lunedì 19 gennaio 2015

Una scia di canti.Tagore.XXI









.Mi chiami di nuovo?

La sera è giunta.

La stanchezza mi circonda

come le braccia d’un amore supplicante.

E tu mi chiami?

Ti diedi tutta la mia giornata, crudele padrona,

vuoi togliermi anche

la notte?

Ogni cosa deve avere un

termine, la solitudine della notte ci appartiene.

Deve la tua voce

interromperla e colpirmi?

La sera non reca alla tua

porta la musica del sonno? Le stelle, con le ali

silenziose, non volano mai nel cielo, al di sopra della

tua torre spietata?

I fiori non cadono mai,

con dolce morte, fra la

polvere del tuo giardino?

Devi proprio chiamarmi,

anima irrequieta? Allora

veglino e piangano invano gli occhi tristi dell’amore.

Arda la lampada nella casa solitaria. Porti il traghetto a casa gli stanchi lavoratori. Mi lascio dietro i miei sogni e corro al tuo richiamo.

- da Il Giardiniere -

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