- ... oppure, sempre della stessa poetessa, questo scontro dei due sessi nel loro diverso rapporto con la natura e il linguaggio, dove dietro alla leggerezza del racconto si svelano temi come la relatività dei valori, l’indeterminatezza del linguaggio e il corpo come luogo di piacere e realtà:
Discorsi nel Paradiso Terrestre[1]
Nell’Eden
‘ Penso che la chiamerò giraffa--
Lui parla: lei sorride; sorride
Sempre, ma non
Farà scelte--semplicemente
Osserva il grande giardino
Con infinito piacere.
‘Giraffa!’ dice lui, enfatico,
indicandogliela; poi sospira
‘ Non è facile, dover trovare
Così tanti nomi diversi.
Piena di entusiasmo allora, lei offre il suo aiuto:
Lui è perplesso.
Beh, in realtà Dio lo ha detto a me
di dare un nome alle creature … ma forse
Potresti provare con qualcosa di piccolo …
‘ Ma le mie idee sono grandi.’
Lui le prende la mano,
‘Vedremo … Tesoro mio … domani … ‘
L’indomani mentre lei si crogiola al sole,
Con l’erba che le solletica i piedi,
Lui chiede :‘ Dove è la giraffa?’
‘Boh! Qui,’ lei dice ‘Da qualche parte.’ `
‘Stronzate! Guarda lì--
(indicando con il dito) lì, lì,
Niente giraffa.’ ‘Ma,
Sicuramente ce ne saranno altre.’
‘Non è questo il problema — non c’è più
Se non la vedo, si è persa,
O qualcos’altro.’
E così Adamo se ne va a cercarla.
E sebbene il cielo sia ancora blu,
Le foglie verde scuro,
C’è un vuoto
Uno spazio vuoto nella creazione--
Quello che conteneva perfettamente la giraffa, ora è
L’altro, l’assenza, la mancanza.
Eva si sente, per la prima volta,
A corto di … parole
( sopra la sua testa sul ramo
Ma maturo e a portata di mano)
il frutto risplende,
Rotondo, carnoso.
[1] Jennifer Strauss, “Discorsi nel Paradiso Terrestre” in Antipodes, a Global Journal of Australian/ New Zealand Literature, 1989, Vol.3, N° 1 ; http://www.australianliterature.org. Trad. di Isabella Nicchiarelli.
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