-L’altra nostra ospite è Joumana Haddad, che conosco dalla mia visita a Beirut di qualche anno fa. L’ho incontrata in veste di editrice e capo redattrice di una rivista specializzata in letteratura, ma dove il tema del corpo, della sensualità e dell’erotismo è centrale. Argomento tabù, come sapete, nei paesi di lingua araba, ma Joumana, mi ha spiegato, che spesso si è chiesta: “Perché privare la lingua araba di una parte essenziale del suo vocabolario, delle parole del corpo? Se il corpo è un linguaggio universale, perché limitare il potenziale di una lingua?”. Dice, in una sua poesia, che si intitola “Sono una donna”: “La chiave della prigione è la loro lingua/
ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio
/e il mio desiderio non riusciranno mai a domare”.
[1] Joumana Haddad, “Banchetto”, da Adrenalina, Edizioni del Leone, 2009; traduzione dall’arabo di Oriana Capezio.
Joumana Haddad (nata nel 1970 a Beirut) è una poetessa libanese, giornalista, instancabile attivista per i diritti delle donne. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue.
Nessun commento:
Posta un commento