne sarà illuminato”.
Alla sua nascita fu il padre a esclamare solennemente:”Si chiamerà Robindra, il Sole .Come
lui,andrà per il mondo e il mondo ne sarà illuminato.”
***
«
Per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con
consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso
il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell'ovest».
(Motivazione del Premio Nobel)
INCONTRO CON TAGORE
“....È tempo di un nuovo intervallo per Zoé, prima di
volgersi a Oriente e, per propiziarsi l'ultima tappa del suo favoloso viaggio,
si prepara un buon tè caldo, profumato alle spezie, da sorseggiare mentre gusta
qualche bel frutto maturo che ha prima adocchiato in un cesto in cucina.
Davanti al
terzo occhio della sua immaginazione si profila un nuovo lungo percorso, un
tripudio di immagini e sull'eco della
musica che le accompagna si lascia trasportare nell’universo magico di
Rabindranath Tagore[1].
Ecco l'India
dei mille e mille villaggi di cui parlava Gandhi-gi[2].
‘ Riconosco il suono del sitār[3]
che accompagna i canti del poeta, ma anche lo sciacquio che fanno le mani della
ragazza, seduta indolente sulla sponda del fiume. Indugia, quasi ad aspettare
qualcuno che tarda ad arrivare. Le onde ammiccano con sorrisi d'intesa e
sussurri. Anche le nuvole vagabonde sembrano indugiare sorridenti e complici
laggiù all'orizzonte. Non più la natura in cui l'uomo europeo si rispecchia e
proietta la sua interiorità, ma una natura in cui l'uomo è parte allo stesso
titolo delle altre creature, sullo stesso identico piano.
Perché siedi là facendo tintinnare i braccialetti[4]
così solo per gioco?
Riempi la tua brocca. E' ora che torni a casa.
Perché muovi l'acqua con le mani
e ogni tanto guardi nella via se qualcuno arriva
così solo per gioco?
Riempi la brocca e vieni a casa.
Le ore del mattino passano, l'acqua scura scorre.
Le onde ridono e sussurrano tra loro, così, solo per
gioco.
Le nuvole vagabonde si sono raccolte
all'estremo orizzonte, sopra la collina
indugiano, ti guardano in viso, sorridono,
così, solo per gioco
riempi la tua brocca e vieni a casa.
Al tintinnare di quei braccialetti risponde il suono dei campanelli luccicanti alle caviglie; sopraggiunge sovrapponendosi e riecheggia nel sangue del poeta con la forza del ricordo: quando il sāri[5] di lei ondeggiava nel suo respiro e poteva carezzarle i capelli ondulati. Ora può farlo nel sogno perché lei abita ancora i rami che vibrano danzando al ritmo della sua melodia e i suoi occhi dal cielo azzurro gli sorridono. Non è mai andata via.
Quest'autunno è mio, fu cullato dal mio cuore
i campanelli luccicanti alle caviglie
mi tintinnavano nel sangue e il suo sari di velo
ondeggiava nel mio respiro.
Io riconosco il contatto dei suoi capelli ondulati
in tutti i miei sogni.
Intorno c'è sempre lei, anche nei tremuli rami
che danzano al mio ritmo e i suoi occhi,
che dal cielo azzurro sorridono, presero luce da me. [6]
Ora il flauto riposa, a terra, nella casa del poeta. Lo scorcio che si apre nella notte di plenilunio non ha per leitmotif che i colori ed i profumi. Palpiti d'emozione per il familiare profumo di hennà sospeso nell'aria, per i tanti fiori intrecciati, per il velo di un inebriante color zafferano di lei che offrirà la ghirlanda di gelsomini, commuovendo il poeta che le stringe le mani, gli occhi negli occhi.
