giovedì 2 marzo 2017

UMBERTO SABA.1







La situazione di un triestino che scriveva per l'Italia da
Trieste la grande maggioranza delle poesie del nostro fu 
composta  a Trieste,"laggiù,come  dicevano gli italiani)
era difficile.Non tanto, nel caso di Saba,per ragioni 
formali (il suo senso innato della lingua e della forma
italiana fu notato dal  Borghese e da altri già a proposito 
del suo primo -sbagliatissimo- libro di versi:Poesie),
quanto perché il cielo che sta sopra la sua poesia, che
tutta la compenetra,quel cielo anche, ma non solo,
materiale, che  alcuni nostri predecessori dissero
"inconfondibile", è proprio il cielo di Trieste,quello
cioè dell' "altra sponda"Saba fu insomma,malgrado
la sua italianità formale (maggiore in lui che nei suoi
contemporanei)e la sua universalità umana,un "periferico".
E questo spiega molti equivoci.Le origini triestine di
Saba hanno avuto anche,come conseguenza,di farne
almeno agli inizi,un  arretrato.(Dal punto di vista della
 cultura ,nascere a Trieste nel 1883 era come nascere
altrove nel 1850).quando il poeta era ancora giovanissimo
,e già,in Italia come in tutto il resto del mondo,si
reparavano o erano in atto esperienze stilistiche
di ogni genere ,la città di Saba era ancora,per quel
poco che aveva di vita culturale,ai tempi del Risorgimento:
una città romantica. Aggiungi,come aggravante,che il poeta
(come dice egli stesso nella prefazione al primo Canzoniere:
Trieste,1921 )"viveva in un ambiente dove nessuno aveva
parlato a lui di  buoni o di cattivi autori."Ma è stata
un'aggravante dalla quale Saba trasse,colla felicità
dell'istinto,quella che è stata forse la sua  originalità
maggiore:essere(come osservarono Solmi ed altri)
"moderno  in modo quasi sconcertante",rimanendo
al tempo stesso fedele alla tradizione.La rivolta contro
l'endecasillabo classico che,dopo il naufragio del
Futurismo(ricordate Parole in libertà?) espresse  con
ben altri risultati  nella "tecnica" di Ungaretti e di
Montale(specialmente del primo Montale)rimase
sempre estranea a Saba.E' dubbio però che,in
qualunque luogo nato, in qualunque ambiente
vissuto ,egli avrebbe accolto in sé quella rivolta.
Si tratta del poeta meno ,formalmente,rivoluzionaro
che ci sia. C'era nella natura profonda qualcosa che
aveva bisogno di appoggiarsi sempre al più solido,
al più sicuro,a quello che aveva fatto le sue prove in
un lungo,nel più lungo possibile ,passato,per poi partire
da quello alla conquista di se stesso...

(da Storia  e  Cronistoria del Canzoniere )

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