POESIA
Punti di
vista sul corpo
di Hemingway
diFrancesca Yvonne Caroutch
di
Adonis
delle
Donne d’Algeri
di Paul Celan
di Joaquìn Pasos
di e.e. cummings
di Ameen Rihani
di Ameen Rihani
di
Pablo Neruda
di Octavio Paz
di
Marcelle Delpastre
Da sempre infatti il corpo dell'amato/a accende il fuoco del desiderio, ma più raro è
stato il suo canto. È stata una conquista graduale la nostra e le modalità del
sentire sono molto diversamente coniugate, nello spazio, nel tempo e, solo
recentemente, anche nei generi.
Sorprendono alcuni confronti tra poeti del Vecchio e del Nuovo Continente.
Dall'Europa germanofona all'America anglofona ritroviamo gli stessi stilemi per
cantare il corpo della donna con due titoli ai testi che, però, segnano
l'opposto punto di vista.
Un ritratto dai colori scurissimi,"Ritratto
di un'ombra "di Paul Celan[1] che, ripercorrendo analiticamente ogni elemento del corpo della sua donna, gli
affianca immagini segnate da forte aggressività, quando non corrosive e perfide:
Ritratto di un’ombra[2]
I tuoi occhi, orma di luce dei miei passi;
la tua fronte,
solcata dal lampo delle spade;
i tuoi sopraccigli,
orlo della rovina;
le tue ciglia,
messi di lunghe lettere;
i tuoi riccioli,
corvi, corvi, corvi;
le tue guance,
stemma del mattino;
le tue labbra,
ospiti tardivi;
le tue spalle,
statua dell'oblio;
i tuoi seni, amici
delle mie serpi;
le tue braccia,
ontani alla porta del castello;
le tue mani, tavole
di morti giuramenti;
i tuoi fianchi,
pane e speranza;
il tuo sesso, legge
dell'incendio boschivo;
le tue cosce, ali
nell'abisso;
i tuoi ginocchi,
maschere della tua boria;
i tuoi piedi, teatro d'armi dei pensieri;
i tuoi piedi, teatro d'armi dei pensieri;
le tue piante,
cripte di fiamme;
la tua orma, occhio
del nostro addio.
Mentre Edward
Estlin Cummings (e.e.cummings)[3] nel suo "Cara" traccia anche lui la mappa del corpo
dell'amante con cura minuziosa, ma per esaltarne le virtù regali, dove luce,
colori, suoni, profumi riescono ad esprimere il meglio di sé. E, anche quando i
capelli o le spalle evocano in lui immagini guerriere, il senso attribuito è
quello del valore trionfante che hanno assunto ai suoi occhi:
cara.[4]
cara
i tuoi capelli sono
un regno
dove sovrana è l'oscurità
la tua fronte è una
fuga di fiori
la tua testa è
bosco vivo
pieno di assonnati uccelli
i tuoi seni
grappoli d'api bionde
sul ramo del tuo corpo
il tuo corpo è per
me aprile
dalle sue ascelle
giunge primavera
le tue cosce
pariglia di bianchi cavalli a un cocchio
di re
sono il tocco d'un
buon menestrello,
e sempre vi risuona
un dolce canto
cara
il tuo capo è uno
scrigno
per la fresca gemma
della mente
i capelli sul capo
sono un guerriero
ignaro della
sconfitta
i capelli sulle
spalle un'armata
di vittorie e di
trombe
le tue gambe sono
alberi di sogno
i suoi frutti vero
mangiare d'oblio
le tue labbra
satrapi scarlatti
nei cui baci
combaciano i re
i tuoi polsi
sono santi
custodi del tuo
sangue
i tuoi piedi sulle
caviglie fiori in vasi
d'argento
nella tua bellezza
oscillano i flauti
i tuoi occhi
tradiscono
campane intese fra
incenso
Due seduzioni ritmiche
martellanti quasi a dire la propria
diversa ossessione, quasi sovrapponibili, come a lanciare, però, due opposti
messaggi: quello cupo e irridente della voce del Vecchio Continente contro
quello solare,
caldo ed esaltante di
quella del Nuovo Mondo.
Laylat-Al-Layālī[6]
Di notte sulla
raggiante Rialto,[7]
vicino alle stelle,
nelle loro case di vetro,
vagai con l’anima
in tasca
pregando che quel
momento non finisse mai.
Ho visto il mio
cuore, il mio spirito, il mio pudore
prostrarsi ai piedi
della Bellezza.
Quelle sembianze!
