1.ROMANZA DELLA
LUNA,LUNA.
A Conchita Garcìa Lorca.
La luna venne alla
fucina[1].
col suo sellino di
nardi[2].
Il bambino la guarda,guarda.
Il bambino la sta
guardando.[3]
Nell’aria commossa
la luna muove le
sue braccia
e mostra,lubrica [4]
e pura,
i suoi seni di
stagno[5]
duro.
Fuggi[6]
luna, luna, luna.
Se venissero i
gitani
farebbero con il
tuo cuore
collane e bianchi anelli.
Bambino,lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno sull’incudine
con gli occhietti chiusi.
Fuggi[7]
luna, luna, luna.
che già sento i
loro cavalli.
Bambino,lasciami,non
calpestare il mio albore inamidato.
Il cavaliere
s’avvicinava
suonando il tamburo
del piano.
nella fucina il
bambino
ha gli occhi
chiusi.
Per l’uliveto
venivano,
bronzo[8]
e sogno,i gitani.
Le
teste alzate[9]
e
gli occhi socchiusi.[10]
Come
canta il gufo,
ah,come
canta sull’albero!
Nel
cielo va la luna
con
un bimbo per mano.
Nella
fucina piangono,
gridando
i gitani,
Il
vento la veglia,veglia.
Il
vento la sta vegliando
[1] O
forgia; ovvero l’apparecchiatura per riscaldare il metallo per la sua
lavoraione a caldo.
[2] Fiori
che emanano il loro profumo di notte.
[3] La
luna punisce chi la guarda e il bimbo,guardandola è nella condizione di chi
chiama a sé la morte.
[4]
Sensibile.
[5]
Simbolo di morte.
[6] La
luna ha compiuto il suo dovere.
[7] La
luna ha compiuto il suo dovere.
[8] Evoca
simbolicamente forza e coraggio.
[9] Il popolo
gitano è forte e fiero.
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