Ho incontrato numerose ragazze in paesi lontani.
Alcune mi affrontavano per chiedere il mio nome,
altre abbassavano gli occhi e restavano mute.
Ho visto sorrisi aguzzi come spade,
e sorrisi evocanti un abisso di lacrime.
Io andavo sempre, attirato dalla distanza
che rinnova le sue incerte promesse
come i suoi differenti paesaggi.
È nei giorni di primavera, con le foglie nuove,
che aspetto il reame incantato del Sonno.
Attraverso una processione di servitori
addormentati, supero la porta d’un palazzo.
Lungo i corridoi vuoti, passo davanti alla
camera del Re e alla camera della Regina,
poi arrivo a quella dove, addormentata
sotto le luci addolcite del crepuscolo,
dorme la figlia del Re.
Il suo letto è morbido e bianco come
un petalo di loto, le sue trecce sparse vicino
al cuscino assomigliano a una scura
cascata immobile, il suo braccio sinistro
era gettato sul disordine dei suoi veli e,
quello destro, riposava sul suo petto
agitato da un respiro regolare.
In questo strano dominio del Sonno
sembrava la vera immagine del Sogno!
In ginocchio, davanti a Lei, ho avvicinato
il mio viso al suo, finché il suo respiro
ha fatto fremere il mio sangue.
Ho fissato a lungo le sue palpebre chiuse
e le ho baciate perché il mio bacio
penetrasse fino ai suoi sogni...
Su una foglia di betulla ho tracciato
il mio nome e aggiunto queste parole:
«A te che dormi, abbandono il mio cuore».
Poi, dopo aver annodato la foglia
di betulla alla mia collana di perle e averla
gettata sui suoi capelli sparsi, sono fuggito.
L’incantesimo
però si dilegua.
Il reame che dormiva, piano piano
si sveglia dal torpore. Dal fondo
del silenzio vibrano voci umane:
il Re e la Regina si sono risvegliati
e i giovani principi si meravigliano di vedere
la terrazza nuda invasa dalle erbe già alte.
Nella camera, dove le lampade si sono spente,
dove l’incenso dei portaprofumi non è più
che un mucchietto di cenere, la figlia del Re,
seduta sul suo letto, contempla, una alla volta,
la foglia di betulla e la collana di perle.
Pudicamente, Lei copre la sua gola nuda
con una tunica; fremendo. Lei spia, cerca
e non scopre nessun visitatore misterioso.
Legge e rilegge il messaggio tracciato sulla
foglia di betulla: prende la sua fronte
tra le mani e s’interroga, s’interroga ancora.
E, a lungo, resta incerta.
Vicino a Lei i segreti della natura sono
mormorati dal fogliame del giardino,
pur sentendo che simili segreti
accompagnano i battiti precipitosi
del suo cuore. Il soffiare del vento
viene a imporre lo stesso interrogativo
che ossessiona il suo spirito turbato.
La figlia del Re s’interroga:
«Chi dunque ha deposto sui miei capelli
un messaggio d’amore e una collana di perle?»
Così passavano i giorni. Spariva
la primavera, facendo posto all’estate
piovosa, in seguito arrivava
l’autunno nella calda luce
che indora le messi mature,
e l’inverno, con le nebbie mattutine,
con le sue notti ostili, gli succedeva.
Ed ecco che una primavera nuova
rinasceva dalle morte stagioni.
La figlia del Re è alla sua finestra,
fra i suoi capelli spettinati brilla
sempre una collana di perle.
- da Petali sulle ceneri -
Ricordo ai miei amici lettori cinesi che nel mio blog gabysouk,blogspot.com,forse li può interessare la lettura della serie di post dal titolo"Diario cinese",sul mio viaggio nel loro paese nel settembre del 2005.
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