Quante volte mi avevano allettato,
e quante volte sono
caduto nell’inganno!
E quante migliaia e migliaia di volte
ho camminato
all’ombra di una Layla!
Ma l’estasi e la
beatitudine della visione
finivano sempre in
una frustrazione profonda.
Ho colto ogni
invito
sussurrato dalle
pieghe del suo abito, ma non osavo.
Ho visto ogni mia
fantasia
indietreggiare
dinanzi al nero dei suoi capelli.
Ho desiderato
che ogni edificio intorno a noi
fosse un cedro, un
pioppo, un pino,
che gli uomini e le
donne fossero statue
e la pioggia che
cadeva fosse vino.
Che le luci fossero
fiori eterei
E le automobili
fossero rifugi nel bosco …
“Oh, basta così!”
esclamò lei e mi diede un bacio.
“questa soffitta e
questo letto vanno benissimo”.
Il Mediterraneo e l’Atlantico confluiscono nella sensibilità che ispira questo poeta, arabo libanese che vive a New York,a rappresentare la dimensione della memoria e quella del presente.
La prima ottava racchiude il sortilegio del paesaggio metropolitano, architettonico e umano,così affascinante da intimidire,ma che si rivela presto ingannevole.
Come nel linguaggio filmico, dall’inquadratura panoramica si passa all’inquadratura più ravvicinata per ribadire gli allettamenti e l’ammiccare delle Belle e dei loro abiti che svolazzano leggeri e capricciosi, con l’inevitabile delusione per le fantasie irrealizzate, nella seconda strofa. Infine, quasi a sottolineare il disagio dello spaesamento, l’evocazione del paesaggio familiare libanese con le sue foreste di cedri, di pioppi e di pini e, in conclusione, il colpo d’ali di lei che lo accompagna, che tronca le sue esitazioni per liberarlo con un bacio, completamente a suo agio, anche in quella squallida soffitta, perché quel che conta è che lui sia lì.
Altro orizzonte si apre se esploriamo il corpo femminile attraverso la voce cilena di Pablo Neruda[8] ne :
La prima ottava racchiude il sortilegio del paesaggio metropolitano, architettonico e umano,così affascinante da intimidire,ma che si rivela presto ingannevole.
Come nel linguaggio filmico, dall’inquadratura panoramica si passa all’inquadratura più ravvicinata per ribadire gli allettamenti e l’ammiccare delle Belle e dei loro abiti che svolazzano leggeri e capricciosi, con l’inevitabile delusione per le fantasie irrealizzate, nella seconda strofa. Infine, quasi a sottolineare il disagio dello spaesamento, l’evocazione del paesaggio familiare libanese con le sue foreste di cedri, di pioppi e di pini e, in conclusione, il colpo d’ali di lei che lo accompagna, che tronca le sue esitazioni per liberarlo con un bacio, completamente a suo agio, anche in quella squallida soffitta, perché quel che conta è che lui sia lì.
Altro orizzonte si apre se esploriamo il corpo femminile attraverso la voce cilena di Pablo Neruda[8] ne :
la terra, han
separato
i minerali e i cereali
han fatto la pace e
la guerra,
hanno abbattuto le
distanze,
di tutti i mari, di
tutti i fiumi,
e tuttavia
quando percorrono
te, piccola,
grano di frumento,
allodola,
non riescono a
comprenderti,
si stancano
raggiungendo
le colombe gemelle
che riposano o
volano sul tuo petto
percorrono le
distanze delle tue gambe
si avvolgono alla
luce della tua cintura.
Per me sei un
tesoro più colmo
d'immensità che non
il mare e i grappoli,
e sei bianca e
azzurra e vasta come
la terra della
vendemmia .
In questo
territorio,
dai tuoi piedi alla
tua fronte
camminando,
camminando, camminando,
passerò la mia
vita.
E le ombre s'aprirono nuovamente e mostrarono un corpo:
i tuoi capelli,
autunno denso, caduta d'acqua solare,
la tua bocca e la
bianca disciplina dei tuoi denti cannibali, prigionieri in fiamma,
la tua pelle di
pane appena dorato, gli occhi di zucchero bruciato,
luoghi dove il
tempo non passa,
valli che solo le
mie labbra conoscono,
passaggio della
luna che ascende alla tua gola tra i tuoi seni,
cascata
pietrificata della nuca,
alta pianura del
tuo ventre,
spiaggia senza fine
del tuo costato
i tuoi occhi sono gli
occhi fieri della tigre
e un minuto dopo
sono gli occhi umidi del cane
ci sono sempre api
nei tuoi capelli
la tua schiena
fluisce tranquilla sotto i miei occhi
come la schiena del
fiume alla luce dell'incendio.
alta pianura del
tuo ventre,
spiaggia senza fine
del tuo costato
i tuoi occhi sono
gli occhi fieri della tigre
e un minuto dopo
sono gli occhi umidi del cane
ci sono sempre api
nei tuoi capelli
la tua schiena
fluisce tranquilla sotto i miei occhi
come la schiena del
fiume alla luce dell'incendio.
