310.Nia Francisco.
Ode a una donna ubriaca.
a. cara signora terra
con
labbra gonfie
la tua bellezza
va e viene
quelle scarpe che porti
" tennis" fangose
non sai niente di una partita di tennis
non ha provato nemmeno una volta
ma quelle tennies vanno barcollando
alla bettola del contrabbandiere
b. cara signora polverosa
avvolta di cose calde in questo caldo giorno
te ne stai sulla strada
magari a fare l'autostop
da Eddie's al Tropic's alla Navajo Inn
ti vidi con indosso il tuo fazzoletto
fiori rossi gialli che ti coprivano la testa
un fazzoletto che faceva ombra alla tua pelle scura.
un viso che è solo un viso
e all'ombra del fazzoletto
occhi iniettati di sangue si infiammano
di tristezza e di sete.
c. cara signora
con delusioni da "roma"
i miei avi hanno intessuto perfino dentro di te
tu sei mia madre
la madre ci vede
noi siamo sobrie ma ubriache
di sofferenza
causata dalla stessa dannata vergogna che tu hai provato
d. come tue figlie noi rimarremo
e le nostre delusioni
sono un abbagliante
filo rosso avvolto alle trecce
le nostre menti attorte
nella rabbia di vincere
quella stessa vergogna che tu hai provato.
e. e
solo ora vedo
che noi rimaniamo come te,madre
ancora a fare l'autostop ancora
da Albuquerque a Gallup a Windiw Rock,Chinle
e le ombre
di nuvole distanti
nascondono i nostri stanchi visi rossi
f. cara signora ubriaca
siami di nuovo insieme
diverse
e ti amiamo ancora
come il clan madre
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