domenica 22 settembre 2019

D.Poeta a New York.Introduzione.Garcìa Lorca





D.Poeta a New York.
   1929/30
A Bebe e Carlos Maria





I versi di questo libro sono stati

 scritti A New York , nell’anno

1929/30 quando il poeta visse

da  studente alla Columbia University

Introduzione
Di ritorno dal suo viaggio negli USA- esperienza che generò in maniera diretta i testi di questa raccolta-Lorca disse a un giornalista:Questo libro su Nueva York che porto dal mio viaggio negli Stati Uniti non ho voluto darlo a nessuno degli editori che me lhanno domandato. Più avanti lo pubblicherò,ma prima voglio farlo conoscere sotto forma di conferenza. Leggerò i versi e spiegherò come sono nati.
Vale a dire ,li leggerò e li analizzerò nello stesso tempo.In effetti Lorca ,prima di questa dichiarazione aveva già tenuto letture commentate:una ,in particolare,del 16,dicembre del 1932allHotel Ritz di Barcellona,organizzata dal Conferencia Club,poi pubblicata  in Poeta en Nueva Yorkcon fotografie di Maspons-Urbina,editorial Lumen,Barcellona1966.Qui di seguito qualche stralcio di quel testo:
Signore e signori,ogni volta che parlo di fronte a molte persone mi sembra di aver sbagliato porta.Mani amiche mi hanno spinto ed eccomi qui..Metà della gente va smarrita tra scenari dipinti
 e fontane di stagnola ,e quando credono di aver trovato la loro stanza ,o il tiepido cerchio di sole,
si trovano a che fare con un caimano che se li inghiotte o con il pubblico come me in questo momento.E oggi non ho da darvi altro spettacolo che una poesia amara ,ma viva che potrà aprire
 i vostri occhi.
Ho detto un poeta a New York e avrei dovuto dire New York in un poeta.Quel poeta sono io. Puramente e semplicemente.
    Non vi dirò che cosè New York dal di fuori,perché insieme a Mosca è una delle due città antagoniste su cui si sta rovesciando un fiume di libri descrittivi,né vi racconterò un viaggio,ma
la mia reazione lirica .I due elementi che il viaggiatore coglie nelle grandi città sono:architettura extraumana e ritmo furioso, geometria e angoscia. a un primo sguardo,il ritmo può sembrare
allegria,ma quando si osserva il meccanismo della vita  sociale e la schiavitù dolorosa delluomo
e macchina insieme,si comprende quella tragica angoscia vuota che rende perdonabile come
evasione perfino il crimine e la delinquenza [..]
Limpressione che quellimmenso mondo non abbia radici ti coglie pochi giorni dopo larrivo
e capisci perfettamente come il veggente Edgar Poe dovè abbracciare il mistero e il fervore
 cordiale dellubriachezza in quel mondo.[]


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