Abitava sul fianco del monte, vicino
a un campo di grano
dove scorre la sorgente in
gioiosi ruscelli,
sotto l’ombra solenne d’alberi secolari.
Le donne vi andavano a riempire
le brocche e i viandanti vi andavano
per riposare e conversare.
Lei lavorava e sognava ogni giorno,
al mormorio del torrente chiassoso.
Una sera uno straniero scese
dall’alto del monte,
nascosto tra le nuvole;
i suoi capelli erano arruffati
come serpenti sonnolenti.
Domandammo meravigliati: “Chi sei?”
Ma non rispose e sedette in disparte,
presso il torrente rumoroso,
guardando in silenzio
la capanna dove lei viveva.
I nostri cuori si riempirono di spavento
e tornammo pensierosi a casa
al calare della notte.
La mattina dopo, quando le donne
andarono ad attingere acqua
al ruscello all’ombra degli alberi
di deodar, trovarono aperta
la porta della capanna, ma la sua voce
non si sentiva.
Dov’era il suo volto sorridente?
La brocca vuota era in terra
e la lampada consumata era spenta,
in un angolo.
Nessuno sapeva dov’era fuggita,
prima dell’alba; anche lo straniero
era sparito.
In maggio il sole divenne cocente
e la neve si sciolse.
Ci sedemmo vicino al ruscello,
e piangemmo. Pensavamo:
“Vi sarà nella terra dove lei è andata
un ruscello, dove potrà riempire
la brocca per dissetarsi in queste
giornate riarse?”
E ci chiedevamo l’un l’altro sgomenti:
.“Vi sarà una terra al di là di questi
monti dove viviamo?”
Era una notte d’estate, la brezza
soffiava da sud; io sedevo
nella sua stanza deserta, dove
la lampada era ancora spenta.
A un tratto i monti sparirono, come
tende tirate da parte.
“Ah, ecco che lei viene! Come stai,
figlia mia? Sei felice?
Dove puoi trovare riparo sotto
questo cielo scoperto?
Ahimé, il nostro ruscello non è qui
per dissetarti!”
“Qui c’è lo stesso cielo.” Lei rispose:
“Soltanto è libero dai monti
che gli fanno corona.
Qui c’è lo stesso ruscello, allargato
in un grande fiume.
Qui c’è la stessa terra, ingrandita
in pianura”.
Sospirai: “C’è già tutto da te, ma noi
non ci siamo”.
Lei sorrise tristemente e rispose:
“Voi siete qui nel mio cuore!”
Mi destai e udii solo il mormorio
del ruscello, il fruscio dei deodars,*
nella notte.
*deodar,sorta di cedro himalayano,vive soprattutto nello Stato del Kashmir ,relativamente al territorio della Confederazione indiana.
- da Il
Giardiniere -
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