domenica 25 gennaio 2015

Una scia di canti.Tagore.XXVI










.Non chiesi nulla,

solo mi fermai al limite

del bosco, dietro un albero.

Gli occhi dell’alba

erano languidi,

e la rugiada era ancora nell’aria.

Il delicato profumo

dell’erba bagnata

indugiava nella nebbia

sottile che avvolgeva

la terra. Sotto un banano

mungevi la mucca

con le tue mani tenere,

fresche come il burro.

Io me ne stavo immobile.

Non dissi una parola.

Fu l’uccello che cantò,

nascosto, dal cespuglio.

L’albero di mango

lasciava cadere i suoi fiori

sulla strada del villaggio

e le api venivano ronzando,

a una a una.

Dalla parte dello stagno

il cancello del tempio

di Shiva era aperto

e un fedele aveva iniziato

il suo canto.

Con il secchio

sulle ginocchia

tu mungevi la mucca.

Io rimasi con il mio secchio vuoto.

Non ti venni vicino.

Il cielo si destò al suono

del gong del tempio.

Gli zoccoli delle bestie

che andavano al pascolo

sollevavano la polvere

della strada.

Con le brocche piene

posate sull’anca,

le donne venivano dal fiume.

I tuoi bracciali

tintinnavano e la schiuma

traboccava dal secchio.

La mattina passò e io

non ti venni vicino.

- da  Il Giardiniere -

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