mercoledì 29 dicembre 2021

155.Da Il Messaggio d'Oriente.pensieri.La Hùrì e il Poeta. XIV..

 XIV.

La Hùrì  e  il Poeta.(1)

Né del vino hai tu la voglia

né d'uno sguardo mi degni,

strana cosa è che non sappia

l'arti e il gioco dell'Amore.!


Tutti fatti di ricerca,

impastati son di brama,

il respiro che tu ardi

la canzone che tu intoni.


Quale mondo malioso

hai creato con un canto!

Il giardino ora di Iram(2)

sol mi sembra freddo incanto!


                                            Il Poeta

Travii  il cuore dei viandanti

con parole ardite aguzze.

ma il piacere suo non giunge

alla punta della spina!


Ma che far se mia  Natura

non s'adatta mai a mia mèta!

Impaziente e inquieto è il cuore

come brezza in un roseto!


Quando l'occhio si sofferma

su fanciulla graziosa

sento già del cuore un palpito

per bellezza più sublime!


da scintilla viglio stella,

nella stella cerco un sole,

spregio stazioni e mète,

ché fermata è, per me ,morte.


Quando il soffio smeraldino

m'offre il vino dell'Aprile,

già ad un altro canto il labbro

s'aore e a nuove primavere.


Il mio fine cerco in quello

che non ha fine giammai :

con lo sguardo inquieto errante,

con speranze mille in cuore.


Muore il cuore degli amanti

in un Paradiso Eterno:

luogo senza pena ,e canti,

senza strazio, senza amico!


Trad. di Alessandro bausani.


1) Questa poesia  è una "risposta" sl goethiano  Anklang (nel

Chuld-Namch del West-Gotliche Diwan)che presenta un simile dialogo fra la hùrì e il Poeta.L'ammirazione di Iqbal per Goethe era grandissima

(2)Favoloso giardino nel Yemen ,spesso identificato cin i giardini del Paradiso.,cime qui.












Nessun commento:

Posta un commento