domenica 10 febbraio 2019

L'ombra in Rabindranath Tagore.7



ASIA

INDIA

BANGLADESH

L’ombra in Rabindranath Tagore:
L’orizzonte di questo grande poeta è pressoché infinito e possiamo ad esempio
sperimentare direttamente come l’ombra possa assumere significati molto diversi
 in ognuna delle  poesie che qui possiamo leggere.
Alla sua propria ombra si deve attribuire l’impossibilità di vedere la luce  nascosta 
 prorompere  in un canto di lode del Supremo..

7.Rabindranath Tagore

 Nacque a Calcutta ed è il poeta indiano più conosciuto nel mondo per il fascino
delle sue poesie e per la forza della sua personalità.Ghitanjali (Offerta di canti)
vinse nel 1913 il premio Nobel.Della sua lira vibra ogni corda dalla canzone
d’amore alla descrizione estatica della natura ,al canto patriottico,alla professione
di fede nella divinità,alla quale aspira con un misticismo  che non soltanto non
rinnega  il mondo,ma che vede nell’affrontare  coraggiosamente le difficoltà della
vita il fine e la dignità  della condizione umana.

O Signore della Distruzione ,
il tuo Messaggero di Morte venne all’improvviso
e mi scortò fin nella corte del tuo grande maniero.
Dinanzi a me tutto era buio;
io non potevo vedere la luce invisibile
nascosta nel cuore del buio –
la luce che dell’universo splende .
La mia stessa ombra  m’impediva la vista .
Dall’antro nero dell’essere mio
quella luce voleva prorompere in un canto di lode,
effondersi ai confini  dei cieli stellati,
dove m’attendeva una voce.
M’ero tanto applicato  sull’arpa
per divenire il vate del Supremo,
ma il messaggio di Rudra il terribile
non trovò eco nei miei canti muti.
E la Sua sembianza non sorse dal mio cuore,
nella sua fausta  leggiadria,
e Tu mi respingesti .
Ma quando altro giorno verrà ,
del poeta il messaggio, come frutto maturo,
grave per la pienezza della gioia ,
cadrà lievemente sul tuo vassoio dell’Obolo.
Allora sarà finalmente compiuto
della vita l’ultimo valore,
della vita l’ultimo viaggio,
della vita l’ultimo invito.

8 dicembre 1937-da “Le ali della morte” Frontiera(1938)

Da “POESIA MODERNA INDIANA”Guanda ed.1966- Testi e note a cura di Maria Gabriella Bruni



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