Joy Harjo.19.
Il robusto
potere creativo,aggregante e risanatore della parola scritta che parla
dell’oralità lo si avverte anche negli esiti formali della poesia .Essa infatti
conserva spesso la struttura di antichi canti,del cui andamento magico,
incantatorio Joy Harjo fa un uso sapiente ,ad esempio ,nella poesia che segue.
Lei aveva
dei cavalli.
Aveva cavalli che erano
corpi di sabbia.
Aveva cavalli che erano
mappe disegnate di sangue.
Aveva cavalli che erano
pelli d’acqua dell’oceano.
Aveva cavalli che erano
l’aria azzurra del cielo.
Aveva cavalli che erano
mantello e denti.
Aveva cavalli che erano
argilla e si spezzavano.
Aveva cavalli che erano
roccia rossa scheggiata.
Lei aveva dei cavalli. foto con cavalli
Aveva cavalli con lunghi
seni appuntiti.
Aveva cavalli con salde
cosce brune.
Aveva cavalli che ridevano
troppo.
Aveva cavalli che tiravano
sassi nei vetri delle serre.
Aveva cavalli che
leccavano lame di rasoi.
Lei aveva dei cavalli.
Aveva cavalli che
danzavano tra le braccia delle loro madri.
Aveva cavalli che
pensavano di essere il sole e i loro
corpi brillavano e
bruciavano come stelle.
Aveva cavalli che di notte
ballavano il valzer sulla luna.
aveva cavalli che erano
fin troppo timidi,e se ne stavano quieti
in box da loro creati.
Lei aveva dei cavalli.
Aveva cavalli a cui
piacevano i canti della Stop Dance dei Creek.
Aveva cavalli che
piangevano nella birra.
Aveva cavalli che
sputavano alle checche che li rendevano
paurosi di se stessi.
Aveva cavalli che dicevano
di non avere paura.
Aveva cavalli che
mentivano.
Aveva cavalli che dicevano
la verità,e a cui era stata strappata la lingua.
Lei aveva dei cavalli.
Aveva cavalli che
chiamavano se stessi” cavallo”.
Aveva cavalli che
chiamavano se stessi” spirito”,e tenevano
segrete le loro voci e per
sé.
Aveva cavalli che non
avevano nome.
Aveva cavalli che avevano
libri di nomi.
Lei aveva dei cavalli.
Aveva cavalli che
sussurravano nel buio,timorosi di parlare.
Aveva cavalli che
gridavano dalla paure del silenzio,che
portavano coltelli per
proteggersi dai fantasmi.
Aveva cavalli che
aspettavano la distruzione.
Aveva cavalli che
aspettavano la resurrezione.
Lei aveva dei cavalli.
Aveva cavalli che si
inginocchiavano davanti a ogni salvatore.
Aveva cavalli che
pensavano che l’alto prezzo li avesse salvati.
Aveva cavalli che
cercavano di salvarla,che di notte andavano
nel suo ,letto e pregavano
mentre la violentavano.
Lei aveva dei cavalli.
Aveva dei cavalli che
amava.
Aveva dei cavalli che
odiava.
E questi erano gli stessi cavalli.
(continua)
Per la dedica ai miei amici lettori del Regno Unito
RispondiEliminaho scelto un testo di Dylan Thomas che io amo molto;
per i miei amici lettori spagnoli
segnalo soprattutto il post intitolato "Il secolo d'argento"
con i grandissimi del '900;
per i miei amici francesi le indicazioni sono numerose e diffuse:
ecco i posts:"Il largo abbraccio";
"P.Eluard,il mistico dell'amore luminoso";
J.Prévert,F.Caroutch,M. Delpastre nei"Punti di vista sul corpo";
e,nel blog gabysouk, il lungo post composito dal titolo
"Viaggio sull'onda dell'immaginazione".
A tutti auguro felice lettura!!!