sabato 22 marzo 2014

Poesia salvadoreña contemporanea.Roque Dalton.1























Roque Dalton nasce nel 1935 in Salvador. Frequenta il collegio gesuita; in seguito si trasferisce in Cile, e a 18 anni circa torna in Salvador, dove si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, e dove fonda insieme ad Otto René Castillo il Círculo literario universitario.
Membro della Generación Comprometida, fin dal periodo universitario inizia a partecipare attivamente alla vita politica del suo paese, subendo nel corso di cinque anni tre arresti: un primo nel 1959, un secondo nel 1960 che prevedeva la condanna a morte evitata grazie alla caduta del dittatore di turno (Lemus), un terzo nel 1964.
Dopo l’arresto del ’59 si dedica alla difesa gratuita dei detenuti. Nel 1961 pubblica la Ventana en el rostro, nel 1963 El turno del ofendido e nel 1964 Los testimonios.
I primi due libri sono molto intimi, con influenze non ancora depurate, ma i temi caratteristici dell’opera daltoniana sono già ben centrati. L’ultimo è un vero esempio di letteratura nazional-popolare; il poeta racconta il Salvador attraverso la cultura popolare, ne riprende i simboli e la mitologia.
Nel 1969 Taberna y otros lugares riceve il premio Casa de las Americas. È questo un libro molto complesso dove il poeta affronta problematiche di natura ideologica e politica, l’esperienza del carcere, il paese.
A causa della sua militanza politica fu costretto varie volte all'esilio, alla lontananza dal Pulgarcito (El Salvador) che tanto amava e odiava.

Il Salvador costituisce uno dei temi principali dell'opera di Roque Dalton, poeta delicato e aggressivo, ironico e autoironico, critico e autocritico, gioviale e duro. La ricerca dell’unità fra pensiero e azione, fra la vita e l'opera, il superamento dialettico dell’estetica guidano il poeta e il militante, sono carica rivoluzionaria dirompente che accompagnano il Dalton bohémien, eccessivo e faceto sotto forma di continua ricerca, riflessione e penose consapevolezze. Questo percorso è perfettamente visibile nell’opera poetica daltoniana, ne è la causa e l’effetto.
Fra il 1970 e il 1972 pubblica Un libro levemente odioso e Los pequeños infiernos e nel 1974 le Historias prohibidas del Pulgarcito, poema-collage che attraverso vecchi documenti, articoli di giornali, poesie di Dalton e di altri poeti, racconta la storia del Salvador dalla Conquista alla contemporaneità. Un libro rojo para Lenin pubblicato fra il 1970 e il 1973, rappresenta insieme ai Poemas Clandestinos la sintesi poetico-politica. Infatti è proprio in questo periodo che Roque decide di passare all'azione, alla lotta armata. Vive ormai da tempo insieme alla sua famiglia a Cuba, la sua seconda patria. Fra il 1971 e il 1973 finisce di scrivere il romanzo e riceve l'addestramento militare. Nel 1973 torna in Salvador per unirsi all'ERP ( Ejercito Revolucionario del Pueblo ), movimento guerrigliero nato dalle scissioni verficatesi nel 1969 dal Partito Comunista salvadoregno, contrario alla via della lotta armata, e responsabile dell'organizzazione militare delle forze rivoluzionarie.
Roque sta per sintetizzare al più alto grado l'idea unitaria alla base della sua lunga ricerca esistenziale e letteraria, infatti scrive da guerrigliero i Poemas Clandestinos diffusi, appunto, clandestinamente in forma sciolta e firmati da vari eteronimi. Ma qualcosa andò storto.
Roque Dalton muore il 10 maggio 1975 ucciso da alcuni suoi compagni di lotta, appartenenti ad una cellula dell’ ERP. L'episodio sconvolse tutta l'America Latina, disorientata inizialmente dall’incertezza che aleggiava intorno all’accaduto.

Furono avanzate smentite, giustificazioni e ingiurie sulla condotta del rivoluzionario Dalton, accusato di essere un informatore della CIA secondo quanto indicavano le indagini condotte dall'ERP e pilotate dalla stessa CIA.
L’infamia non sussistette, data la plateale infondatezza delle accuse.
In questa storia esiste una “coincidenza” insolita verificatasi undici anni prima della morte del poeta. Durante il suo arresto nel 1964 il poeta venne sottoposto a un interrogatorio da un agente della CIA, il quale gli anticipò con raccapricciante esattezza le circostanze della sua morte. 







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