Quanto indiani sono questi innamorati, quanto indiano
questo paesaggio notturno costruito, più che con tocchi di ombre vellutate e
timbri scuri, con pennellate di colore luminoso come quello dei fiori e del
velo. Quanto indiana la semplicità con cui gli innamorati sono capaci di vivere
il loro amore’- sospira Zoé con gli
occhi pieni di immagini lontane.
Le mani stringono le mani, gli occhi indugiano negli
occhi
così comincia la storia dei nostri cuori:
E' un plenilunio di marzo: il dolce profumo
dell'hennà[7]
è nell'aria; il mio flauto
giace per terra dimenticato, la tua ghirlanda di fiori
non è terminata.
Quest'amore semplice tra me e te è semplice come un
canto.
Il tuo velo color zafferano inebria i miei occhi
la ghirlanda di gelsomini che intrecci per me
mi commuove come una lode.
E' un gioco di dare e di trattenere, di rivelazioni
e di misteri, di sorrisi e di piccole timidezze,
di dolci, inutili lotte.
Quest'amore fra me e te è semplice
come un canto.
Nessun mistero al di là del presente, nessuna ricerca
per l'impossibile, nessun'ombra dietro l'incanto
nessuna indagine nelle profondità occulte.
Quest'amore fra me e te è semplice come un canto.
Non cerchiamo con parole vane di interrompere
l'eterno silenzio, non alziamo le mani supplici
per cose impensabili
ci basta ciò che diamo e quello che riceviamo.
Un abbraccio schiacciato, la gioia
per spremere il vino del dolore.
Quest'amore tra me e te è semplice come un canto.[8]
Era l'ultima
tappa di un viaggio inebriante che l’ ha immersa in scorci stupendi di paesaggi
del mondo, filtrati dalla sensibilità sapiente e diversa dei grandi poeti Anche le sue tensioni si sono placate, ha
potuto recuperare serenità e fiducia.....
[...]
.... Tra un giro fra i canali in battello e una riposante sosta al caffè
dell’Ordrupgaard Museum, sono riusciti
ad assistere anche a un reading sui
poeti nordici europei e si sono ancora una volta accalorati in una discussione
accanita sui testi danesi, svedesi e norvegesi in un confronto un po' casuale,
un po' assurdo.
Eccoli
finalmente tranquilli davanti al caminetto; Gordon è in poltrona accanto a lei: le fiamme
crepitano e con le scintille un buon odore di resina si diffonde nell'ambiente.
Zoé ha il suo PC sulle ginocchia; vorrebbe proporre alcuni confronti tra i
testi che hanno ascoltato al reading
e quelli che recentemente ha rivisitato durante il suo viaggio immaginario
intorno al mondo. Chissà se riusciranno a parlarne con più razionalità e a
riflettere in modo più sensato senza ripicche né bisogno di rivalsa, come
finora è successo tra loro?
-Sai, il topos dell'attesa –
interviene Zoé - così tradizionale nella lirica d'amore, mi è sembrato
particolarmente rivelatore delle
sensibilità individuali dei poeti, indotte anche, in parte, dalle culture
regionali.
-Si, certo … -
concorda Gordon - L’attesa come
incantesimo, l’angoscia dell’attesa. Cosa ti verso da bere, mentre
sgranocchiamo qualche pistacchio?
Ma Zoé
continua imperterrita:- … Sai che l’altro giorno, quando sono rimasta sola a
casa, mi sono fatta compagnia con i miei poeti preferiti e oggi, confrontandoli
poi con i poeti nordici che abbiamo appena ascoltato, ho provato ancora più forte questa sensazione. Penso
all'uso fantasioso del tempo dell'attesa in Prévert, in cui tutto intorno è solare,
a rendere quel sentimento pieno di fiducia e di gioia. Nel Darwish di
"Lezione di Kamasutra", invece,
il poeta si erge a saggio sapiente che individua nel tempo dell'attesa
la molla per impreziosire il desiderio e
renderlo più ricco e profondo[9].