Acque addormentate
battono giorno e notte la tua cintura d'argilla
e sulle tue coste,
immense come gli arenili della luna,
il vento soffia per
la mia bocca e il suo lungo lamento copre con due ali grigie
la notte dei corpi
come l'ombra dell'aquila
la solitudine dell'altopiano deserto.
Le unghie delle
dita dei tuoi piedi son fatte del cristallo dell'estate.
Tra le tue gambe
c'è una pozza d'acqua addormentata,
baia dove il mare
di notte s'acquieta, nero cavallo di schiuma,
grotta a piede della
montagna che nasconde un tesoro,
bocca del forno
dove si fabbricano ostie,
sorridenti labbra
socchiuse ed atroci,
unione della luce e
dell'ombra, del visibile e dell'invisibile
(lì attende la
carne la sua resurrezione e il giorno della vita perdurabile)
Patria di sangue,
unica terra che conosco e mi conosce,
unica patria in cui
credo, unica porta sull'infinito.
La versificazione è più variata da interrogativi,
ha un respiro più aperto, da voce latina, per riprendere con più gusto e vigore
lo slancio e l'esaltazione successivi. La natura tutta partecipa all'adorazione
dei corpi femminili.
Se in Octavio Paz il corpo dell'amata ha la forza
di squarciare le tenebre ed i suoi occhi sono luoghi dove il tempo non passa e
"nella bocca del forno dove si
fabbricano ostie" c'è il segno dell'eternità, le mani di Pablo Neruda che
hanno abbattuto le distanze di tutti i mari, quando percorrono il corpo di lei,
accusano momenti di affaticamento tanto infinito è "il territorio dai tuoi
piedi alla tua fronte" che "camminando, camminando e
camminando,/passerò la mia vita."
Ecco ora la voce di Joaquìn Pasos[12] dal Nicaragua ,che unisce l’immagine sensuale e
possente delle giovani indie, che sfidano il vento ,opponendogli i loro seni
denudati,a quelle di una natura selvaggia e bellissima:
Tormenta.[13]
Il nostro vento
furioso grida attraverso palme giganti
Sordi bramiti
scendono dal cielo incendiato da lingue di leopardi
Il nostro vento
furioso cade dall’alto.
Il colpo del suo
corpo scuote le radici dei grandi alberi
Escono dal suolo
gli scarabei
I serpenti maschi.
Il nostro vento
furioso continua il cammino bagnato
È il succo oscuro
della sera che bevono i tori selvaggi
Imperversa sui
campi.
Gli uomini odono in silenzio i gemiti del vento
Con l’anima spezzata,il
corpo levato
I piedi e la faccia
di fango.
Le indie giovani
vanno nel cortile,lacerano le loro camicie
Offrono al vento i
loro seni nudi,che esso aguzza come vulcani.
Grande poesia dell'amore forte
Il mio amore è diverso.
Nella poesia di Joaquìn Pasos scopriamo ancora una volta la fantastica capacità di fondere le esperienze delle avanguardie -con la soppressione di nessi grammaticali ,le caotiche enumerazioni e invenzioni di immagini sensuali molto originali, che ben rappresentano il vigore della sua terra –e un certo gusto degli artifici che ricordano quasi la retorica barocca.
Grande poesia dell'amore forte
Il mio amore sta con le ali aperte sul mare –
coste, acqua e schiuma.
Il mio amore brilla come acqua sull’acqua.
Il mare è rotondo. Il mare è piccolo.
Il mio amore è un'alga.
Il mio amore è come un uccello.
Il mio amore è una perla di luce
che cresce con il mattino –
voglio piantare un albero per questa illusione.
Voglio un grande cielo come un parco
per far giocare il mio amore.
Sulle ali del vento il mio amore
è azzurro e limpido.
Voglio tenere questo fiore come una rosa
in boccio, piantata nella tasca –
sole, sole, sole! e l'acqua.
