mercoledì 6 febbraio 2019

L’ombra in Octavio Paz .3






AMERICA

MESSICO

L’ombra in Octavio Paz

 Le ombre  che si squarciano sono il sipario che si apre per
mostrare le meraviglie del corpo di lei e gli elementi dell’
universo intero contribuiscono ad impreziosire ogni suo
aspetto; in particolare il lungo lamento del vento copre
con due ali grigie la notte dei corpi come l'ombra dell'
aquila la solitudine dell'altopiano deserto.

 3.Octavio Paz
Considerato insieme con Pablo Neruda tra le personalità di
lingua ispanica più rappresentative del’900.Poeta e saggista 
comincia molto presto a scrivere e nel 1937 partecipa al II
Congresso internazionale degli scrittori antifascisti di Valencia
 (Spagna).
Trascorre gran parte della sua esistenza tra Spagna e Francia:
in Spagna sostiene la lotta dei repubblicani durante la Guerra
civile spagnola - anche se va ricordato che in seguito prenderà
le distanze dal comunismo.
Rientrato in Messico, nel 1938 fonda e dirige "Taller", una rivista
che segnala la comparsa di una nuova generazione di scrittori
messicani. Nel 1943 si trasferisce negli Stati Uniti e si  immerge
nella poesia modernista anglo-americana. Nel 1945 Paz entra
nel servizio diplomatico  messicano: in questi anni scrive
"Il labirinto della solitudine", un saggio sull'identità messicana.
Sposa  poi Elena Garro, dalla quale ha una figlia.
Viene inviato dal governo messicano in Francia, dove ha
 l’opportunità di avvicinarsi al surrealismo.
 Durante la sua permanenza in Francia Octavio Paz lavora inoltre
a fianco di André Breton e Benjamin  Peret.
Ottiene il posto di ambasciatore in Messico e in India nel 1962:
 lascia l'incarico nel 1968, dopo il Massacro di Tlatelolco
(2 ottobre 1968), proprio per protestare contro la sanguinosa
repressione avvenuta  ai danni degli studenti manifestanti.
In seguito fonda due importanti riviste di cultura e politica:
 "Plural" (1971-1976) e "Vuelta" (dal 1976).
Tra i riconoscimenti letterari più importanti ricevuti da Octavio
Paz ci sono il Premio Cervantes, conferitogli nel 1981 e il Premio
 Nobel per la Letteratura nel 1990.La sua versificazione è variata,
 ha un respiro aperto, da voce latina, per riprendere con più gusto
 e vigore lo slancio e l'esaltazione  successivi. La natura tutta
 partecipa all'adorazione del corpo femminile.
Se in  Octavio Paz il corpo dell'amata ha la forza di squarciare le
tenebre  i suoi occhi sono luoghi dove il tempo non passa. E
 "nella bocca del forno dove si fabbricano ostie" c'è il segno
 dell'eternità.
Corpo in vista                   

 E le ombre s'aprirono nuovamente e mostrarono un corpo:
i tuoi capelli, autunno denso, caduta d'acqua solare,
la tua bocca e la bianca disciplina dei tuoi denti cannibali, prigionieri in fiamma,
la tua pelle di pane appena dorato, gli occhi di zucchero bruciato,
luoghi dove il tempo non passa,
valli che solo le mie labbra conoscono,
passaggio della luna che ascende alla tua gola tra i tuoi seni,
cascata pietrificata della nuca,
alta pianura del tuo ventre,
spiaggia senza fine del tuo costato 
i tuoi occhi sono gli occhi fieri della tigre
e un minuto dopo sono gli occhi umidi del cane
ci sono sempre api nei tuoi capelli
la tua schiena fluisce tranquilla sotto i miei occhi
come la schiena del fiume alla luce dell'incendio.
Alta pianura del tuo ventre,
spiaggia senza fine del tuo costato 
i tuoi occhi sono gli occhi fieri della tigre
e un minuto dopo sono gli occhi umidi del cane
ci sono sempre api nei tuoi capelli
la tua schiena fluisce tranquilla sotto i miei occhi
come la schiena del fiume alla luce dell'incendio.
Acque addormentate battono giorno e notte la tua cintura d'argilla
e sulle tue coste, immense come gli arenili della luna,
il vento soffia per la mia bocca e il suo lungo lamento copre con due ali grigie
la notte dei corpi
come l'ombra dell'aquila la solitudine dell'altopiano deserto.
Le unghie delle dita dei tuoi piedi son fatte del cristallo dell'estate.
Tra le tue gambe c'è una pozza d'acqua addormentata,
baia dove il mare di notte s'acquieta, nero cavallo di schiuma,
grotta a piede della montagna che nasconde un tesoro,
bocca del forno dove si fabbricano ostie,
sorridenti labbra socchiuse ed atroci,
unione della luce e dell'ombra, del visibile e dell'invisibile
(lì attende la carne la sua resurrezione e il giorno della vita perdurabile)
Patria di sangue, unica terra che conosco e mi conosce,
unica patria in cui credo, unica porta sull'infinito. [1]

  Octavio Paz,” Corpo in vista”, da Libertà sulla parola.

 da “326 poesie dal mondo per una storia d’amore”Onyx ed. e.book-
 a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli

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