Oppure all'atteggiamento un po' svagato, fatalista e sognatore dell'adolescente
di Tagore, mentre indugia sulla riva del fiume baloccandosi con l'acqua e i suoi braccialetti, sotto lo
sguardo curioso, un po' divertito e protettivo delle onde e delle nuvole. Ti
ricordi, vero, i testi che ti ho fatto
vedere ieri al caffè?
-Sì,
e per una volta siamo d'accordo: in Prévert, ritrovo tutta la vivacità
culturale del tuo paese come in Darwish il sovrano distacco che guarda
all'assoluto e la sapienza erotica che già i Provenzali condividevano con la
cultura del Sud del Mediterraneo. Per Tagore, però - continua Gordon porgendole del vino bianco
leggero - penso che il discorso sia più complesso. La tradizione culturale del suo paese, a cui
fa riferimento, presta alla sua tavolozza i colori della serenità con cui
l'Uomo sa rapportarsi alla vita, l’hai già vista in questo testo fresco e anche
un po' sornione, quando fa gettare alla ragazza quei suoi sguardi in giro,
senza parere...Ma in altri testi, Tagore
sa mostrarci punti di vista molto diversi a rappresentare la complessità
dell'esistere. Dalla malinconia alla sofferenza, dalla serenità pacata
all'esplosione gioiosa. Guarda, ho qui nell' étagère tutte le sue raccolte. Mi fa piacere rivedere insieme a te
qualche poesia che amo in modo speciale. Vuoi?
Una citazione particolarmente rappresentativa della voce
del poeta che rende visibile con la ricchezza delle immagini la capacità
dell'Uomo di vivere il finito (“ il limite del mare inquieto”) continuando a
cercare l'infinito (“perdermi in eterno”) di immergersi nel " mare del
mutamento" guardando alla
"costanza del cielo"; e tra l'alba e la notte, al centro di tutto,
l'amore per la sua donna, l'isola ombrosa baciata dal sole.
Non lasciarmi, non andartene
perché scende la notte.
La strada è deserta e buia,
si perde tortuosa. La terra stanca
è tranquilla, come un cieco senza bastone.
Sembra che io abbia aspettato nel tempo
questo momento con te
così accendo la lampada
dopo averti donato fiori.
Con il mio amore ho raggiunto stasera
il limite del mare senza spiaggia,
per nuotarci dentro e perderci in eterno.
Il nostro destino viaggia su un mare
mai attraversato, dove le onde
si susseguono in un gioco incessante
di rimpiattino.
E' l'inquieto mare del mutamento,
perde e perde ancora gli armenti
e batte le mani contro il cielo costante.
Al centro di questo mare travolgente,
tra l'alba e la notte, Amore,
tu sei l'isola verdeggiante dove il sole
bacia l'ombra vaporosa dove gli uccelli
sono amanti che cantano il silenzio.
Ma, come
vedrai, i contrasti di cui si serve possono colorarsi di angoscia , come
in "Se vuoi riempire la tua
brocca..."[11].
Qui si
affronta con tono dolente il contrasto classico Eros/Thanatos. Ma, ascolta con quale esaltante sequenza di
immagini! In particolare, io adoro quella delle onde che si sollevano a baciare
l’ amata sul collo e a mormorarle alle orecchie. Non la trovi straordinaria? Io
credo che non potevano nascere che in
Oriente versi così belli.
Se vuoi riempire la tua brocca, vieni, vieni al mio
lago.
L'acqua bagnerà i tuoi piedi e ti mormorerà
il tuo segreto.
La traccia della pioggia vicina è già sulla sabbia,
le nuvole sono basse sulla linea azzurra
degli alberi come i folti capelli sopra i tuoi occhi.
Conosco bene il ritmo dei tuoi passi:
batte il mio cuore.
Vieni, vieni al mio lago, se devi riempire la tua brocca.
Se vuoi startene oziosa e sedere indolente,
lasciando che la tua brocca galleggi sull'acqua,
vieni al mio lago.
