giovedì 26 settembre 2019

E.Sei poesie galiziane.Presentazione.Garcìa Lorca.





E.SEI POESIE GALIZIANE

               1935

Presentazione



Ricorda J.L.Cano :l viaggio in Galizia[1932]fu particolarmente interessante per Federica e ne sarebbero derivati i Seis Poemas galegos. Tenne diverse conferenze a La Coruna e a Santiago. In ques’ultima città, soprattutto,quel pugno di giovani inquieti che
 in ogni provincia spagnola tiene vivo l’amore per la poesia e per l’arte,lo accolse con entusiasmo. Ne facevano parte, tra gli altri, Arturo Quarado,il pittore Maside,lo sfortunato poeta Feliciano Rolàn – alla cui morte prematura Federico dedicò alcune belle parole- Ernesto Pérez Guerra, Carlos Martinez Barbeito,Domingo Garcìa Sabell,Luis Manteiga,Alvaro Ruibal,il pittore Seoane.Con loro passeggiò instancabilmente per le strade  di Santiago,ammirò ogni meraviglia della città,e andò a deporre fiori sulla tomba di Rosalia Castro,nel convento di Santo Domingo,e non fu un semplice gesto di protocollo,perché Federico amava la poesia di Rosalia e collocava la poetessa galiziana al più alto vertice della nostra lirica del XIX  s. Più tardi avrebbe confessato a un giornalista di Buenos Aires ?Porto la Galizia nel cuore,perché 
lì ho sognato e vissuto molto.I aeis poemas gallegos furono lomaggio alla terra della saudade e di Rosalia.

Secondo Antonio Melis  ,Garcia Lorca?la stessa scelta del gallego indica una volontà persistente di sperimentazione,che 
si rivolge qui soprattutto nella direzione di nuovi effetti musicali.

Del resto conosciamo la cultura musicale di Garcia Lorca che:
in quella straordinaria comunità di  maestri,che frequentarono quella particolarissima comunità di artisti senza leader che fu la “Casa de los Chopos[1],della “Generazione del ‘27”-uno strano raggruppamento di poeti,pittori,cineasti,musicisti e architetti che condividevano la tensione per il rinnovamento non a caso era Federico che intratteneva i presenti, mettendosi volentieri al piano.










[1] La Residenza si poneva il compito iniziale di supportare l’insegnamento universitario attraverso la creazione di un ambiente intellettuale e  di convivenza fra studenti e insegnanti, fra gli uomini delle arti e quelli delle scienze, con un marcato stampo umanistico, e di essere il centro  di accoglienza delle avanguardie europee. Lorca, Dalí e Buñuel furono tra i residenti più prolifici. Lo scrittore Miguel de Unamuno, il compositore Manuel de Falla, i poeti Juan Ramòn Jimènez, Pedro Salinas e Rafael Alberti, il filosofo Josè Ortega y Gasset -per citarne solo alcuni- si potevano spesso incontrare agli appuntamenti della strapiena agenda culturale della casa. Anche Albert Einstein, Paul Valery, Marie Curie, Igor Stravinsky, John M. Keynes, Walter Gropius, Henri Bergson, Le Courbusier vi passarono per scambiare conoscenze e impressioni. La casa si trovava in una zona tranquilla di Madrid, su un colle battezzato dai poeti come Colina de los Chopos (Colle dei Pioppi). Aveva una cinquantina di camere, molto austere e semplici (letto di pino, vaso da notte, libreria, scrivania e due sedie). Le occupavano giovani, dai 15 anni in avanti per i quali i genitori, o loro stessi, avevano scelto una educazione alternativa a quella dell’Università Centrale. La Residenza si finanziava con gli affitti pagati dagli studenti, anche se dopo qualche anno una parte dei fondi furono destinati a creare borse di studio per i meno agiati. Come unico lusso, in mezzo a questo clima di silenzio e austerità, c’era un pianoforte nel salotto del piano terra. Lo suonava spesso Lorca dopo la cena. Nella loro vita quotidiana, gli studenti adottavano le abitudini inglesi, considerate più adatte allo sviluppo della creatività, con pasti anticipati sugli usi spagnoli e tè in giardino alle cinque di pomeriggio. La poesia è stata forse l’attività che si è sviluppata tra quelle mura nel modo più bello e profondo. Raramente era il centro della vita collettiva, tranne nella camera di Lorca, che invitava spesso gli amici a letture di versi. Nella residenza nacque la cosiddetta Generazione del ‘27, che raccoglieva un gruppo di poeti rinnovatori. Erano giovani, quasi sempre colti, benestanti, repubblicani e di sinistra. Hanno scritto una delle pagine più importanti della letteratura spagnola. È qui che Lorca,Alberti e Salinas scrissero ‘El Manifesto de la Colina’.


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