Il mio amore era un ragazzo snello dentro una giacca –
lo afferrai, lo misi sul tavolo come una bambola –
e lui vive con i suoi occhi immensi.
Il mio amore è un bambino che imita
il fischio della vaporiera.
Sulla strada, il mio amore striscia come un serpente
e disegna le curve della terra.
Cresce come una pera matura sulla punta
di un ramo, da salvare in una bottiglia di vetro.
Lascia la palla del mio amore,
salta sui gradini della scala
e cadi nell’acqua dello stagno.
(Il mio amore è fresco e morbido
come il languore dei tuoi capelli.)
Il mio amore, donna, è come te stessa.
Il mio amore è ad ali spiegate sul mondo.
Il mio amore brilla come il mondo al mondo.
Il mio mondo è rotondo.
Il mondo è piccolo?
Nella poesia di Joaquìn Pasos scopriamo ancora una volta la fantastica capacità di fondere le esperienze delle avanguardie -con la soppressione di nessi grammaticali ,le caotiche enumerazioni e invenzioni di immagini sensuali molto originali, che ben rappresentano il vigore della sua terra –e un certo gusto degli artifici che ricordano quasi la retorica barocca.
C' è poi
la smania maschia e sofferta del soldato Hemingway[14]
per una caviglia di cui vorrebbe condividere i segreti per dare un senso alla
breve licenza in quel di Schio, prima di ripiombare nell'inferno della prima
linea. Intanto si stordisce con una bottiglia insieme con i suoi commilitoni.
C'erano Ike e Tony e Jaque e il sottoscritto[15]
che giravano per il
centro di Schio.
Tre giorni di
licenza e ti senti un gran dritto.
Sbronzi duri, ma
l'occhio aperto e fitto
Si guardavan com'eran fatte, loro e io.
Solo com'eran
fatte, santo dio.
Perché la faccia
non interessa, quando hai solo tre giorni di licenza
né a Ike né a Tony
né a Jaque né al sottoscritto.
La faccia è gratis,
la guardi, ne hai diritto,
ma una caviglia ti
costa sofferenza
perché la caviglia
è un segno.
Buono è il cognac
anche se Martel non è,
la caviglia ha
segreti che tiene per sé.
Certe volte li
serba o li scambia con te.
Fra tre giorni
saremo di nuovo all'inferno, ecco perché
Non ce ne importa
un fico se anche lei Martel non è.
Diverso , ma attraente e ugualmente interessante, è
lo sguardo al femminile, che sia quello
fisico e terragno della poetessa
contadina occitana Marcella Delpastre[16] come quello metafisico di Francesca Yvonne
Caroutch,che sia il canto di un corpo di
donna o di maschio.
Donna in fiore.[17]
donna in fiore come
un grande castagno che spande i suoi profumi possenti
tu ti ergi sulla
campagna, fiammeggi di buoni odori,
prendi il sole e la pioggia sui tuoi rami carichi di
frutti.
Sei in piedi sulla
collina,i l blu dello spazio e il vento grondano
su di te dalla
bocca ai talloni.
Le messi crescono
sulle tue braccia, il biondo rotondo dei
seni gonfia il tempo dei raccolti
maturi,
e nel tuo seno già
la notte profonda fermenta; già
il grande mare
avvolge su di te la curva delle sue onde.
Il linguaggio della poetessa etnologa del Midi
della Francia identifica i seni della sua donna in fiore con il vigore della
terra per esaltarne la provvida fertilità che la fa uguale agli altri elementi
della natura. Anche qui, come in Tagore , le onde del mare, con un rotondo
abbraccio, le tributano il loro omaggio appassionato.
Nei suoi testi il linguaggio è ugualmente ricco di
immagini forti, sensuali, appassionate, ma non ha più la semplicità solare e
generosa di Marcelle Delpastre, anzi, a
tratti, si fa drammatico, aggressivo e febbrile quasi a
meglio esprimere l’urgenza del
desiderio...
