Ma fu lo stile non convenzionale di Dorothy Porter[1] che ha decisamente contribuito a rendere meno di nicchia la poesia, grazie ai suoi romanzi in versi, dove la lirica e il racconto si fondono insieme per narrare storie noir, racconti di fantascienza o di ambientazione storica. Il romanzo in versi non era una novità, neanche in Australia, e molti altri poeti australiani contemporanei, tra cui Les Murray [2], ne hanno scritti. Il fatto nuovo è che, in questi anni, sono diventati molto popolari e i più venduti.
Del 1994 è il racconto poliziesco in versi, provocatore e fortunato, della Porter, intitolato “La Maschera di Scimmia”[3], dove una sequenza di poesie delinea la trama d’azione, “con un ritmo teso e veloce come quello di un testo rap”[4]. Attraverso la voce narrante, quella della giovane investigatrice lesbica Jill Fitzpatrick, il poema racconta il male e dimostra l’incapacità della poesia a redimerlo. “La poesia è una droga, intossica i lettori”, ha detto la Porter in un’intervista. La letteratura, dunque, proprio nel suo essere ambigua, non vera, è pericolosa. Le parole, infatti, non sono neutre, possono essere erotiche o crudeli oppure qualsiasi altra cosa, ma è la poesia che rende accettabili Macbeth e Medea, macchiati dei più orrendi crimini. Forse è questo il senso del successo di questo noir in versi.
Quello che è [5]
Guidando verso casa
Alba e luna piena
Su, verso
le Mountains
il cuore mi sguazza
nel petto
la luna bussa
al lunotto
amala e basta
dice la luna
smettila di contare il resto
nessuno vuole fregarti
amala e basta
amala
per quello che è.
[1] Dorothy Featherstone Porter nasce nel 1954 a Sidney, New South Wales, Australia. Scrittrice poliedrica, ha scritto anche racconti, testi per canzoni e libretti d’opera. Muore a Melbourne, Victoria, Australia nel 2008.
[2] Cfr. il suo “Freddy Nettuno”, Giano, 2004.
[3] Fu un best seller e pluripremiato, oltre ad avere un forte consenso dalla critica e vari adattamenti, tra cui un film diretto da Samantha Lang nel 2001.
[4] Cfr. Carlo Lucarelli, risvolto di copertina, in Dorothy Porter, “La Maschera di Scimmia”, ed. Fandango, 1999.
[5] Dorothy Porter, “Quello che è”, da La Maschera di Scimmia, op.cit.; trad. Sergio Claudio Perroni.
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