Il declivio erboso e verdeggiante, i fiori di campo
sono innumerevoli.
I pensieri voleranno via dai tuoi occhi neri
come gli uccelli dal loro nido.
Il velo, ti cadrà ai piedi,
vieni, oh vieni al mio lago, se vuoi sedere indolente.
Se vuoi interrompere il tuo gioco e tuffarti
nell'acqua, vieni, vieni al mio lago.
Lascia il tuo mantello azzurro sulla riva.
L'acqua azzurra, nascondendoti, ti coprirà.
Le onde si alzeranno in punta di piedi
per baciarti il collo e mormorare alle tue orecchie.
Vieni, vieni al mio lago, se vuoi tuffarti
nell'acqua.
Se vuoi essere folle e cercare la morte in acqua,
vieni, vieni al mio lago.
E' freddo e profondo
E' scuro come un sonno senza sogni.
Nei suoi abissi sono uguali le notti ed i giorni
e i canti sono silenzio.
Vieni, vieni al mio lago, se vuoi darti
in braccio alla morte.
Insomma, l'amour fou del cupio dissolvi può trasformarsi nella passione stretta dalla morsa del desiderio o può portare all'estasi, fino ad una sorta di coscienza metafisica. In Tagore , ritrovi tutta la gamma dei registri. Ha scritto talmente tanto e una personalità affascinante e complessa come la sua va scoperta senza fretta, leggendo e rileggendo i suoi versi. Allora si può anche provare la sensazione che il poeta possa regalarci la clé de l'Absolu[12].
Ora ti leggo un vero canto dell'ebbrezza dei sensi.
Corro come un cervo muschiato[13]
Corro come un cervo muschiato che, pazzo,
del suo stesso profumo, si lancia nell'ombra della
foresta.
E' una notte di maggio e il vento
è la brezza del sud.
Smarrisco la strada e cammino, cerco ciò che
non posso ottenere, ottengo quel che non cerco.
Dal mio cuore esce e palpita
l'immagine del mio desiderio.
La folgorante visione corre via fuggendo.
Provo a stringerla forte, ma mi sfugge
e mi fa smarrire la strada.
Cerco ciò che non posso ottenere,
ottengo quel che non cerco.
Però, vedi?, se ti
leggo “Amore, metti da parte la tua
lira”[14],
ti accorgi che la prospettiva è completamente mutata:
Amore,
metti da parte la tua lira,
lascia alle tue braccia la libertà di stringermi.
Che il mio
cuore al tocco delle tue dita
raggiunga
l'eterno limite dei sentimenti!
non
inclinare il capo, non voltarlo,
ma dammi il
tuo bacio come un profumo
a lungo
tenuto in un calice!
Non attutire
questo momento con parole vane,
ma lascia
che un'onda silenziosa
ci trascini
verso gioie senza limiti.
Dalla fisicità aggressiva si approda a
una sorta di fisicità vaporosa, che fluisce serena, gioiosa; fino alla
coscienza dell'eternità che la poesia sa conferire anche alle piccole cose e
che attenua il rimpianto. Ascolta, come esempio, “Mentre saliva sulla carrozza “[15] .
Mentre
saliva sulla carrozza, essa ha volto la testa
e mi ha lanciato un rapido sguardo d'addio.
questo era
il suo ultimo dono. Ma dove metterlo in salvo
dal tempo che tutto calpesta?
Dovrà la
sera spazzar via questo barlume d'angoscia come
l'ultimo tremolio di fuoco dopo
il tramonto?
Dovrà esser
lavato via dalla pioggia come il polline
custodito dai fiori col cuore
infranto?
Si lasciano
la gloria regale, le dovizie dei ricchi alla morte.
ma non potranno le lacrime tener
viva la memoria
di uno
sguardo lanciato in un momento appassionato?
Lasciamelo
conservare, ha detto la mia canzone,
"Io non
tocco mai la gloria regale né le dovizie dei ricchi,
ma queste
piccole cose son mie per sempre."