Tu mio sosia nell’arte d’amare[19]
L’indecenza di
contemplare il tuo sonno
Sotto i resinosi
inebetiti di felicità
Tu mi avvolgi come
un velo di calore
Voluttà
dell’assenza straziante
Febbre d’incontro
Negli aromi della
passione
Divorarci l’un
l’altro
come quarti di luna
sotto il grande
artificiere in trance
Desiderio cieco che urta nelle tenebre
Depositi del
destino oscuro
Che voga verso gli
spazi sempre più vergini dei cieli
I fichi cantano
malgrado lo
scorpione nel cuore
Tutti gli uomini
amati non ne fanno che uno
nell’etere che
brucia
Non resta che una
bocca
che è in comunione
con i frutti sacri della terra
Che urla
all’interno che tace
che bacia
l’impronta dei tuoi passi sulla sabbia
o che si
esprime infine con quello popolare della sfida ribelle e sicura di sé nel canto
delle donne d’Algeri;una testimonianza importante - per un paese dove la
condizione delle donne non è certo delle
migliori - di Mohammed Kacimi El Hassani[20]:
La mela non voglio mangiare,[21]
il suo rosso prenderò per le
guance.
Un vecchio non voglio sposare,
lo getterò in fondo al mare.
Al suo posto prenderò un
giovanetto,
con lui giocherò nel cuore del
letto.
E in una sorta di parossistico climax si approda a un punto di vista ancora altro, di un erotismo quasi metafisico, molto mediorientale; quello
sull'ombelico della Bella di Adonis[22], che
appare al grande poeta come un'ammaliante ninfea che schiude i suoi
petali in un lago ; egli ci si smarrisce, attratto ,come il vento che si perde
nei suoi antri, e finisce per cantare in suo nome, cancellando le strade.
29. Quello è il suo ombelico?
Una gaia ninfea[23]
che su un lago di
fiori distende i suoi petali
in cui si aggirano
le mie viscere e la mia fantasia
ne indosso il roseo
corpo, congiunto
ad ogni luce, come
se indossassi l'orizzonte.
Quello è il suo
ombelico? Precipito, mi perdo
come
si perde il vento,
mi attraggono i suoi antri
mi chino e canto in
suo nome scendendo
al fondo e in suo nome cancello le strade.
[1]Paul Celan,pseudonimo di Paul
Antschel,nasce a Czernowitz nel 1920.Poeta rumeno di lingua tedesca,di origini
ebraiche,vive a Parigi dal 1948,dove muore nel 1970 gettandosi nella Senna dal
Pont Mirabeau.
[2]Paul Celan,Ritratto d’un’ombra,
In “Poesie”,a cura di Giuseppe Bevilacqua,Mondadori,Meridiani,1998.
[3] Edward Estlin Cummings,ee.cummings,nasce a
Cambridge,Massachussetts,nel 1894 e muore a North Conway,New Hampshire nel
1962.
[4]ee.cummings.Da”Tulips and Chimneys”,1923,
in“Poesie,” trad. di Mary de Rachewitz,Einaudi, 1987.
[5] Ameen Rihani (Amīn Fāris al
Rīhānī)nasce a Freike,Libano,nel 1876.Muore nel villaggio natale nel
1940,dopo una lunga permanenza a New York,USA,.In quella città è membro de “ Il
Circolo di Gibran”.
[6]Ameen Rihani,Laylat –al- Layālī.
Da: ‘Poeti Arabi di New York’.Palomar
editore .2009.
Layat-
Al- è l’amata di Qays.
L’equivalente arabo-persiano di
Giulietta e Romeo.
[7] A Broadway.New York.N.Y.
[8]Pablo Neruda,pseudonimo di Neftali Ricardo
Reyes,nasce a Parral,Cile,nel 1904 e muore a Santiago,Cile,nel 1973.Nel 1971
gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura.
[9]Pablo Neruda,da “I Versi Del
Capitano”, in “Poesie”,Passigli editore,1995.
[10] Octavio Paz,pseudonimo di Octavio
Lozano,poeta e diplomatico,nasce nel 1914 a Città del Messico e muore nel 1998.
Nel 1990 gli è conferito il premio Nobel per la letteratura.
[11] Octavio Paz,da: “Libertà sulla
parola”. Op. cit.
[12]Joaquìn Pasos, poeta nicaraguense
che nasce a Granada nel 1914 e muore
a Managua nel 1947. Dal1929 fa parte del gruppo Vanguardia(1928/1931)di José Coronel
Urtecho,Pablo Antonio Cuadra,Manolo Cuadra e altri. Con alcuni di loro fonda la rivista
omonima,organo del movimento.
[13] Joaquìn Pasos,Tormenta,in Poeti ispanoamericani del Novecento,II
vol., a cura di Francesco Tentori
Montalto,prefazione di Mario Luzi, Bompiani, Milano, 1987,da Poemas de un joven,con
prefazione di Ernesto Cardenal, México, Fondo de Cultura Economica, 1962. Dello stesso autore,precede in Nicaragua, ma
nello stesso anno-( 1962)- Sus mejores poesias, Managua, Club del Libro Nicaraguense. Successivo è Poesia escogida, México, CLE, 1974.Ci piace
ringraziare il prof.Giuseppe Bellini per averci aiutato con il puntuale recupero delle fonti.
