Octavio Paz |
Le armi dell' estate
Ascolta i palpitii dello spazio
i passi
della stagione in estro
sulle
braci dell'anno
Rumore di
ali e crotali
lontani
tamburi d'acquazzone
ansia e
crepitio della terra
sotto
la veste d'insetti e radici
La sete
si sveglia e costruisce
le sue
grandi gabbie di vetro
ove
acqua incatenata è la tua nudità
acqua
che canta e si scatena
Con le
armi dell'estate
entri
nella mia stanza nella mia fronte
a
sciogliere il fiume del linguaggio
guardati
in queste rapide parole
A poco
a poco il giorno brucia
sul
paesaggio abolito
la tua
ombra è un paese di uccelli
che il
sole sperde con un gesto
Da:
“Verso l'inizio” (1964-1968)
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