309.Louise Endrich.
La povera Clara.
Aprile era il mese più denso di nascite.
Notammo,facendo il conto all'indietro,che la fiera della contea
si tenne giusto nove mesi fa sulle spianate vicino al fiume,
un piatto meandro circondato da olmi.
I grossi rami frantumati sparsi tutt'intorno
e i ceespugli che affioravano per coprire ogni peccato
là,oltre le stalle,divennero recinti per l'accoppiamento
dove Clare andava seguendo gli uomini del luna park.
Una ragazza in carne,grossa di fianchi,con spenti
occhi azzurri senza ciglia e panna cagliata per pelle,
si eccitava per ogni cosa.
Non era cattiva,solo ottusa,e troppo avida
del tocco di un uomo perché era senza padre.
Di notte ,la madre inchiodava la porta,
ma Clare aveva nascosto una corda e si calava giù dalla gronda
e làincontrava gli uomini,come qualcuno di noi pensa.
perché ogni notteper tutto il tempo che durò la fiera
si scatenò sulla ruota,la giostra delle tazze
la ruota volante,il missile,la piovra
e vestita di piume rosae arancia vinse ai dadi
finché non rimase neanche un briciolo di dubbio
su come pagava,tra irami intrecciati
dove l'erba cresceva troppo alta e in inverno
si appiattiva come capelli sotto tonnellate di neve.
La madre di Clara era una donna dura ,astuta e robusta
impagliava orsi con imbottitura di ferro
e li vendeva nel negozio di sarta
a cui badava nel suo portico a vetri.
Povera Clara,si cucì un camicione,lo indossò
e all'ultimo mese tutti ne parlavano,
poi si sgonfiò lentamente così entro la fine dell'estate
sparì ogni segno e sparì anche il bambino.
E mai è venuto fuori,tanto che il villaggio mi sembra
diverso e il segreto resiste.
Ogni strada è un nascondiglio con cespugli,fogne
mucchi di rifiuti,scoli,ceppi cavi e sassi.
La madre è muta e impagmia i giocattoli con rabbia.
I polizziotti e le assistenti sociali riempiono risme
di moduli in triplice copia a interlinea uno.
La povera Clara sbatte le ciglia imperlate e resiste
ad ogni documento in silenzio.La sua creatura è cenere
trascinata a valle dal fiume,deposta in una mangiatoia,piena di radici]
secca come il frumento in un lungo e dritto frangivento
che sboccia di bianco anno dopo anno.
E non c'è rimedio a questo, ma io ho sognato
che la seguivo verso i grandi relitti sradicati
e là nelle massicce spirali di fangose radici morte,
salvavo il bambino e seppellivo Clare,così ora,
quando arriva il fiume ad allagare tutto il parco,
il mambino mi viene incontro incespicando su piedi d'argento.
Mi sono alzata,sono andata fuori,ho cercato
nel cortile,nelle vasche roventi,tra neri grovigli spinosi.
Ho sentito il suo belato alto e fievoleed ho strisciato
tra le fondamenta crepate della nostra casa,
chiamandolo col gemito d'un cane e di una pecora impaurita,
finché mi sono svegliata ed ho temuto di essere andata fuori di testa.
Nessuno e il pianto sempre fievole
come aria attraverso un setaccio.
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