martedì 29 ottobre 2013

Poeti australiani contemporanei.12.Bruce Dawe.1.












Bruce Dawe


E' nato a Geelong nel 1930.Abbandona presto la scuola,tenta molti mestieri,presta servizio nella RAAF per nove anni.Nel 1969 si laurea e comincia a insegnare letteratura.

E' considerato il poeta dell'australiano medio.La sua poesia è improntata a una forte consapevolezza sociale.



Un boia vittoriano racconta il suo amore[1]
Caro, perdona il mio apparirti davanti così,
in tuta sportiva a due pezzi, occhiali da saldatore,
la berretta di stoffa verde, come un’ape grassa
                                             “un’idea dello Stato”.
 Sarei venuto
Vestito come uno sposo per queste nozze
Sapendo le volte che hai sognato
Questo momento nella tua cella.
Se devo ora legarti le braccia ai tuoi fianchi
Con una cinghia di cuoio e chiedere se hai qualcosa da dire,
sono formalità di cui vorrei fare a meno,
so che il tuo cuore è troppo calmo in questo momento
per parlare e spero che tu non abbia rifiutato il tranquillante
per orgoglio ostinato;
dovrebbe aver alleviato il tuo dolore per la parola, il respiro,
gli altri fatti connessi che ci distraggono dalla nostra fine.
Lasciaci ora fare un passo. Questo nodo scorsoio
Con cui siamo sposati è un cimelio di famiglia, e che gli ultimi tre
membri della nostra sacra famiglia erano legati, la trave di legno fresco,
come il patibolo intagliato dal peso degli amanti.
Vedi ora lo faccio scivolare sopra il tuo collo, il nodo
sotto la mascella sinistra, con un anello scorsoio
per tenere il nodo a posto …
Così, perfetto.
Lasciami che ti sistemi il cappuccio di tela
Che ti permetterà di anticipare l’oscurità prescritta ufficialmente entro alcuni secondi.
I giornalisti sono pronti con i bulbi oculari, simili a flash
puntati verso il semplice altare, il dottore sussulta come uno stetoscopio
-Ti hanno concesso un nulla osta di salute come una qualsiasi sposa moderna-
Con questa molla della botola, dando un colpo, tu entrerai
in una nuova vita che io, purtroppo, non sono adatto a condividere.
Stai certo, sprofonderai nel generoso abbraccio del sentimento pubblico
dolcemente come una foglia portata dall’acqua … - accetta il tuo ruolo, sentiti scelto.-
Sarai nei titoli del giornale questa sera. Vieni, o mio amato.



[1] In Graziella Englaro, “I sogni cantano l’alba”, Lanfranchi editore, 1988.



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