Joy Hario[1]18.
La memoria – “un
delta nella pelle”,dice Joy Harjo – è la forza che sa penetrare il passato,ma senza di essa non si può
costruire il presente e non si può proiettare neanche il futuro Imponendo
dunque questa scansione circolare Joy
Harjo finisce per assumere l’immagine della spirale o del vortice, quello
accecante “della nostra rabbia”o quella che segna il tempo Muscogee(Creek) del
perdono,”con la danza in cerchi avvolgenti”per infondere rinnovamento e armonia,per
affermare la concatenazione spiraliforme di ogni evento sempre in moto e in
trasformazione.”Sono viva di memoria”,continua Joy Harjo,non può esistere voce
senza memoria,certo non passivamente recepita,ma immessa in un processo
dinamico che dia pienezza i vita.
Memoria è anche il ritorno a casa quando rievoca la sua
Oklaoma.
per Anna Mae Pictou
Aquash*,
il cui spirito è
qui e nelle stelle screziate
(poiché noi ricordiamo
la storia e dobbiamo raccontarla ancora cosicché noi tutti possiamo vivere)
Sotto un cielo opaco di
foschia e di vento,
resto stupita mentre guardo le corolle
viola dei crochi che
erompono dal suolo duro
dopo l’agonia di una stagione,
così come ho guardato la
mia testa scura
apparire ogni mattina dopo essere entrata
nell’altro mondo
per ritornare in questo,
stupita.
nel mondo naturale è
questo il modo per capire il luogo
cui i danzatori
fantasma dettero il nome
dopo la distruzione
crepa/cuore.
Anne Mae,
tutto e niente cambia.
tu sei l’abbagliante
giovane donna
che
trovò voce
quando ti imposero il
silenzio,o ti avrebbero reciso il corpo
come un flessuoso filo
d’erba.
Tu sei colei il cui
spirito è nelle stelle screziate.
(S’impennano e vanno al
passo come cavalli colorati che ci seguono
per le strade di
queste città d’acciaio. Li ho visti all’angolo
strofinare col muso corpi congelati d’ubriachi
cenciosi).
Questa mattina mentre
l’ultima stella s’affievolisce
e gli autobus arrancano verso
il centro della città,so
che son passati dieci anni da quando t’hanno sepolta
la seconda
volta in lakota,una lingua che potrebbe
liberarti.
L’ho sentito dire in Oklahoma,o
nel New Mexico
come il vento ululasse
abbattendo ogni cosa
in un giusto furore.
(Me lo dissero le
donne)e capimmo senza parlare
il significato pieno del
tuo assassinio.
Come
capisco ora a distanza di dieci anni dopo il lento finire
delle stagioni
che abbiamo appena
cominciato a toccare
il vortice accecante
della nostra rabbia,
appena cominciato a
percepire lo stupido mondo che i danzatori fantasma
hanno varcato
follemente,stupendamente.
* Nel febbraio del 1976,il corpo non identificato
di una giovane donna venne trovato nella riserva di Pine Ridge nel sud Dakota. L’autopsia ufficiale attribuì la morte ad assideramento.
L’agente FBI presente all’autopsia ordinò che le fossero tagliate le mani e che fossero spedite a Washington
per le impronte digitali. Giustamente John Trudell definì questa mutilazione
un atto di guerra. Il suo corpo senza
nome venne sepolto. Quando amici e parenti denunciarono la scomparsa di Anna Mae Aquash,una giovane donna mimac che faceva parte delle Indian Movement,venne richiesta
una seconda autopsia. Si scoprì allora che era stata uccisa da un proiettile
alla nuca sparato a distanza ravvicinata. Il suo assassino o assassini devono
essere tuttora identificati.
[1] 1951,Creek,nata a Tulsa in Oklaoma,è stata
docente presso l’Institute of American
Indian Arts e le Università
dell’Arizona,del
Colorado e del New Mexico.E’ anche musicista di talento:la sua più recente
raccolta di poesie è
corredata da una cassetta in cui la lettura dei testi è accompagnata dalla
musica jazz composta da lei e dal suo gruppo “Poetic Justice”.Numerosi i volumi
pubblicati di raccolte poetiche in combinazione felice con le foto del territorio
navajo ad opera di Stephen Strom,un astronomo dell’University of
Massachusetts.
Sempre in data 31/5/2013,in questo stesso blog,
RispondiEliminaho inserito altre dediche ai miei amici lettori tedeschi,britannici e statunitensi con post sui poeti Paul Celan, e.e.cummings, Hart Crane e, al 18/5/2013,con Dylan Thomas.
Spero che siano interessanti come per me.
Il post su questo blog che ho intitolato "Il largo abbraccio" contiene una comparazione dei modi di far poesia di due grandissimi personaggi che ammiro come Paul Eluard e Octavio Paz,così apparentemente lontani e sorprendentemente così vicini.Buona lettura!
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