… Fino a
raggiungere una sorta di coscienza metafisica, come in:
Dimmi se tutto
questo é vero, amore mio![16]
Dimmi se tutto questo è vero, amore mio!
Dimmi se questo è vero.
Quando i
miei occhi lampeggiano, le oscure nuvole,
nel tuo
petto, danno risposte tempestose.
E' vero che
le mie labbra sono dolci come l'inizio del primo amore?
Che i
ricordi di svaniti mesi di maggio indugiano nelle mie membra?
Che la
terra, come un'arpa, vibra di canzoni al tocco dei miei piedi?
E' poi vero
che al mio apparire la rugiada cade
dagli occhi della notte
e la luce
del giorno è felice quando avvolge con gioia il mio corpo?
E' vero, è
proprio vero che il tuo amore vagò
solitario
attraverso
epoche e mondi in cerca di me?
E che quando
finalmente mi hai trovato
il tuo
vecchio desiderio trovò una pace perfetta
nel mio
parlare gentile, nei miei occhi, nelle mie labbra e nei miei capelli?
E' vero
dunque, che il mistero dell'infinito
è scritto
nella mia piccola fronte?
dimmi, amore
mio, se tutto questo è vero.
Il cerchio si conclude, tornando alla dimensione iniziale. ‘
Gordon guarda Zoé di sottecchi per controllare l'effetto della sua lettura su di lei, contro ogni sua abitudine, stranamente silenziosa. Non è mai intervenuta, non ha interrotto neppure una volta, come se fosse sotto un incantesimo. Gordon non riesce a trattenersi e la scuote ansioso, cercando di conoscere la sua reazione.
-Ma, allora, che ne dici?
Zoé
volge gli occhi, finora languidamente pensosi, dritti in quelli dell’amico: -
Oh, Gordon! Sono senza parole! Credevo di conoscere Tagore e di amarlo, ma non
immaginavo che tu potessi farmelo amare ancora di più! Sono ammirata … Hai
saputo fare una scelta straordinaria, mi sento come immersa in una nuova
dimensione. Ho come la sensazione che tu mi abbia aperto davvero le porte dell'
assoluto. L'aria sembra rarefatta, mi manca il respiro, come se fossi in cima
all' Himalaya. Grazie, amico mio, mi hai fatto scoprire la reale statura di
Tagore con questa dovizia di esempi!
-“That’s my pleasure! - risponde Gordon soddisfatto -Ok!Sono contento
di avere offerto qualcosa di nuovo per te!” E aggiunge fiero di sé:” Ma non è
finita! Approfitto del tuo stupore. Lasciami concludere con leggerezza.
Vedi, una cosa che mi ha sempre colpito
è il fascino dei piedi che sembra calamitare l'attenzione di Tagore... E qui
Gordon si lascia sfuggire un’occhiata al
povero piede di Zoé a riposo.
-Senti questi canti: il
bellissimo
Si lo so, non e' che il mio amore...[17]
Si lo so, non è che il mio amore
questa luce d'oro che danza sulle foglie,
queste pigre nuvole che navigano in cielo'
questo vento che passa accarezzando
la mia fronte con la sua freschezza.
La luce del mattino mi ha inondato la vista:
è questo il tuo messaggio al mio cuore.
Chini il viso, i tuoi occhi fissano i miei
il mio cuore tocca i tuoi piedi.
Fino all'etereo e, ancora una volta, quasi metafisico
Nuova ospite![18] !
Sei nuova, sei eterna!
Per tanto tempo dov'eri nascosta?
Quanti oggetti ho portato con amore
per preparare la casa!
Dimmi, chi ti ha invitato?
Nascosta nel profumo del cuore
quante speranze e amore
ho trattenuto, chiudendo nel cuore pianti,
lacrime e risa.
