D.Poeta a New York.
1929/30
A Bebe e Carlos Maria
I versi di questo libro sono stati
scritti A New
York , nell’anno
1929/30 quando il poeta visse
da studente alla
Columbia University
Introduzione
Di ritorno dal suo viaggio negli USA-
esperienza che generò in maniera diretta i testi di questa raccolta-Lorca disse a un giornalista:”Questo libro
su Nueva York che porto dal mio viaggio negli Stati Uniti non ho voluto darlo a nessuno degli editori che
me l’hanno domandato. Più avanti lo pubblicherò,ma prima
voglio farlo conoscere sotto forma di conferenza. Leggerò i versi e spiegherò
come sono nati.
Vale a dire ,li leggerò e li analizzerò nello
stesso tempo.”In effetti Lorca ,prima di questa dichiarazione aveva già tenuto letture commentate:una ,in
particolare,del 16,dicembre del 1932all’Hotel Ritz
di Barcellona,organizzata dal Conferencia Club,poi pubblicata in Poeta en Nueva Yorkcon fotografie di
Maspons-Urbina,editorial Lumen,Barcellona1966.Qui di seguito qualche stralcio di quel testo:
“Signore e signori,ogni volta che parlo di fronte a
molte persone mi sembra di aver sbagliato porta.Mani amiche mi hanno spinto ed
eccomi qui..Metà della gente va smarrita
tra scenari dipinti
e fontane di stagnola ,e quando credono di aver trovato la loro stanza ,o il tiepido cerchio di sole,
si trovano a che fare con un caimano che se li inghiotte o …con il pubblico come me in questo momento.E oggi non ho da darvi altro spettacolo che una poesia amara ,ma viva che potrà aprire
i vostri occhi.
e fontane di stagnola ,e quando credono di aver trovato la loro stanza ,o il tiepido cerchio di sole,
si trovano a che fare con un caimano che se li inghiotte o …con il pubblico come me in questo momento.E oggi non ho da darvi altro spettacolo che una poesia amara ,ma viva che potrà aprire
i vostri occhi.
Ho detto ‘un poeta a
New York e avrei dovuto dire ‘New York in un poeta.Quel poeta sono io. Puramente e
semplicemente.
Non
vi dirò che cos’è New York ’dal di fuori,perché insieme a Mosca è una delle due città antagoniste su cui si sta
rovesciando un fiume di libri descrittivi,né vi racconterò un viaggio,ma
la mia reazione lirica .I due elementi che il
viaggiatore coglie nelle grandi città sono:architettura extraumana e ritmo
furioso, geometria e angoscia. a un primo sguardo,il ritmo può sembrare
allegria,ma quando si osserva il meccanismo
della vita sociale e la schiavitù
dolorosa dell’uomo
e
macchina insieme,si comprende quella tragica angoscia vuota che rende perdonabile
come
evasione perfino il crimine e la delinquenza
[..]
L’impressione che quell’immenso
mondo non abbia radici ti coglie pochi giorni dopo l’arrivo
e capisci perfettamente come il veggente Edgar
Poe dovè abbracciare il mistero e il fervore
cordiale dell’ubriachezza in quel mondo.”[…]
cordiale dell’ubriachezza in quel mondo.”[…]
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