[14]Ernest Hemingway nasce a Oak
Park,Illinois,nel 1899,e muore a Ketchum,Idaho, nel 1961.Ottiene il Premio
Nobel per la letteratura nel 1954.
[15] Ernest Hemingway:poesia riconducibile agli anni
1918/20,circa.E’ inserita nella raccolta “88 Poems”curata da Nicholas
Gerogiannis e pubblicata postuma nel 1979,negli USA.In Italia,V.Mantovani cura
la traduzione, che è pubblicata nella collana ‘Specchio’ da Mondadori col
titolo”88 poesie,”nel 1982.
[16] Marcella Delpastre nasce nel 1925 a
Germont-de-Chamberet,Limousin,Francia,e muore nel 1998.Poetessa e
contadina,etnologa della sua stessa cultura,d’espressione occitana e francese.
[17]Marcella Delpastre,Donna in
fiore, da” Il
cacciatore d’ombre”,Edicions dau Chamin de Sent Jaume,in”Couleurs
Femmes,Le Castor Astral/Le Nouvel Athanor,Paris,2010.
[18]Francesca Yvonne Caroutch nasce a
Parigi nel 1937; saggista,studiosa di simboli alchemici,soprattutto del
liocorno,convertita al buddismo , diventa famosa per un libro, “Soifs”,
pubblicato quando era ancora al liceo. Lesse, per caso, in una traduzione, una
delle poche allora apparse, l’inizio della “Notte”(Dino Campana), dove si parla
della Place d’Italie, a Parigi, con i carrozzoni dei Boéhmiens. La nonna di
Francesca era una di loro, possedeva una casa sulle ruote, frequentava Place
d’Italie, forse negli anni descritti dal
poeta di Marradi. Ecco che allora Francesca impara l’italiano, legge, si
documenta e si mette, con amore infinito, a tradurre Campana. Il lavoro, duro e
lungo , è pronto per la pubblicazione. Ne parlano i giornali, dando per
imminente l’uscita del libro. L’articolo di André Laude, pubblicato su Le Magazine Littéraire, Paris, nel
1969, viene ripreso da un anonimo estensore del Corriere della Sera, con il
titolo “Campana rintocca in Francia”, dando anche da noi la notizia dell’imminente pubblicazione
della prima traduzione francese di Campana che,tuttavia,non sarà mai
pubblicata. È traduttrice oltre che di Dino Campana anche di Giuseppe
Ungaretti.
[19] Francesca Yvonne Caroutch :Tu,mio
sosia nell’arte d’amare,da “Clameurs nomades”-Editions du Cygne.In “Couleurs
Femmes “,Le Castor Astral/Le Nouvel Athanor,Paris,2010.Trad di M.G.
Bruni.
[20]Nasce a Sofia nel 1893 e muore
nella sua città nel 1991.È uno dei più grandi poeti del suo paese che ha saputo
coniugare nella sua opera il fascino romantico della donna orientale e la fiera
emancipazione della donna occidentale con la femminilità universale.
[21] Elisaveta Bagryana ,La
discendente,da Anthologie de la poésie classique bulgare,Paris-Sofia,2011,avec
le concours du Ministère des Affaires Étrangères et BTA,Sofia et
l’UNESCO,Paris,a cura di Eric Karaïliev.
[22] Larghi pantaloni turchi da donna.
[23] Mohamed Kacimi El
Hassani è nato a El Hamel, in Algeria.
Trasferitosi a Parigi nel 1982, si dedica alla scrittura in tutte le sue forme:
romanzi, poesie, pièces teatrali. È’
autore, tra l’altro, di Terra Santa (Elliot, 2008), e di scritti per
bambini.
[24] Mohamed Kacimi-El Hassani,La mela non
voglio mangiare,da “Boqala”(brocca) - Canti delle donne di Algeri.Donzelli
editore in Roma.2008.
[25] Adonis,pseudonimo di Ali Ahamd Said,nasce a
Qassabin,Siria,nel 1930.
[26] Adonis:in”Cento poesie d’amore,”Guanda,
editore in Parma,2007.
Ho aggiunto una nuova poesia di Joaquìn Pasos.
RispondiEliminaSei curioso di conoscerla?
a me sembra molto interessante.