Senza parlare sei arrivata come una
vera regina, di nascosto,
hai posato i piedi dentro l'anima.’
Ed ecco un altro esempio con
effetto estatico,nient’affatto ossessivo:
Vedendo i tuoi piedi nudi e fragili
penso che i fiori siano le orme
dei passi dell'estate.
I tuoi tracciano leggermente sulla sabbia
la storia delle loro avventure,
una storia che, passando, la brezza cancella.
Vieni, fai scivolare sul mio cuore
questi teneri piedi!
Lascia un'impronta duratura sulla via
del paese dei miei sogni.
-Oh Gordon,
sei fantastico!- sorride Zoé.
- …. Un climax entusiasmante per eleganza e
levità impalpabile, cara Dottoressa Laforêt! Sono piedi lirici che ci portano lontano dai pur simpatici
piedi filosofi di Prévert, non ti pare?
-Se è vero! - esclama Zoé – Ma, intanto, i
miei non mi portano da nessuna parte. Dunque, vieni qui. Lasciati embrasser [19].
Tu, tu … hai saputo toccare le corde della mia commozione ad una profondità che
da tempo non era stata visitata. Un'esperienza che non dimenticherò per un
pezzo. Grazie, Gordie.
Un po' stordito dalla reazione molto appassionata e inaspettata di Zoé, Gordon
si schermisce:
-Veramente non è tutto merito mio. E' la
dimensione d'Oriente che incanta … - Poi, abbandonando per un po’ la sua naturale riservatezza, facendosi
rinvigorire dal successo ottenuto,
aggiunge: -Fammi, allora,
concludere con un confronto con l'area di lingua hindi[20]…
Mi sembra inevitabile. Sai che Tagore, invece, scriveva in bengali e,
naturalmente, in inglese.”....
©Maria Gabriella Bruni
[1] Rabindranath Tagore nasce a Calcutta nel 1861 e muore
nel 1941 a Santiniketan nella scuola da lui fondata. Gli è stato conferito nel
1913 il Nobel per la Letteratura.
[2] Il suffisso –gi si attribuisce in hindi in segno di
rispetto ai nomi delle persone.
[3] Strumento a corde tradizionale della musica indiana
[4] Di Rabindranath Tagore da "Il
giardiniere" - Carabba ed. 1915.
[5] Abito tradizionale delle donne indiane di religione
indù. Se di religione islamica alla tunica si sostituisce una lunga camicia
sopra i pantaloni
[6] R. Tagore, da “Il Dono dell’amante”,
Carabba ed.1915.
[7] Erba profumata in uso in tutto l’Oriente e in Africa.
Ridotta in polvere, ha effetti curativi della pelle con impacchi. In alcune
aree geografiche è usata anche per decorare la pelle con il suo effetto di
tintura.
[10] R. Tagore, da:”Passando all’altra riva”, Carabba
editore.1915.
[11] R. Tagore, da: ”Il Giardiniere”, op.cit.
[12] “la chiave dell’Assoluto”,; già Baudelaire ci aveva
fatto scoprire che “le Beau est promesse
de Bonheur” (“il Bello è promessa di Felicità”)
[13] R. Tagore, da “Il Giardiniere”, op.cit.
[14] R.
Tagore, da :”Offerta di canti”, Carabba editore.1915.
[15] R. Tagore, da:
"Il Fuggitivo", in “Poesia moderna indiana”, Guanda editore
Parma, a cura di M.G.Bruni.1966.
[16] R. Tagore, da "Il Giardiniere", op.cit.
[17] R.Tagore, da "L'offerta di canti", Carabba
ed.1915
[19] Baciare in modo più che amichevole.
[20] L' Hindi è la lingua dalla storia culturale più ricca
tra le numerose lingue importanti del
sub-continente indiano. Deriva dal Sanscrito che, per prestigio, in quell'area
culturale è paragonabile al Latino in Europa.
About images and biography you can watch "Incontro con Tagore"
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